Con il concetto di entropia
spieghiamo il senso dell’universo ma anche della quotidianità. Se un uovo cade
per terra frammentandosi in mille pezzi, sappiamo che non può tornare allo
stato originario; suggerisce che ogni cosa tende al cosiddetto “disordine”,
questa è l’entropia. Ma presuppone un altro parametro chiave: il tempo.
Unidirezionale. Il tempo passa e non torna più, così come l’entropia determina
il disordine di un sistema che non può più essere ripristinato. Sono concetti
di natura fisica e chimica, ancora avvolti da molti dubbi; ma con una certezza:
la nozione di tempo non è come l’abbiamo sempre immaginata. Ecco il succo del
lavoro compiuto da un team di scienziati russi, in Svizzera; capaci di far
tornare “indietro” il tempo, di una frazione infinitesimale, ma del tutto
realistica. Hanno preso in considerazione l’attività degli elettroni e l’hanno
sostituita con i qubit, vale a dire l’informazione quantistica, basata sui
quanti per memorizzare ed elaborare dati: i quanti sono “pacchetti di energia”
che spiegano la variazione di posizione degli elettroni ogni volta che vengono
in contatto con particelle come i fotoni della luce; i fotoni eccitano
l’elettrone che sale a un livello energetico superiore, per poi tornare allo
stato iniziale, perdendo energia. Per capirci meglio, immaginiamo un tavolo da
biliardo, prima dell’inizio di una partita, con il caratteristico triangolo di
bocce situato dalla parte opposta rispetto al giocatore che partirà per primo.
Questo è il punto zero elaborato dagli scienziati facendo funzionare un
computer quantistico. Nella fase due il qubit perde la sua stabilità variando
la sua posizione rispetto allo spazio (come accade con gli elettroni),
riconducibile al momento in cui la palla colpisce il triangolo sparpagliando
tutte le sfere. Dal livello zero si passa all’uno. Ora, sappiamo dalle leggi
dell’entropia, che tendendo al disordine, non si può più tornare indietro. E
invece nello step successivo si passa allo stadio iniziale, rispristinando (sempre
metaforicamente) la geometria delle biglie. Il test ha evidenziato che i qubit
tornavano allo stato iniziale nell’85% dei casi. Andrey Lebedev lavora all’ETH
Dipartimento di fisica di Zurigo, in Svizzera. È qui che ha condotto i suoi
esperimenti. Mettendo in luce qualcosa su cui si sta indagando da tempo, con un
test effettivamente accattivante; ma che nulla ha a che vedere con la reale
possibilità di viaggiare nel tempo. Nulla a che vedere con lo scienziato pazzo
di Ritorno al futuro, o con le odissee interstellari di Star Trek. Siamo ancora
nel campo delle probabilità scientifiche; e delle enigmatiche “perversioni” che
caratterizzano l’infinitamente piccolo; in contrapposizione all’infinitamente
grande dettato dalla relatività. E proprio Einstein sosteneva l’ambiguità del
tempo, perché in funzione del punto di vista dell’osservatore: la paradigmatica
storiella del gemello che parte per un viaggio nello spazio, torna a casa e scopre
il fratello molto più vecchio di lui, è eloquente. Il tempo è passato per uno,
ma non per l’altro. Poi è arrivato Schrodinger a stabilire che un gatto in una
scatola può essere sia vivo che morto: contemporaneamente. Questo nuovo
esperimento che parafrasa la meccanica quantistica, non fa altro che
riconfermare l’inesattezza del nostro pensiero collettivo; il tempo è un
concetto arbitrario che dipende strettamente dalla nostra percezione della
realtà. Molto probabilmente assai lontana dalla verità.
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