giovedì 31 dicembre 2009
La notte di Capodanno, dalle origini ai giorni nostri
31 dicembre. Una parola magica. Un anno se ne va, un anno arriva. Sogni, speranze, desideri esauditi, e altri ancora da realizzarsi (e che chi lo sa se si realizzeranno). E il solito ossessivo monito: che il nuovo anno porti sempre e comunque felicità e prosperità. Impazzano gli oroscopi, anche se nessuno ci crede: quest'anno gli astrologi dicono che le cose andranno bene soprattutto per il segno dello scorpione, protetto dagli influssi positivi di Saturno, Urano e Giove. Ma quando si inizia a festeggiare l'Ultimo dell'anno? E che peso ha avuto nella storia dell'umanità? Secondo gli antropologi e gli storici l'ultimo giorno dell'anno comincia a essere festeggiato dai babilonesi 4mila anni fa. Ha valore apotropaico, augurale, divinatorio. L'antico popolo lo riconduce alla 'rinascita della Terra'. I primi capodanni vengono, dunque, festeggiati in primavera, la stagione della 'rinascita' per antonomasia, quando gli animali escono dalle loro tane, gli insetti riprendono a volare, e i vegetali tornano a ricoprirsi di tante foglioline verdi. Fra gli aborigeni australiani - che iniziano la loro avventura evolutiva 40mila anni fa - la festa dell'Ultimo coincide con le cerimonie 'intichiuma', con cui si pregano gli dei per incrementare il numero di animali e piante, fondamentali per il soddisfacimento del proprio fabbisogno alimentare. I boscimani si dedicano alla danza del sangue, i pigmei alla festa della Luna: in entrambi i casi il capodanno coincide, quindi, con la fine della stagione delle piogge. In Sudamerica le popolazioni locali festeggiano, invece, l'arrivo del nuovo anno con 'l'uccisione delle cicale' e la danza 'cowhtoxan' (rito d'espulsione dell'inverno). Anche in Europa si fa festa in coincidenza con l'arrivo della bella stagione. Per i pastori e gli agricoltori dell'era precristiana è di buon auspicio per i nuovi raccolti. I lapponi e i calmucchi - nelle regioni più settentrionali d'Europa - sacrificano addirittura degli animali in onore dell'Essere Supremo e degli spiriti dei morti. L'usanza di onorare l'arrivo del nuovo anno nel mese di marzo prosegue con i romani, fino all'arrivo di Giulio Cesare che, nel 46 a.C., dà vita al calendario Giuliano, con il quale per la prima volta, il primo dell'anno, coincide con il primo di gennaio. Durante il dominio romano si festeggia soprattutto il primo giorno dell'anno con lauti pasti e con l'usanza di scambiarsi regali fra amici e parenti (un po’ quello che avviene oggi a Natale). Nel Medioevo le cose si complicano. Sono anni bui per la storia. Le ricorrenze perdono il loro significato: ne acquisiscono altri o addirittura cadono nell'oblio. L'Ultimo dell'anno viene perciò festeggiato in tanti modi diversi, a seconda del paese in cui ci si trova. In alcuni paesi europei - Inghilterra e Irlanda - si festeggia il 1 marzo (capodanno della Roma repubblicana), usanza che prosegue fino al 1752; in Francia si fa baldoria in coincidenza con la resurrezione di Cristo (Pasqua); in Spagna si fa festa a Natale. In altri paesi capodanno cade invece il 25 marzo, con l'Annunciazione del Signore. Sicché, il capodanno che tutti conosciamo, prende definitivamente forma nel 1582, quando papa Gregorio XIII inaugura il calendario gregoriano, uniformando le ricorrenze di tutti i paesi. L'Ultimo dell'anno, a questo punto, assume anche una valenza spiccatamente cristiana: il primo gennaio, infatti, è la festa di precetto legata alla 'Solennità della Madre di Dio' e alla 'Circoncisione di Gesù'. Un aspetto della società che, però, mal s'accorda coi numerosi riti scaramantici caratteristici delle festività di fine anno: la biancheria intima di colore rosso (che porta fortuna), l'usanza di lanciare piatti dalle finestre (per cacciare gli spiriti maligni), di mangiare lenticchie (che portano soldi), di baciarsi sotto il vischio (che porta felicità). In realtà queste usanze sono solo appannaggio degli occidentali. Mentre in altre parte del mondo si seguono altri rituali, quasi sempre legati a periodi dell'anno che nulla hanno a che vedere col la notte di San Silvestro. Losar, il capodanno tibetano, cade fra gennaio e marzo; Noruz, il capodanno iraniano, coincide con il 21 marzo (equinozio primaverile); Sogram, il capodanno thailandese, ha luogo il 13 aprile, in occasione del cambiamento di posizione del sole nell'anello dello zodiaco.
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