Temperature e allergie
La causa delle allergie può risiedere anche nell'incremento medio delle temperature su scala mondiale. Sotto accusa, in questo caso, l'effetto serra. Secondo gli esperti il caldo eccessivo allunga la stagione dei pollini e, di conseguenza, la durata e l'intensità delle allergie. Stando ai dati diffusi dall'American Academy of Allergy, Asthma & Immunology di New Orleans, tra il 1981 e il 2007 c'è stato un anticipo dell'avvio della stagione dei pollini a livello mondiale. La stagione di impollinazione della parietaria giunge 80 giorni prima; 30 giorni prima per gli alberi di olivo; 40 giorni per la betulla; un paio di giorni per il nocciolo. "Negli ultimi 27 anni abbiamo osservato un costante aumento della percentuale di soggetti sensibili al polline di olivo, parietaria e cipressi", affermano i ricercatori americani, "mentre è rimasto invariato quello degli allergici alla polvere".
Rischio inquinamento
In certi casi, invece, l'allergia può essere una conseguenza dell'inquinamento: numerosi studi hanno messo in luce che la malattia colpisce più frequentemente i bambini che vivono nelle città, dove è particolarmente elevato lo smog. A impensierire mamme e papà sono soprattutto le famigerate particelle sottili (il famoso PM10). Gli esperti dell'Ospedale Macedonio Melloni di Milano, spiegano il fenomeno dicendo che le microparticelle inquinanti non vengono bloccate dall'azione di filtro nasale, per cui arrivano tranquillamente in sede bronchiale, dove possono accentuare o scatenare una crisi allergica o, in alternativa, provocare bronchiti e bronchioliti. A ciò va associato il fatto che i piccoli che vivono nelle metropoli mangiano meno frutta degli altri e quindi dispongono di minori quantitativi di vitamina C, ideali per contrastare le malattie respiratorie.
Fattore emotività
Altro fattore chiave nella genesi delle allergie potrebbe essere lo stress. Da tempo gli studiosi ritengono, infatti, l'ansia in grado di amplificare le allergie e in certi casi, addirittura, scatenarle. Uno studio proposto dagli esperti dell'Università dell'Ohio, presentato nel corso di un recente congresso dell'Associazione americana di Psicologia di Boston, dice che basta una piccola tensione a peggiorare drasticamente le condizioni respiratorie di un allergico. Secondo gli scienziati della Ifiaci, federazione italiana delle società immunoallergologiche, esiste dunque uno stretto legame fra le allergie e condizioni psichiche di un paziente. Tesi convalidata anche dai ricercatori dell'Helmholtz Center di Lipsia, in Germania, secondo i quali le manifestazioni allergiche possono essere la conseguenza di traumi psicologici vissuti nell'infanzia, per esempio separazioni drammatiche dai genitori, ma anche situazioni apparentemente banali come un trasloco. Gli scienziati hanno visto che i bimbi che avevano vissuto una situazione di stress mostravano concentrazioni maggiori di un particolare amminoacido, collegato al senso di frustrazione più elevato rispetto agli altri e alle allergie.
Soluzioni? Tutte buone ma nessuna veramente vincente
Cosa si può fare per sconfiggere un'allergia? In realtà l'allergia a un certo prodotto o a una particolare sostanza non si può guarire. Si può però tamponare efficacemente con farmaci e vaccini. Anche se sono pochi coloro che seguono adeguatamente la cura: nel 50% dei casi, soprattutto nei bambini, la terapia viene seguita in modo saltuario, a intermittenza. Una terapia di desensibilizzazione agli allergeni può essere compiuta tramite vaccino, favorendo la formazione di IgG (immunoglobuline G) che bloccano l'antigene prima dell'adesione alle IgE. In alternativa si possono utilizzare farmaci ad azione antinfiammatoria come il cortisone o medicinali che inibiscono i recettori H1 dell'istamina, antistaminici come la cetirizina e la loratadina: a base di cetirizina c'è, per esempio, il famoso Zirtec somministrato sia agli adulti che ai bambini. Zirtec fa parte degli antistaminici di nuova generazione che non producono effetti collaterali come sonnolenza e sedazione. Da un punto di vista chimico è un antagonista potente e selettivo a livello dei recettori H1 periferici per l'istamina. Alla dose di 10 mg una o due volte al giorno inibisce la fase tardiva di reclutamento delle cellule infiammatorie specialmente degli eosinofili. L'azione del farmaco si manifesta in media dopo 20 minuti dall'assunzione.
Il lato positivo delle allergie
Sembra incredibile ma le malattie allergiche, compresi asma e eczema, hanno però anche un risvolto positivo: chi ne soffre, infatti, correrebbe meno rischi di ammalarsi di tumore. Secondo Mariam El-Zein medico dell'INRS - Institut Armand-Frappier di Laval in Quebec (Canada) - un sistema immunitario iperattivo, tipico quindi di un paziente allergico, potrebbe paradossalmente migliorare le capacità dell'organismo di eliminare le cellule che si sviluppano incontrollatamente, favorendo lo sviluppo di neoplasie. La ricerca ha coinvolto per sette anni 3.300 pazienti vittime di tumore e un gruppo di controllo di 500 persone sane. "Dai nostri test è emerso che gli uomini con l'asma hanno più basse probabilità di ammalarsi di tumore allo stomaco, e quelli con eczema corrono meno rischi di venire colpiti da una neoplasia polmonare", dice Mariam El-Zein. "Non possiamo pienamente spiegare perché le condizioni allergiche possono ridurre il pericolo di andare incontro a questo tipo di malattie, ma questa ricerca è promettente".
L'ultima ricerca
Un'ulteriore prova a favore del legame fra allergie e protezione dai tumori arriva da uno studio diffuso in questi giorni dal Telegraph. In questo caso dei ricercatori texani hanno messo in luce che i bambini con allergie ai pollini presentano un 40% in meno di rischi di ammalarsi di tumori del sangue e un 30% in meno di venire colpiti da tumore all'ovario. Percentuali più basse anche per ciò che riguarda le neoplasie epidermiche, della gola e dell'intestino. "C'è ancora molto da studiare", dice Zuber Mulla, epidemiologa della Texas Tech University, "ma è un dato di fatto che le allergie rappresentano un fattore di protezione per le malattie tumorali". Mentre dalla rivista scientifica "Quarterly review of biology" emerge che "un'iperattivazione del sistema immunitario aiuta il corpo a difendersi meglio dai tumori, che insorgono proprio quando le difese immunitarie si abbassano".
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