(Pubblicato su Libero il 4 marzo 09)
mercoledì 4 marzo 2009
Vizi e virtù del Viagra
Sono passati più di dieci anni dall’entrata in commercio del Viagra e la sua importanza nella lotta all’impotenza è ormai consolidata. Ciò che però ancora non si sa con precisione è se il famoso medicinale può far bene anche in altre situazioni. A questo proposito uno studio divulgato recentemente da esperti dell’Università La Sapienza di Roma dice che il Viagra è benefico anche per il cuore. In particolare, secondo gli scienziati, è in grado di aiutare a recuperare la funzionalità cardiaca perduta in pazienti obesi e diabetici. Lo studio - condotto su 100 malati, tutti contraddistinti da un cuore patologicamente ingrossato, ha dimostrato che il sildenafil - principio attivo del Viagra - riesce a modificare la struttura del corpo cardiaco e, rafforzando la struttura muscolare, anche a migliorare la sua funzionalità. La notizia desta una certa curiosità in quanto si è spesso detto che il Viagra è controindicato per chi soffre di malattie cardiovascolari, o chi – avendo la pressione alta – lo assume durante il periodo estivo. Dunque dove sta la verità? Il sildenafil, dopo più di dieci anni di consumo su larga scala, fa bene o male al cuore? “All’inizio si pensava che potesse creare dei problemi cardiovascolari – dice a Libero Patrizio Rigatti, Direttore del dipartimento di Urologia dell’Università Vita-Salute del San Raffaele – oggi, però, questo rischio si sa che è infondato. Il Viagra è sconsigliato solo alle persone in cura con nitrati, come quelle che soffrono di qualche forma di angina. In questi casi la medicina può provocare un repertino calo della pressione arteriosa che può anche costare la vita al paziente”. Secondo i cardiologi e gli urologi la correlazione fra attività cardiovascolare e impotenza (e quindi utilizzo del Viagra) è sempre stata nota, partendo dal presupposto che nel 50% dei casi la disfunzione erettile è addirittura in grado di predire un infarto. Ciò che non era ufficiale è che potesse realmente fare bene anche al cuore, migliorando la sua vascolarizzazione. “In pratica l’azione benefica del sildenafil nei confronti del cuore è analoga a quella espressa dalla stessa molecola per ciò che riguarda i corpi cavernosi del pene – continua Rigatti -. In entrambe le situazioni, infatti, si ha un miglioramento della circolazione sanguigna. Nel primo caso si vince l’impotenza, nel secondo si contrasta l’ingrossamento del muscolo cardiaco, molte volte anticamera dello scompenso cardiaco, tipico di chi soffre di diabete o obesità”. Ma le proprietà terapeutiche del Viagra non finiscono qui. Il medicinale infatti viene anche utilizzato per contrastare l’ipertensione polmonare, grave patologia che si verifica nel momento in cui la pressione nel ventricolo destro a riposo supera i 25 mmHg. Recentemente dei ricercatori della Universisty of Alberta ad Edmonton in Canada hanno valutato gli effetti nel lungo periodo del Sildenafil coinvolgendo con successo 4 pazienti con ipertensione polmonare. Il farmaco è stato somministrato al dosaggio di 50 mg ogni 8 ore per 3 mesi e in tutti i casi esaminati c’è stato un miglioramento netto della patologia. Dunque il Viagra fa sempre e comunque bene alla salute? “In realtà non sempre è così – prosegue Rigatti -. Come dicevamo prima non è consigliato in chi assume farmaci a base di nitrati. Va poi aggiunta un’altra categoria di malati: quelli affetti da rare e gravi patologie oculari. Chi ha problemi di vista dovrebbe rivolgersi a un oculista prima di assumere il Viagra”. Contro il Viagra c’è infine anche uno studio pubblicato su Fertility and Sterility nel quale si dice che il medicinale ha il potere di ridurre la fertilità maschile danneggiando gli spermatozoi. In questo caso i ricercatori della Queen’s University di Belfast hanno messo in luce che gli spermatozoi esposti al Viagra, a concentrazioni simili a quelle assunte dai maschi, provocano danni a livello dell’acrosoma, il "cappuccio" che copre la testa dello spermatozoo, importantissimo per la fertilità. “Questi risultati però – chiude lo specialista del San Raffaele - necessitano di valutazione su ampia scala e su casistiche multicentriche”.
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