Un posto isolato da tutto e da tutti, nel cuore della Sardegna; fra i luoghi più silenziosi del mondo, dove l’impatto antropico è pressoché nullo e così il rischio sismico. Un paradiso terrestre? Piuttosto il posto ideale dove ospitare ET, l’Einstein Telescope, avveniristico progetto coinvolgente vari enti astrospaziali, che mira a fare luce sugli oggetti più misteriosi del cosmo, i buchi neri. Fonte delle cosiddette onde gravitazionali, predette da Einstein, e ufficialmente scoperte cinque anni fa, per via della collisione fra due giganti cosmici dove anche luce non trova scampo. “Riconferma che abbiamo avuto nel 2017, attraverso lo studio di due stelle di neutroni”, racconta al Giornale Enzo Brocato, dell’Inaf, oggetti super densi, figli dell’implosione di astri molto più grandi del sole. Il nuovo telescopio potrebbe essere battezzato fra due o tre anni. E andrebbe ad affiancare altre due potenti apparecchiature, Ligo e Virgo, in attività da qualche anno negli Stati Uniti e in Italia. “Sono interferometri, per l’esattezza”, rivela Brocato, “dunque strumenti che sfruttano un gioco di raggi laser per calcolare misure infinitesimali capaci di svelare dinamiche dell’universo che fino a oggi non abbiamo mai potuto considerare”. In lizza anche un sito in Olanda, al confine con il Belgio e la Germania. Ma la Sardegna sembrerebbe solleticare maggiormente gli interessi degli astronomi. In questi giorni, infatti, è stato divulgato uno studio ufficiale, nel quale si segnalano le ottime caratteristiche ambientali della zona; in corrispondenza di una miniera abbandonata, dove un tempo si estraevano metalli, Sos Enattos, a pochi chilometri da Nuoro. Un mondo fuori dal mondo, dominato dalla natura, e dall’idea che il tempo non passi mai. “Proprio come accade affrontando il concetto di spazio tempo che potrebbe ulteriormente essere messo in evidenza dall’Einstein Telescope”, prosegue Brocato. “Perché le onde gravitazionali hanno mostrato di poterlo modificare muovendosi nello spazio, proprio come i fotoni della luce percorrono la loro strada sottoforma di onde elettromagnetiche”. Le onde gravitazionali, però, sono qualcosa d’altro, “una nuova finestra sul cosmo”, che potrebbe anche aiutarci a comprendere il mistero della materia oscura. Gli elementi della tavola periodica, infatti, rappresentano solo la materia ordinaria, con la quale siamo soliti confrontarci. Ma tutto il resto, che è la percentuale più vasta, rimane un enigma. “Ecco perché è importante l’azione dell’Eistein Telescope”, conclude Bracato. “Se è vero che il cosmo è composto da particelle ancora sconosciute, la possibilità di poter leggere quel che accade a distanze straordinarie, dove i buchi neri impazzano, potrebbe permetterci di fare luce anche su questa sfuggente realtà”.
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