venerdì 6 novembre 2009
Scoperta la vera identità di 'Giulio', il giovane che ha perso la memoria
Risolto il caso del ragazzo 'senza memoria' ricoverato all'ospedale San Gerardo di Monza. Ieri sera, verso le 20.00, si è presentato presso il nosocomio brianzolo il papà del giovane, dopo aver visto la sua foto in televisione. In realtà non si chiama né Giulio, né Giorgio - come si era ipotizzato - ma Carlo Venturelli. Ha 30 anni e abita a Muggiò. La sua incredibile vicenda è cominciata la sera del 25 ottobre. Carlo stava andando a prendere dei giornali in un'edicola vicino a casa, quando all'improvviso ha perso conoscenza ed è caduto. Riprendendosi, però, s'è reso conto di non ricordare più nulla: anche ieri, rivedendo il papà, non ha fatto una piega. Dopo l'incidente ha cominciato a vagare senza meta, presentandosi infine all'ospedale San Gerardo dicendo di chiamarsi prima Giulio, poi Giorgio e di avere una passione sfrenata per la bicicletta. "Ho una bicicletta Bianchi e percorro abitualmente la tratta Concorezzo-Cremona, passando per Agrate", è l'unica frase compiuta che è riuscito a formulare. Altri dettagli: il buio. Carlo non sapeva più chi era e da dove veniva. Per due settimane è quindi rimasto ospite del reparto di psichiatria dell'ospedale San Gerardo, in attesa che qualcuno venisse a riprenderlo. Dopo 15 giorni di attesa - considerato che anche le forze dell'ordine non avevano ricevuto nessuna segnalazione di scomparsa - è scattato l'allarme. I medici del nosocomio brianzolo hanno così inviato a tutti i giornali e le televisioni la foto del ragazzo, operazione che ha consentito immediatamente il suo riconoscimento. In questo momento Carlo continua a essere seguito dai medici dell'ospedale San Gerardo. Secondo gli esperti il ragazzo è vittima di un'amnesia psicogena. Questa forma di amnesia viene anche detta 'non organica', poiché non dipende da lesioni neuronali - come invece accade, per esempio, in pazienti colpiti da patologie come l'Alzheimer o la sindrome di Korsakoff (tipica degli alcolisti cronici). Può, dunque, essere dovuta a una soppressione inconscia dei ricordi, specialmente quelli collegati a vicende spiacevoli e penose. In questi casi la perdita di memoria, quindi, non è altro che un meccanismo di difesa elaborato per soffocare ricordi paurosi o stressanti. Diversamente l'amnesia psicogena può anche essere il risultato di gravi malattie mentali, come alcune forme psicotiche in cui, tramite il cosiddetto fenomeno del "jamais vu", il malato nega di ricordare fatti, luoghi e persone che invece dovrebbero essergli perfettamente noti. La letteratura medica è piena di casi come quello di Carlo Venturelli, a partire dalla famosa vicenda del pianista senza passato (nella foto) risalente al 2005. Protagonista un musicista che si era perso su una spiaggia del Kent. Lo ritrovarono vestito di nero, completamente incapace di attribuire un nome a ciò che lo circondava. Gli fu consegnato un foglio bianco sul quale disegnò un pianoforte e da cui fu possibile risalire alle sue generalità. Ci fu poi il signor F. senza futuro, per il quale esisteva un solo anno: il 1999. Lo seguì il neurologo Patrick Verstichel, che diagnosticò una grave forma di sindrome di Korsakoff. Hans Spinnler, neurologo dell'Università di Milano, racconta invece di DV, un giovane fisico 33enne che, sposato da nove anni con due figli, dopo aver battuto la testa (ed essere rimasto senza conoscenza per una trentina di minuti), ricordava le cose più difficili ma non quelle più semplici: per esempio, al momento del ricovero, non sapeva più il suo nome, ma conosceva perfettamente le mosse degli scacchi. Alla fine si riprese e abbandonò la famiglia. Fra i pazienti più studiati in ambito neurologico c'è anche il noto Henry Gustav Molaisoon, scomparso nel 2008. L'uomo cadde dalla bici a 9 anni e in seguito all'incidente sviluppò una grave forma di epilessia. I medici intervennero in modo drastico rimuovendogli alcune strutture del lobo temporale mesiale. Cominciò a dare segni di squilibrio, e a convincersi che, ogni nuovo giorno, fosse il suo primo giorno di vita. Di conseguenza, ogni dì, dopo il risveglio, imparava a farsi il caffè, a lavarsi i denti, ecc. Infine c'è il caso curioso di Sara Mondini, una donna seguita dai medici dell'Università di Padova. La paziente perse la memoria per via di un caso raro di deterioramento progressivo di un'area specifica del cervello. Alla fine fu in grado di ricordare una sola persona: Silvio Berlusconi. La donna, infatti, non riconosceva più il nome della figlia e il volto del marito, ma davanti a una foto del premier si esprimeva dicendo che era un politico ricco e famoso.
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