martedì 29 maggio 2012

Terremoto, che fare?


Torna a tremare la terra in Italia. Una scossa di 5,8 gradi di magnitudo è stata registrata in Emilia, dove si contano già otto vittime. L'epicentro del nuovo sisma si trova in corrispondenza di Mirandola, Cavezzo e Medolla, piccoli centri del modenese. «Qui la situazione è gravissima», hanno commentato i sindaci dei rispettivi comuni. A San Felice sul Panaro è crollata la torre del'Orologio e anche varie fabbriche ed edifici. Il sisma ha coinvolto gran parte del nord, avendo raggiunto Milano, Aosta, Torino, e addirittura alcune aree austriache. (Mentre scrivo questo articolo il lampadario balla ancora, è la scossa delle 12.56). Ora del terremoto, le nove di mattina: molte persone in preda al panico, negli uffici milanesi e bolognesi, sono corsi in strada preoccupati da eventuali crolli. A Milano, il Pirellone, sede della Regione Lombardia, è stato fatto evacuare. A Padova sono state fatte evacuare le strutture universitarie. I treni sulla Bologna-Milano hanno ricevuto l'ordine di rallentare e non superare i cento chilometri all'ora. Nessun disagio, invece, per ciò che riguarda i voli. E così a pochi giorni di distanza dal terremoto del 20 maggio, con epicentro nei pressi di Sant'Agostino ferrarese, la terra ha ripreso a tremare. L'evento s'è fatto sentire anche a Sant'Agostino, benché non ci siano state vittime, né crolli particolarmente insidiosi: «Per il momento non abbiamo segnalazioni di feriti o vittime», ha assicurato il primo cittadino Fabrizio Toselli. Ma cosa sta accadendo? Perché continuano a verificarsi terremoti? Senza dover ricorrere alla fantascienza Maya e a Red Ronnie, come dicevano il 21 maggio su Spigolature, si sta assistendo a un fenomeno geologico tale per cui gli Appennini stanno spingendosi sotto la pianura padana, innescando squilibri “energetici” di natura litologica, che poi vengono sprigionati attraverso i movimenti tellurici. Una situazione che pare non ancora risolta. Il sismologo del CNR Alberto Marcellini dice, infatti, che «bisogna attendere nuove scosse. Questo è un terremoto che dà origine a molte scosse. È abbastanza normale in molte parti del centro Italia». L’Italia, di fatto, è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la sua particolare posizione geografica, in corrispondenza della zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica. La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale della Penisola, lungo la dorsale appenninica (Val di Magra, Mugello, Val Tiberina, Val Nerina, Aquilano, Fucino, Valle del Liri, Beneventano, Irpinia), in Calabria e Sicilia e in alcune aree settentrionali, come il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale. Solo la Sardegna non risente particolarmente di eventi sismici. In ogni caso, in questo periodo, risulterebbe particolarmente suscettibile la zona emiliana, notoriamente lontana da fenomeni sismici di rilievo. Secondo il parere di alcuni sismologi i continui eventi tellurici potrebbero far pensare alla rottura di una nuova faglia. In tal caso, il sismologo Alessandro Amato, sostiene che potrebbero esserci altri terremoti di forte intensità. «La struttura responsabile del terremoto di oggi nel modenese», dice Amato dell'Ingv, «è la struttura complessa del tratto settentrionale dell'Appennino, nel quale la catena montuosa prosegue sotto la Pianura Padana. La struttura è la stessa legata al sisma del 20 maggio, ma probabilmente avvenuta su una faglia adiacente. Non si tratta quindi una replica in senso stretto». Sul problema è intervenuto anche il presidente Napolitano che in visita a Udine ha espresso «grande solidarietà» alle popolazioni colpite dal sisma. Napolitano ha anche annunciato che «il presidente della regione Emilia Romagna e il presidente del Consiglio si rivolgeranno alle popolazioni attraverso le televisioni per testimoniare un impegno forte di assistenza, di vicinanza e di ricostruzione». Intanto, però, la Protezione civile dirama un comunicato che illustra il comportamento da osservare in caso di scosse sismiche...


COME COMPORTARSI IN CASO DI TERREMOTO:

Prima del terremoto

• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.

Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza

• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.

Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti.

Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.

Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza

Durante il terremoto

• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.

Ti può proteggere da eventuali crolli

• Riparati sotto un tavolo.

E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso

• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.

Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire

• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.

Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami

• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.

Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.

E’ possibile che si verifichino incidenti

• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.

Si possono verificare onde di tsunami

• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.

Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli

• Evita di usare il telefono e l’automobile.

E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi

Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te.

Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso

• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.

Potresti aggravare le loro condizioni

• Esci con prudenza indossando le scarpe.

In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci

• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.

Potrebbero caderti addosso

giovedì 24 maggio 2012

Cuori in salute

Un'iniziativa importante del San Raffaele... 


Il dipartimento cardio-toraco-vascolare dell’Ospedale San Raffaele invita i cittadini milanesi a prendersi cura del proprio cuore e delle proprie arterie in una tre giorni – 28, 29, 30 maggio –  dedicata alla prevenzione: 180 visite gratuite su prenotazione, punto informazioni, test sul rischio cardiovascolare scaricabile da internet (www.hsr.it). L’iniziativa è un impegno che il San Raffaele prende con il pubblico per sostenere l’educazione alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, che può essere eseguita con esami poco invasivi e particolarmente efficaci. Sono invitate a partecipare tutte le persone di età compresa tra i 30 e i 50 anni, di entrambi i sessi e in buono stato di salute. La malattie cardiovascolari costituiscono la principale causa di morte, la più frequente di ricovero ospedaliero e una delle cause più importanti di invalidità. Sono malattie di cui si conoscono bene i fattori di rischio, che si dividono in  modificabili, come per esempio lo stile di vita, il fumo, la pressione arteriosa, il colesterolo e il diabete e non modificabili, che dipendo dall’età, dal sesso e dalla familiarità. Tuttavia, studi epidemiologici hanno dimostrato la reversibilità del rischio, ovvero la possibilità di diminuire o di ritardare la comparsa degli eventi attraverso la riduzione dei fattori di rischio. È possibile prenotare telefonicamente, fino a esaurimento posti, il proprio check up cardiovascolare – tel. 02 37069904. Le visite saranno strutturate in due fasi: durante la 1^fase, visita cardiologica, verranno effettuati gli esami del sangue per rilevare colesterolo e glicemia (digiuno da almeno 6 ore), l’elettrocardiogramma e la visita cardiologica. La 2^fase, vascolare, sarà un approfondimento diagnostico per coloro ai quali verrà rilevato un rischio: verranno effettuati ulteriori controlli mediante ecocolordopler carotidi, aorta e arterie renali. “Le conoscenze mediche e scientifiche e il progresso tecnologico a servizio della medicina permettono oggi di ridurre l’insorgenza di patologie cardiovascolari gravi. E’ importante sensibilizzare le persone sulla prevenzione mediante una corretta informazione su stili di vita e fattori di rischio da parte di tutti gli operatori coinvolti”, afferma il Professor Ottavio Alfieri, direttore del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare. “Teva da sempre attenta alla salute del cittadino” aggiunge Marco Grespigna, BU Director Generics-Biosimilar-Pain “da anni pone l’accento sull’importanza della prevenzione, attraverso iniziative e progetti, come quello promosso in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele di Milano, e con campagne educazionali, come DireFareCuore, dedicata alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Si tratta di un’occasione importante per informare e sensibilizzare i cittadini sui rischi, fornendo  consigli pratici sul corretto stile di vita.  Gli incontri permettono anche di informare sui farmaci equivalenti, che a parità di qualità, sicurezza ed efficacia risultano essere fondamentali per la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale”. Questa iniziativa fa parte della campagna DireFareCuore, un patto contro il rischio cardiovascolare promossa e realizzata anche grazie a TEVA, azienda  n. 1 al mondo nella produzione di  farmaci equivalenti. Per ulteriori approfondimenti visitate il portale www.teva-lab.it, il portale di formazione informazione e servizi per l’operatore sanitario. Utilizzando il codice coupon DFCSRAF2012 richiesto al momento della registrazione potrete accedere alle aree riservate compresa la formazione ECM a distanza completamente gratuita.

I numeri del cuore in Italia (un pò vecchi, ma ancora attendibili...): 

Negli ultimi anni, in Italia, è cambiato il quadro delle cause di mortalità della popolazione. Le malattie di natura infettiva hanno lasciato il posto a quelle cronico-degenerative (i tumori e le malattie cardiovascolari costituiscono oggi oltre il 70 per cento della mortalità complessiva) e la curva della mortalità interessa sempre più età avanzate. Dai dati epidemiologici risulta che le malattie cardiovascolari continuano a rappresentare la prima causa di morte nel nostro Paese. L’impatto di tali patologie in termini di mortalità, morbosità si mantiene elevato e costante, anche se in misura complessivamente contenuta e tendenzialmente decrescente. 

Causa di morte19951999
UominiDonnemediaUominiDonnemedia
Malattie infettive0,50,50,50,60,60,6
Tumori31,323,827,532,323,527,9
Malattie sistema circolatorio38,948,743,838,648,243,4
(di cui malattie ischemiche)14,512,313,414,012,713,3
Malattie apparato respiratorio7,34,86,07,95,96,9
Malattie apparato digerente5,14,64,84,64,44,5
Mal definite1,31,71,51,21,51,3
Cause violente6,04,15,05,73,84,7
Altro9,611,810,79,112,110,6

(Fonte: Istat, Indagine sulle cause di morte "Rapporto annuale 2002")

La musica dell'assenza: appuntamento a Mantova

Domani a Mantova presento il libro “La musica dell'assenza”, chi dovesse trovarsi da quelle parti... 


L'articolo uscito su La Provincia di Cremona: 

La ‘guerra’ della musica nel Novecento è stata vinta dal rock’n’roll che ha monopolizzato il pianeta a livello di contenuti e di vendite. Ma chi ha perso questa guerra? L’interessante, curioso e originale saggio scritto da Gianluca Grossi parte proprio da questo domanda per riscoprire e rivalutare i ‘perdenti’. Inizia così la ‘caccia’ a 31 generi dimenticati da pubblico e case discografiche che vengono inquadrati storicamente e musicalmente. E spunti e curiosità non mancano per sbalordire e coinvolgere il lettore. Dall’insubre (la canzone popolare lombarda) al raï algerino, dalla klapa croata al shamisen giapponese, dal bluegrass statunitense allo yodel svizzero. E dietro a ogni genere si nasconde la storia di un popolo, di una terra, di un’autenticità che si è conservata nel tempo e di un’evoluzione dettata dal cuore, dalla vita quotidiana e non dai ‘doveri’ economici. 

Il programma di domani: 

Venerdì 25 maggio 2012 

ore 11.00 Piotta incontra i “nativi digitali” delle scuole medie superiori di Mantova@Arci Tom Tommaso “Piotta” Zanello, cantante, musicista e produttore, incontrerà i ragazzi delle scuole medie superiori di Mantova. Partecipa Claudio Formisano, presidente di Disma Musica. > 14 - 17.00 riunione del Gruppo di Lavoro Nazionale sui “Diritti Culturali” e dei soci Arci della BJCEM. Partecipa Emiliano Paoletti, Segretario Generale della Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo. > ore 16.00 – 18.30 Workshop 1: La musica è sostenibile @ presso l'Associazione industriali in Piazza D'Arco In collaborazione con “Mantova Creativa” Ne parliamo con: Alessio Pascucci - Etruria Eco Festival, Pierpaolo Fortunelli - Eco Luce, Cesare Buffone – Punto 3 srl, Alberto Ravalli - architetto > ore 19.00 “Un libro per aperitivo” @ Libreria “Il pensatoio” Arci Book presenta il libro “La musica dell’assenza” di Gianluca Grossi – Edizioni Arcana Appuntamento nell’ambito del “Maggio dei Libri” promosso dal Centro per il Libro e la Lettura del MIBAC > ore 19.00 “Acoustic words” @Arci Tom Arci Real intervista “in acustico” le bands: Ila Rosso, Ettore Giuradei > ore 21.30 concerto (ingresso con tessera Arci e sottoscrizione di 5 euro) Didascaly – in collaborazione con la Ligue de l’Enseignement – Fal44/Nantes (Francia) Moseek – selezionati contest Suoni Reali in collaborazione con BJCEM/WEYA, MEI, Zimbalam, BedShow NADAR SOLO PERTURBAZIONE Piotta

mercoledì 23 maggio 2012

A caccia del pianeta X


Gli astronomi tornano a parlare dell'ipotesi di un pianeta X, situato oltre l'orbita di Plutone, a 140 miliardi di miglia dal Sole. Secondo gli esperti del National Observatory of Brazil di Rio de Janeiro, il riferimento è a un corpo celeste grande quattro volte la Terra, simile a Nettuno. Sono arrivati a queste conclusioni dopo aver studiato i movimenti di vari asteroidi che compongono la fascia di Kuiper, che ruotano intorno al Sole ai confini del Sistema. Secondo Rodney Gomes, a capo della ricerca, alcuni di questi corpi celesti percorrerebbero un'orbita alquanto insolita, che può essere spiegata solo con la presenza di un gigantesco pianeta oltre i “binari” plutoniani; Gomes ha studiato queste orbite mettendole a confronto con una serie di ricostruzioni virtuali al computer, che differiscono da quanto ci si dovrebbe aspettare dalla cosmologia classica. Rory Barnes, astronomo dell'Università di Washington rivela che “un altro pianeta nel Sistema solare porterebbe non pochi problemi”. E aggiunge: “Credo, comunque, che Gomes non abbia alcuna prova”. La notizia era già stata accarezzata in altre occasioni, a partire dal Diciannovesimo secolo. Qualunque ha anche già azzardato l'ipotesi di un nome: Persefone. In ogni caso, ammesso che esista, è improbabile che si sia formato nel Sistema solare. Più lecito sarebbe, invece, pensare che possa essere stato catturato dal nostro angolo cosmico. La prova potrebbe arrivare dall'individuazione ufficiale di un corpo che gravita intorno al Sole seguendo un'orbita fortemente ellittica. Tutto potrebbe, infine, perdere di significato se il discorso venisse rapportato a Eris, il primo oggetto della fascia di Kuiper scoperto nel 2005, dotato di un raggio superiore a quello di Plutone: si stima che il suo diametro sia pari a 2.326 chilometri. Si trova a 5,6 miliardi di chilometri dal Sole ed è il più grande dei cosiddetti oggetti trans-nettuniani. Vedi:  http://gianlucagrossi.blogspot.it/2011/02/al-di-la-di-nettuno.html

lunedì 21 maggio 2012

Perchè i terremoti colpiscono anche la pianura


Il terremoto in Emilia induce a riflettere sul fatto che forse zone veramente “immuni” dai terremoti in Italia non ce ne siano. In realtà in questo punto dello Stivale sta avvenendo un fenomeno geologico ben preciso: la placca adriatica, in costante movimento, si sta spostando verso nord-est alla velocità di 4 millimetri all'anno. Secondo gli esperti la falda dell'Appennino avanza sotto la pianura padana, comprimendosi e rialzandosi lungo un fronte che ha la forma di un arco e dove si concentra la pericolosità sismica. Il sisma emiliano, in particolare, risulta localizzato lungo la ramificazione più settentrionale della faglia ferrarese, storicamente legata alla geotettonica padana. Non è un fenomeno nuovo. Lo provano eventi sismici avvenuti centinaia di anni fa. Nella stessa area infatti si sono verificati terremoti di simile entità nel 1117, nel 1570 e nel 1987. Si torna quindi a parlare dell'impossibilità di prevedere un sisma. Ma questa volta ci si è andati molto vicini. Stando infatti a uno studio condotto a Trieste, ci sarebbe dovuto essere un terremoto fra marzo e settembre 2012, nel parmense. Siamo ancora lontani da previsioni accurate e sicure ma a un buon risultato si è comunque arrivati. A ciò si è giunti valutando con attenzione le caratteristiche tettoniche del centro Italia e valutando le numerose scosse che si succedono negli anni, nella maggior parte dei casi tanto deboli da non essere percepite dalle persone, ma utili ai geologi per capire in che modo l'energia delle faglie viene sprigionata. Al momento si contato sette vittime e circa 3mila sfollati. Il comune più colpito è Sant'Agostino nel ferrarese, dove sono crollati molti capannoni e il municipio ha subito gravi danneggiamenti. La scossa più potente si è avuta nella notte del 20 maggio, raggiungendo il grado 6 della scala Richter. Ora sono in corso scosse di assestamento.

La mappa del rischio sismico: 



La scala di intesità

giovedì 17 maggio 2012

Nati sotto il segno della Vergine

Facebook serve anche a questo: a scoprire che il giorno di nascita più comune è il 16 settembre, il meno comune (comprensibilmente) il 29 febbraio. Lo studio ha analizzato i nati fra il 1973 e il 1999, arrivando a concludere che, evidentemente, si “fanno i bambini” soprattutto durante le vacanze di Natale. E ciò spiega il motivo dei boom nei giorni settembrini...


lunedì 14 maggio 2012

Lotta allo stafilococco


Una sostanza presente in una rara pianta che cresce in Cile potrebbe aiutare a combattere lo Staphylococcus aureus, un batterio pericoloso che resiste all'azione antibiotica e infesta gran parte dei nostri centri ospedalieri. A capo dello studio c'è il chimico Jes Gitz Holler che ha viaggiato a lungo nella foresta pluviale con altri scienziati dell'Università di Copenaghen. Gli esperti si sono prodigati per raccogliere piante ed erbe che da millenni gli abitanti locali sfruttano per curare i propri mali. Holler ha così individuato in un avocado cileno (Persea lingue) una sostanza, poi battezzata Composto 1, che ha il potere di bloccare la pompa interna alle membrane del batterio MRSA, in grado di espellere gli antibiotici rendendoli inutili. «Abbiamo raccolto numerose specie e le abbiamo vagliate per vedere quali avevano maggiore efficacia», ha spiegato Holler. «Sulle più promettenti abbiamo eseguito l'isolamento guidato da prova biologica». In altre parole - si legge sulla rivista Science – gli estratti delle piante sono stati separati nelle loro componenti per capire quali fossero responsabili dell'effetto antibatterico. Staphylococcus aureus è la più comune causa di infezione concernente le fasi post-operatorie. Può arrivare a provocare infezioni letali, come la setticemia. Così, quando alcuni suoi ceppi, gli MRSA, sono in grado di contrastare gli antibiotici il problema diviene difficile da gestire. In futuro si tenterà, quindi, di scoprire se il Composto 1 è tossico all'interno dell'organismo e che effetto ha su di esso l'attività dell'apparato digerente. Se non dà problemi si potrà pensare di somministrare la nuova sostanza prima degli antibiotici. «La ricerca deve seguire nuove strade, una è quella delle sostanze naturali», chiude Holler.

venerdì 11 maggio 2012

La prima volta di Dragon


Il primo taxi spaziale è pronto al decollo. Si ratta di un prototipo, la capsula Dragon, testata con successo negli ultimi mesi. Sviluppata dalla una compagnia di Hawtorne, California, in collaborazione con la NASA, sarà lanciata ufficialmente il prossimo 19 maggio verso la Stazione orbitale internazionale. Si tratta del primo lancio di un veicolo di tipo commerciale. Il prototipo dell'azienda SpaceX volerà senza equipaggio, ma potrebbe potenzialmente agire come una sorta di taxi spaziale, in grado di trasportare fino a sette astronauti verso le stazioni spaziali orbitanti. Molti esperti parlano di un ritorno agli anni Sessanta. Osservando, infatti, con attenzione Dragon, sembra di vedere una capsula simile a quelle utilizzate per il programma Apollo; la stessa, peraltro, impiegherà un razzo per raggiungere il cosmo, il Falcon 9, un colosso di 54 metri e un diametro di quattro metri. I test sono andati a gonfie vele. Lo scorso 30 aprile c'è stata una prova generale di accensione dei nove motori del razzo Falcon e tutto è andato secondo programma.

lunedì 7 maggio 2012

Rimpiccioliti dall'effetto serra



Ci sono stati tempi in cui le specie animali e vegetali erano molto più grandi di quelle attuali. Basta pensare ai dinosauri o alle felci e agli equiseti giganti. Oggi, però, a causa dell'effetto serra sembrerebbe che le dimensioni delle specie naturali stiano rimpicciolendosi sempre più. È questo il succo di uno studio condotto da Jennifer Sheridan e David Bickf dell'Università di Singapore. Gli scienziati hanno appurato che, a ogni grado in più del nostro clima, la taglia degli invertebrati marini (stelle di mare, ricci di mare e spugne) si riduce dal 0,5 al 4%. Nei pesci va ancora peggio con riduzioni comprese fra i 6 e il 22%. Secondo i ricercatori americani la colpa è dell'effetto serra e dell'eccessiva quantità di anidride carbonica presente nell'aria e nelle acque. Un fenomeno analogo sarebbe avvenuto oltre cinquanta milioni di anni fa, con animali come api, vespe e formiche che ridussero le loro dimensioni fra il 50 e il 75%. Toccò anche a specie evolute come i mammiferi che videro ridimensionati i loro corpi del 40%. La ricerca evidenzia che duranti le fasi climatiche più calde animali e piante si rimpiccioliscono; diventano, invece, più grandi nel corso delle fasi fredde.

giovedì 3 maggio 2012

L'origine etrusca

E se gli etruschi discendessero dai traci? Un azzardo? In questo documentario si evidenziano le analogie fra l'antico popolo italico e quello di origine orientale... 

Trasgressioni marine, non dipende solo dall'effetto serra


Spesso quando si sente parlare di acque alte, si finisce per fare un po' di confusione, non sapendo mettere bene a fuoco ciò che è il frutto di empasse climatologici, da ciò che è invece collegato a fenomeni contingenti, quasi sempre di natura geologica. Alla luce di ciò si può introdurre l'argomento soffermandosi sul fatto che in tutto il mondo il livello delle acque sta progressivamente aumentando per un motivo ben preciso: lo scioglimento dei ghiacci. L'argomento è strettamente dipendente dal cosiddetto effetto serra, tale per cui, con l'aumento medio delle temperature, si ha anche una velocizzazione dei processi di scioglimento glaciali, che, di conseguenza, provocano un innalzamento globale dell'asticella immaginaria che misura l'orizzontalità di mari e oceani. Sul surriscaldamento globale se ne parla tutti i giorni, spesso a sproposito. Le dispute insorgono anche fra gli addetti ai lavori, con scienziati schierati con l'idea che l'effetto serra sia esclusivamente colpa dell'uomo, e altri convinti invece che la sovrabbondanza di anidride carbonica nell'aria sia il semplice risultato di un processo di equilibrio intrinseco alle dinamiche “esistenziali” della Terra: in pratica il nostro pianeta si saprebbe regolare da solo, decidendo secondo parametri che probabilmente ci sfuggono, in che modo creare i presupposti per un periodo di caldo, piuttosto che freddo. Quel che è certo è che le percentuali gassose nell'aria sono in costante cambiamento, da sempre, per cui i livelli di anidride carbonica, ma anche ossigeno e altri elementi non sono mai uguali a se stessi. È, peraltro, sulla base di questi cambiamenti che flora e fauna interagiscono strettamente con l'ambiente, provocando “epoche” di storia naturale diversissime fra loro che si accavallano dalla notte dei tempi. Per esempio è noto che nel Carbonifero ci fu un aumento considerevole di ossigeno nell'aria, tale per cui molti animali ampliarono i loro sistemi respiratori, diversificando specie che oggi paiono impensabili e in oggettiva controtendenza ai criteri aerobici attuali. È per questo che si assiste al cosiddetto “gigantismo degli insetti”. Nel Carbonifero compaiono insetti grandi come uccelli, libellule che oggi potremmo tranquillamente rapportare alle dimensioni di un gabbiano, per via di sistemi tracheali decisamente oversize. Lo stesso riguarda il biossido di di carbonio che negli anni è cambiato. Senza andare troppo in là nel tempo si può immaginare che ci fossero delle strette relazioni fra “indici carbonici” atmosferici e l'optimum climatico medievale e la PEG (Piccola Età Glaciale) avvenuta fra il Quattrocento e l'Ottocento. Nella rima fase la temperatura era mediamente più alta di quella attuale. La verde Groenlandia dava ospitalità a genti che, presumibilmente, raggiunsero le Americhe molto prima di Colombo. Successivamente si innesca un fenomeno controverso, con un abbassamento del limite delle nevi perenni di almeno duecento metri: in Inghilterra non è più possibile coltivare la vite e molti insediamenti in Groenlandia e Islanda vengono abbandonati per il drastico abbassamento delle temperature. Più ampie oscillazioni dei valori gassosi nell'aria si hanno in concomitanza con l'alternanza fra periodi caldi e glaciazioni: l'ultimo evento glaciale risale a 13mila anni fa, con la fine della glaciazione wurmiana e l'inizio di un interglaciale che, nonostante piccole oscillazioni climatiche non più lunghe di qualche secolo, perdura ancora oggi. Uno degli elementi che consente di misurare quest'avvicendamento fra periodi caldi e freddi è lo studio delle regressioni e trasgressioni marine, ossia i periodici innalzamenti e abbassamenti del livello delle acque che si trovano impressi nelle rocce, a mo' di traccia fossile, offerta da particolari molluschi. Da ciò si deduce che il livello dei mari è in costante mutazione, così come le percentuali di gas nell'aria e l'abbondanza di ghiacci sulla Terra: durante i periodi caldi il mare sale e i ghiacciai si restringono, durante le fasi fredde, avviene il fenomeno contrario. Nel Pleistocene si assiste a una fase fredda in cui i ghiacciai raggiungono spessori considerevoli in tutto l'emisfero boreale; di contro i mari si abbassano drasticamente, calando la virtuale asticella di riferimento di circa 120 metri. È, dunque, alla luce di queste dinamiche geofisiche che deve essere visto il processo attualmente in atto concernente la crescita delle acque su tutto il pianeta: al di là dell'effetto serra conclamato, va valutato il fatto che stiamo assistendo a una fase diametralmente opposta a quella verificatesi nel Pleistocene, che anziché contemplare l'abbassamento dei mari, riguarda il loro innalzamento. E così si spiega il motivo per cui le peggiori stime assicurano che entro il 2100 città come Venezia, New York e Londra finiranno per parafrasare il mito di Atlantide. Però non sempre l'aumento dei mari è figlio dello scioglimento glaciale e dell'incremento dei livelli di anidride carbonica nell'atmosfera, e quindi dei mutamenti a livello globale. Venezia, per esempio, sprofonda anche perché sorge in un contesto geologico precario, dove si sta verificando uno scontro fra masse continentali. In tal senso sussiste un processo noto come subduzione, che i geologi riconducono allo scivolamento di una placca litologica sotto l'altra, con conseguente innesco di processi magmatici e abbassamenti pedologici. Va ricondotto a questi eventi anche la formazione di nuove catene montuose sottomarine, tali per cui l'occupazione volumetrica di un certo bacino va di pari passo con l'innalzamento delle acque. Nel messiniano, invece, con la chiusura dello Stretto di Gibilterra, si è avuto un lento e progressivo prosciugamento del Mare Mediterraneo, con un calo eccezionale del livello marino. Si parla non a caso di crisi del messiniano per delineare un periodo geologico in cui l'area mediterranea era profondamente diversa da quella attuale. Ha fine con il Pliocene, con l'apertura di un canale attraverso Gibilterra e il riversamento di quantità straordinarie di acqua, con cascate cento volte più “possenti” delle cascate Vittoria. Un altro riferimento va al fenomeno del bradisismo che, pur non contemplando la variazione eustatica delle acque concernente gas e tettonica a placche, inevitabilmente porta a un altalenante su e giù del livello marino in relazione a un preciso ambito geografico. Il bradisismo è per esempio quello che si verifica in località come Pozzuoli dove, una sottostante camera magmatica, in seguito a processi di pressurizzazione e depressurizzazione, porta il suolo a periodiche altalene. In media il bradisismo induce a “scuotimenti” pedologici dell'ordine di un centimetro all'anno, benché in alcuni periodi il fenomeno sia più o meno accentuato.