I dinosauri
ormai estinti e un mondo completamente cambiato. Così i mammiferi hanno avuto
la possibilità di esplorare nuove nicchie ecologiche evolvendosi con rapidità e
predisponendo alla nascita dell’uomo. Lo dimostra il cratere nella penisola
dello Yucatan, grande quanto lo stato americano del Vermont, dovuto all’impatto
di un asteroide, avvenuto 65 milioni di anni fa. Gli studi pubblicati sul
Biological Reviews Journal, sono stati condotti da scienziati dell’Università
di Edimburgo, secondo i quali, al momento dell'impatto, gli animali presenti
entro migliaia di chilometri dalla deflagrazione sono stati polverizzati. «Finì tutto come un pane tostato», rivela
Stephen Brusatte, a capo dello studio. Fu un periodo grigio per il pianeta.
L’impatto dell’asteroide, infatti, fu preceduto e seguito da incendi, piogge
acide e attività vulcaniche.
Il mondo divenne
più buio e più freddo. Ne risentirono i vegetali e i consumatori primari.
Intere catene alimentari furono spazzate via. Nicholas Longrich dell’Università
di Bath ironizza dicendo che fu peggio delle piaghe bibliche. Solo poche aree
rimasero immuni dalla catastrofe. Sparirono i tirannosauri, i triceratopi, gli
anchilosauri, animali che avevano dominato la Terra per milioni di anni. E così
si fecero largo animali che fino a quel momento avevano vissuto nascosti,
riparati dalla potenza dei grandi rettili. «L’evoluzione
impazzì e i sopravvissuti ebbero la possibilità di conquistare un intero mondo».
Il successo potrebbe avere riguardato un animale come il Didelphodon vorax,
creatura di cinque chili di peso, ma dotato di un potentissimo morso che gli ha
consentito di nutrirsi di ogni cosa: molluschi, uova di dinosauro, vertebrati,
piante.
Viveva a ridosso
dei corsi d'acqua, imitando il comportamento delle attuali lontre. Gli esperti
l’hanno identificato da alcuni resti fossili: il cranio, in particolare, ha
consentito di comprendere l'efficacia del suo apparato boccale. I resti
provengono da strati litologici del Montana che hanno registrato il clima da
due milioni di anni prima dell’impatto con l’asteroide, a un milione di anni
dopo. Sono presenti alti livelli di
iridio che attestano l’impatto con un corpo celeste. Scomparve anche il 75%
dei mammiferi, ma molti di essi ebbero la possibilità di prosperare e, di
fatto, spianare la strada ai primati, da cui si origineranno le forme
australopitecine, i nostri più antichi progenitori.
Nessun commento:
Posta un commento