Dopo 4 mesi di silenzio l'Etna (nella foto in un'immagine di archivio) - il più importante vulcano italiano - torna a farsi sentire. La nuova eruzione è iniziata ieri sera alle 21.24: gli strumenti di monitoraggio dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) hanno, infatti, iniziato a registrare, sulla sommità del cono vulcanico, bagliori sempre più evidenti che provenivano dal fianco orientale del cratere di sudest (a circa 3mila metri di quota), riconducibili ad attività esplosiva di tipo stromboliano. La fuoriuscita di magma è andata aumentando nelle ore successive, con bagliori sempre più intensi e formazione di lapilli: i vulcanologi hanno individuato getti di lava alti una decina di metri. 7mila le tonnellate di anidride solforosa emesse dall'inizio dell'eruzione che, comunque, non dà preoccupazioni. "Difficilmente questo tipo di eventi in sommità creano problemi - dice a Spigolature Scientifiche Marco Neri, dell'INGV -. In ogni caso stiamo assistendo a un processo di degassamento che va avanti da ieri sera". In questo momento una squadra di tecnici e scienziati sta raggiungendo la cima del vulcano per fare luce sulla situazione: "Dovrebbero essere già arrivati in cima - prosegue Neri -. Oggi, del resto, non abbiamo altro modo per conoscere l'evoluzione del fenomeno, viste le condizioni di maltempo che impediscono l'azione regolare delle telecamere".
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