Invadiamo
i loro territori. Ecco perché cominciano
a ribellarsi. La fauna selvatica insorge perché l'uomo sta soffocando ogni
habitat, compromettendo la sopravvivenza di numerose specie. L'ultimo episodio
si è verificato poche ore fa nel Parco di Yellowstone, in Nord America. Una
famiglia di orsi neri, una madre con i suoi tre piccoli, ha inseguito alcuni
turisti obbligandoli a darsela a gambe e a trovare riparo all'interno della
propria auto. Complice il gran caldo degli ultimi tempi, che ha scombussolato i
ritmi dei plantigradi e attirato frotte di turisti. Gli ambientalisti puntano il dito sull'eccessivo sfruttamento dell'area
naturale, che ogni anno viene presa d'assalto da quasi quattro milioni di
visitatori. «Gli animali, specialmente le orse che hanno appena partorito, sono
molto sensibili alla presenza umana», spiega Jack Hanna, direttore dello zoo di
Columbus; e di fatto molte hanno
iniziato a dare la caccia agli "scocciatori". Gli esperti
raccomandano di non avvicinarsi troppo agli animali, per non interferire con la
loro quotidianità e per permettergli di vivere al meglio la stagione più
delicata.
Qualcosa di simile si sta verificando in Africa e in India. Dove gli
elefanti colpiti dalla caccia indiscriminata e dal restringimento del
territorio per scopi agricoli, hanno cominciato a ribellarsi attaccando in modo
plateale l'uomo. Nel 2013, durante un safari africano, dei turisti sono stati
attaccati da un branco di elefanti infastidito dalla loro presenza. Non ci sono
stati feriti, ma la jeep dei visitatori è stata distrutta dalla furia animale.
Nello stesso periodo, sempre in Kenya, una turista americana e la figlia hanno
perso la vita in seguito all'attacco di un elefante nei pressi dell'hotel in
cui alloggiavano. E' la prova che gli
animali non si limitano a difendere il proprio areale ma si spingono fino ai
luoghi abitati, apparentemente consapevoli che il problema debba essere risolto
alla radice. Il Time ha diffuso la notizia di un attacco mortale ai danni
di Steve Irwin, un cacciatore di coccodrilli: aveva disturbato una razza
durante le riprese per la registrazione di un documentario sulla barriera
australiana.
Simile il destino di un giovanissimo della Florida, divorato da un alligatore, mentre era a
spasso lungo il Dead River. Sono casi eccezionali, ma gli scienziati lanciano
l'allarme: se l'uomo continuerà a impattare in modo così spregiudicato e violento
sull'ambiente, il fenomeno potrà solo aumentare rendendo pericolosa qualunque
escursione nei territori "vergini". Le stime dicono che ogni anno almeno 100mila persone sono vittime di
attacchi da parte di animali selvatici. L'uomo riesce spesso a scamparla,
ma i numeri suggeriscono che si è già passata una certa soglia, e che è
necessario valutare nuovi sistemi
comportamentali per poter visitare luoghi incontaminati senza interferire
pesantemente sulle specie autoctone.
Nessun commento:
Posta un commento