Ragni giganti, mammiferi simili a topi e lepri, orchidee dai colori sgargianti e completamente prive di foglie. Sono solo alcune delle nuove specie scoperte dal Wwf nella foresta pluviale del Mekong, nel sudest asiatico, uno dei luoghi con maggiore biodiversità della Terra, al pari della foresta Amazzonica. Lo studio, diffuso ieri dal Wwf, parla per la precisione di 1.068 nuove specie viventi – fra piante e animali – individuate nel decennio 1997-2007. Fra gli esemplari più particolari emersi dallo studio spiccano il millepiedi Desmoxytes purpurosea, caratterizzato da una colorazione rosa accesa, mai vista prima in un artropode. Il Laonastes aenigmamus, detto anche ‘topo delle rocce’, un roditore che si credeva estinto da anni e che invece s’è rifatto vivo fra gli scatoloni di un mercato del Laos, nel 2005. Il Nesolagus timminsi, una lepre variopinta, contraddistinta da lunghe linee scure sul dorso, e da grande agilità, individuata soprattutto nel Vietnam. Il Trimeresurus gumprechtiun, crotalo colorato di verde, quasi fosforescente, dotato di particolarissime squame a forma di cuore e dalla testa triangolare. Il Jabouilleia naungmungensis, un uccello con un corpo simile a un comune passeriforme, ma con il becco lungo e ricurvo. Fra gli animali, l’esemplare che ha destato maggiore interesse, è stato sicuramente l’Heteropoda maxima, un aracnide scoperto nel 2001: si tratta probabilmente del ragno più grande del mondo con zampe lunghe fino a 30 centimetri. Nonostante le dimensioni, però, non è pericoloso per l’uomo, benché sia in grado di mordere provocando arrossamenti e prurito. Per quanto riguarda i vegetali - delle cinque nuove specie di orchidee scoperte - tre sono completamente prive di foglie (circostanza assai rara per questo genere di piante), non contengono clorofilla e vivono sulla materia in decomposizione, imitando il comportamento dei funghi e delle muffe. Le altre nuove piante includono una specie di Arum caratterizzata da appariscenti fiori gialli e dalle classiche foglie a forma di imbuto, e due aspidistra (che dalle nostre parti siamo soliti coltivare in vaso), una dal grande fiore quasi nero e l’altra dai delicati fiori gialli. “Il rapporto Wwf sulla biodiversità nella regione del sudest asiatico del grande Mekong, dimostra la straordinaria importanza della ricerca sulla biodiversità del nostro pianeta – rivela a Libero Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia -. Abbiamo speso somme ingenti per spedizioni spaziali ma ancora non conosciamo la meravigliosa ricchezza della vita sul nostro pianeta che, peraltro, è fondamentale per la nostra economia ed il nostro benessere: senza la natura e le risorse viventi non esiste infatti alcun sviluppo socio-economico delle nostre società”. Complessivamente gli scienziati del cosiddetto ‘Greater Mekong Programme’ hanno classificato 519 piante, 279 pesci, 88 rane, 88 ragni, 46 lucertole, 22 serpenti, 15 mammiferi, 4 uccelli, 4 tartarughe, 2 salamandre. “Pensiamo che un simile lavoro sia degno dei libri di storia – ha dichiarato il direttore del programma, Stuart Chapman. Fatta dunque luce sulla straordinaria biodiversità di questo angolo di pianeta, adesso la speranza dei ricercatori del Wwf è quella di vedere i governi locali attivarsi concretamente per la salvaguardia dell’ambiente del sudest asiatico, fortemente compromesso dalla distruzione delle foreste per la raccolta illegale di legna, dallo sfruttamento delle risorse e dalla caccia. Secondo gli scienziati, peraltro, quanto è stato scoperto in questi dieci anni, potrebbe rappresentare solo la punta di un iceberg. “La ricchezza della vita sulla Terra che il Wwf sta esplorando e salvaguardando ovunque sia possibile, è la base fondamentale del mantenimento degli equilibri dinamici che si sono andati evolvendo sul nostro affascinante pianeta – chiude Bologna - e costituiscono una garanzia per il benessere delle nostre attuali e future generazioni”.
(Pubblicato su Libero il 17 dicembre 08)
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