giovedì 2 maggio 2019
A un passo dalla fusione nucleare (sulla Terra)
Difficile prevedere come varierà
la popolazione a livello mondiale, ma è certo che se aumenterà sarà
fondamentale essere in grado di sviluppare nuove forme di energia per
soddisfare le esigenze di tutti. Carbone e petrolio stanno finendo e le
rinnovabili fanno fatica a decollare. Ecco perché l’attenzione degli scienziati
è rivolta all’ipotesi di fare avvenire sul nostro pianeta, quel che accade normalmente
nel cuore delle stelle. La fusione nucleare è un processo che consente la
produzione di immani quantitativi di energia ma avviene solo a temperature
elevatissime. Appunto, nel cuore di una stella, dove si arriva ai milioni di
gradi centigradi. L’alternativa sono centri di produzione energetica come l’Iter
francese (da International Thermonuclear Experimental Reactor) che promette di arrivare
a tanto entro il 2030. Oggi, però, abbiamo già ottenuto un bellissimo
risultato: un processo energetico di fusione nucleare che si è protratto per
cento secondi. Non in Francia, dove Iter vedrà la luce, ma in Cina, a Hefei,
città a est del Paese. “Perché il costo del progetto è esorbitante”, dice
Bernard Bigot, direttore generale di Iter, “e non può prescindere dalla
collaborazione duratura e proficua fra molti paesi”. In Cina è già da un po’ che
si effettuano esperimenti per poter avviare la fusione nucleare in Europa. È infatti
in azione il reattore sperimentare East (Experimental Advanced Superconducting
Tokamak), una sorta di “sole artificiale”, tarato per raggiungere temperature
estreme, impossibili da sostenere per le dinamiche terrestri. Lo scorso
novembre il primo importante step: con il raggiungimento di una temperatura di
cento milioni di gradi. Ora il traguardo di essere riusciti a prolungare questa
condizione per più di un minuto e mezzo. Record, e grandi prospettive per il
futuro: “Con questa macchina straordinaria, speriamo di contribuire in modo
determinante allo sviluppo del primo impianto per l’energia nucleare derivante
dalla fusione”, racconta Song Yuntao, fra i leader del progetto East. Siamo solo
all’inizio. Perché, costi a parte, la finalità è quella di arrivare a 150
milioni di gradi per un tempo indefinitivamente lungo. Sennò l’energia non
arriva. Ma è questa, senza dubbio, la strada da seguire. E per il 2025 potremmo
davvero essere a buon punto; in Cina, ma anche nel reattore di
Saint-Paul-lès-Durance. In Francia si arriverebbe così a imitare quel che
accade normalmente negli astri, e che non ha nulla a che vedere con la fissione
nucleare, se non per il coinvolgimento di specifiche realtà atomiche. Con la
fusione si mira, di fatto, a fondere i nuclei dell’elemento più leggero, l’idrogeno,
per ottenere atomi di elio, neutrini e soprattutto energia. Mentre la fissione
opera al contrario, coinvolgendo atomi molto pesanti che vengono bombardati
producendo energia. Le stelle funzionano con la fusione e quando avranno
bruciato tutto l’idrogeno finiranno per fondere gli elementi via via più
pesanti, fino al ferro, forse. La nostra stella ci offre l’esempio più
esplicito, dove ogni secondo 600 milioni di tonnellate di idrogeno vengono
trasformate in 596 milioni di tonnellate di elio: e come predicò Einstein per
il rapporto massa/energia si avrebbero pertanto quattro tonnellate di massa
tradotte in energia pura. Perché la fusione nucleare? Perché è molto più sicura
e redditizia della fissione. Non si correrebbero rischi come quelli di
Chernobyl; e in caso di malfunzionamento della centrale il processo si
esaurirebbe da solo, senza impattare sull’ambiente. Non ci sarebbero gas serra,
né produzione di pericolose scorie radioattive. Fra pochi anni la risposta
definitiva che potrebbe rivoluzionare il cammino del genere umano.
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