Si
sa da tempo che l'amicizia e le relazioni sociali rappresentano cardini
fondamentali per una vita lunga e serena: aumentano, infatti, le risposte
immunitarie dell'organismo e, in generale, si ha un miglioramento globale delle
condizioni di salute. Vale per l'uomo, ma anche per gli animali, perlomeno
quelli più evoluti, simili alla nostra specie anche dal punto di vista
genetico. L'ultima prova è dimostrata da uno studio condotto su oltre duecento
babbuini di sesso femminile delle pianure meridionali del Kenya. Si è visto che
gli animali più socievoli e abituati a vivere in stretto contatto con altri
individui, vivono in media due o tre anni in più rispetto agli altri. Si sapeva
che fosse una prerogativa dei clan di primati (ma anche dei ratti e dei delfini),
ma è la prima volta che una ricerca si concentra sulle relazioni fra individui
di sesso opposto, confermando l'importanza delle relazioni sociali sotto ogni
punto di vista.
Nei dettagli è emerso che le femmine che socializzano con altre
femmine corrono il 34% di rischi in meno di morire; percentuale che sale al 45%
se si considerano gli esemplari coinvolti in rapporti fra sessi differenti. Secondo
Susan Alberts, della Duke University, la socializzazione nel campo dei primati,
può essere ricondotta al pettegolezzo umano, spesso bollato di un significato
negativo, ma molto utile per cementare i rapporti, consolidare punti di vista e
facilitare nuove esperienze. Grazie a essa i babbuini resistono di più alle
malattie e sono maggiormente in grado di beneficiare di risorse di cibo e di
acqua.
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