Un matrimonio perfetto. Qualcosa a cui aspirano in tanti, ma che - stando almeno a quel che dicono le statistiche relative ai divorzi e alle separazioni - in pochi riescono a realizzare. Il motivo? Primo fra tutti quello che, a lungo andare, in un rapporto di coppia, vengono a mancare quei gesti apparentemente banali e scontati che, però, rappresentano il cemento di una relazione. Per esempio le coccole, gli appuntamenti romantici, i weekend al mare... L’argomento è stato affrontato di recente da Ludwig F. Lowenstein, psicologo dei Southern England psychological services. Lo studioso ha coinvolto in una serie di test 4mila coppie sposate arrivando a stabilire “la formula del matrimonio perfetto”. In realtà, in questa formula, non compaiono astruse operazioni di matematica, ma solo dei numeri corrispondenti alle azioni più tipiche che dovrebbero contraddistinguere la quotidianità di due sposi. Secondo Lowenstein, ogni giorno, andrebbero dedicati al proprio partner 4 momenti di ‘coccole’; ogni mese, 3 gesti romantici, 1 colazione a letto, 1 uscita per andare al cinema, 7 serate di ‘coccole’, 2 regali romantici, 2 passeggiate romantiche, 3 cenette romantiche cucinate in casa; 2 volte all’anno, un fine settimana breve in qualche località di mare o montagna e 2 vacanze complete. E per quanto riguarda il proprio spazio personale alla formula va anche aggiunta la cosiddetta serata (o addirittura nottata) libera, sia per l’uno che per l’altro, da dividere singolarmente con gli amici. Stando infatti alle conclusioni di Lowenstein, per un buon rapporto di coppia, non è fondamentale solo concedersi il più possibile all’altro, ma anche consentire al proprio partner di uscire, saltuariamente, con chi desidera. “Coccole, carezze e gesti romantici sono fondamentali per dimostrare al partner quanto teniamo a lui – spiega lo studioso inglese -. Sono gesti che aiutano a dire ‘sto bene con te’, tu mi piaci’, ‘apprezzo le tue cure e la tua amorevolezza’. Purtroppo, però, col passare del tempo, queste abitudini vengono meno, e con ciò anche il matrimonio rischia di perdere il suo equilibrio iniziale”. Non è un caso infatti che – secondo una recente indagine condotta da Ipsos per conto di Bayer - una coppia italiana su tre si dichiara “stanca e disillusa”. In realtà non tutti sono completamente d’accordo con le conclusioni di Lowenstein. I ricercatori dell’Istituto di Psicologia Clinica Rocca-Stendoro di Milano, per esempio, credono che con queste tesi si rischi di banalizzare lo studio del rapporto di coppia, che anche quando c’è l’amore è quasi sempre difficoltoso: “In una relazione di coppia sono senz’altro importanti i gesti gentili e affettuosi, ma lo sono altrettanto quelli in cui – se è il caso – si arriva anche a contraddire il partner – spiegano Renzo Rocca e Giorgio Stendoro, dell’Istituto di Psicologia Clinica Rocca Stendoro di Milano -. È quella che noi psicologi chiamiamo ‘l’esperienza del “no”, basata sulla capacità di saper dire di no al momento opportuno, senza nulla togliere all’armonia della coppia. Probabilmente, nel caso relativo alla possibilità di consentire al partner un’uscita libera mensile, è più importante saper dire di no, che sì”. In ogni caso le stime diffuse recentemente dall’Istat sulle coppie italiane non sono molto confortanti. In Italia, fra il 1996 e il 2006 i divorzi sono aumentati del 51,4%, passando da 32.717 a 49.534. Incrementi più limitati, ma sempre significativi, anche per le separazioni, che nello stesso decennio preso in esame dall'Istituto di statistica sono aumentate del 39,7%, passando da 57.538 a 80.407. Le coppie che scoppiano sembrano però soprattutto una prerogativa delle regioni nordiste: al Nord, infatti, si registrano 6 separazioni e 4,2 divorzi ogni mille coppie sposate, mentre al Sud i matrimoni sono più solidi con una percentuale di 4,3 separazioni e 2,1 divorzi.
(Pubblicato su Libero il 31 gennaio 09)
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