lunedì 28 settembre 2009
Scoperti i batteri "cleptomani": rubano i geni che ci aiutano a contrastare le infezioni
Battezzati batteri “cleptomani”, il loro scopo è privare l’organismo umano dei geni che ci proteggono dalle infezioni. Secondo i ricercatori dello European Molecular Biology Laboratory (Embl) a Heidelberg, in Germania, la consapevolezza di questa nuova categoria di microrganismi, offrirà nuove soluzioni nella ricerca contro malattie come la polmonite o altre patologie connesse con l’azione batterica e le infezioni del corpo umano in generale. Il primo pensiero degli studiosi è andato alla realizzazione di nuovi vaccini in grado di ostacolare l’attività dei microrganismi più aggressivi e tenaci. Vaccini testati appositamente per incentivare la produzione di anticorpi da parte di un organismo malato e bloccare quindi le infezioni sul nascere. Lo studio europeo si è soprattutto concentrato sul gene responsabile della produzione di una specifica proteina del sangue: l’alfa–2macroglobulina. Quest’ultima è fondamentale nella lotta contro determinati agenti patogeni esterni e pertanto la sua assenza o inattivazione è assai sconveniente per il nostro corpo. (Dei valori della alfa–2globulina ci si serve anche per diagnosticare neoplasie o malattie gravi del fegato). I batteri analizzati dagli studiosi di Heidelberg si servono dunque di un gene umano per proteggere se stessi dalla controffensiva operata dal sistema immunitario che li ospita. Il gene inglobato dai microrganismi non è più in grado di compiere la sua azione normale, e quindi anche la proteina salva-infezioni perde la sua autonomia. Gli studiosi hanno inoltre precisato che il gene in questione non seguirebbe le normali vie evolutive, ma andrebbe verosimilmente incontro a mutazioni che lo indurrebbero a sottomettersi all’azione batterica. La ricerca pone infine l’accento sul fatto che per la prima volta è stato evidenziato un meccanismo microbiologico che va ben oltre i rapporti di parassitismo o commensalismo noti nelle specie più evolute. Il fenomeno, infatti, è riconducibile solo a certe attività fisiologiche esplicate dai virus, parassiti cellulari per antonomasia. I virus non presentano un’attività metabolica. Ma vengono trasportati passivamente finché non trovano una cellula da infettare. Relativamente allo studio tedesco è curioso sottolineare l’espediente utilizzato da alcuni virus per riprodursi. Questi ultimi inseriscono il loro genoma in quello dell’ospite (una cellula) in modo che sia replicato con esso. Quando la progenie è matura, la membrana cellulare si rompe e la cellula muore consentendo l’ulteriore diffusione dei virus. C’è dunque chi ha trovato più idoneo rubare i geni altrui e chi invece ritiene più conveniente “donare” i propri.
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