giovedì 10 settembre 2009
Come diventare ricchi col test del Dna
Sempre più americani si sottopongono al test del Dna. 99 dollari per sapere tutto di sé dal punto di vista genetico. Lo scopo? Ottenere benefici in ambito lavorativo, scolastico, medico e magari usufruire di cospicue eredità. Pearl Duncan, per esempio, statunitense di mezza età, discendente da schiavi giamaicani, tramite il test è venuta a sapere che nelle sue vene scorre anche sangue scozzese: il trisnonno di sua madre era infatti un anglosassone che commerciava schiavi. Il 10% del suo sangue è dunque britannico. In seguito ha scoperto che ha dei cugini in Inghilterra che hanno fondato un’importante compagnia petrolifera e possiedono 11 castelli. Ebbene la Duncan ha ora deciso di farsi avanti per avere anche lei la parte che le spetta. Ma non è solo per questioni legate all’ereditarietà che ci si sottopone al test del Dna. Per esempio c’è chi lo fa per ottenere un lavoro più redditizio. Individui dalla pelle bianca possono, per esempio, dimostrare di far parte di una minoranza etnica e quindi godere di trattamenti particolari, indirizzati solo a coloro che appartengono a etnie disagiate. Individui dalla pelle leggermente scura possono invece dimostrare di essere contraddistinti da sangue indiano e pertanto entrare a far parte di una tribù indiana con tutti i privilegi che ne possono derivare. C’è chi poi cristiano ha ottenuto la cittadinanza israeliana avendo dimostrato che in parte è di origine ebrea. La Dna Tribes e Ethnoancestry, la Dna Print Genomics, due tra i principali enti che offrono l’opportunità di sottoporsi al test del Dna, sottolineano l’importanza della loro proposta: “Se il vostro scopo è convalidare il vostro diritto a usufruire dei vantaggi riservati alle minoranze razziali per l’ammissione al college o per l’accesso ai servizi pubblici – spiegano i responsabili delle due strutture - non c’è niente di meglio che sottoporsi al test del Dna”. C’è però chi è contrario al test del Dna. Alcuni scienziati, per esempio, dicono che, così facendo, si rischia di emarginare ulteriormente chi ha davvero bisogno di una mano dallo Stato. “Non si tratta solo di gente che vuole sapere se il proprio bisnonno era ungherese – dice Tory Duster, sociologo presso l’università di New York –. È una questione di accesso al denaro e al potere”.
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