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La Gola di Olduvai, Tanzania |
Il
mistero dell'intelligenza affascina da sempre l'uomo, tuttavia non è
mai stato chiarito in che modo e perché questa prerogativa del
sistema nervoso abbia cominciato a progredire proprio nella nostra
specie. Ora tentano di dare una spiegazione esaustiva degli studiosi
sulla rivista PLOS ONE. Si riferisce alla scoperta di un frammento di
teschio rinvenuto in Tanzania e risalente a 1,5 milioni di anni fa.
Secondo gli studi emersi da questa ricerca le dimensioni del cervello
– e quindi l'incremento intellettivo – sarebbero andati di pari
passo con l'acquisizione della dieta carnivora. Il reperto riportato
alla luce appartiene a un bimbo di due anni e mostra chiari segni di
iperostosi porotica, associata ad anemia, condizioni assimilabili a
carenze nutrizionali e in particolare alla privazione di carne.
Probabilmente il bimbo dopo lo svezzamento avrebbe patito la carenza
di vitamina B12 e B9 (presenti in abbondanza nei prodotti di origine
animale). Secondo gli scienziati, la necessità di cacciare carne,
avrebbe favorito l'ingegno e quindi l'ingrandimento del cervello, con
tutte le sue conseguenze. «Mangiare carne è sempre stata
considerata una delle cosa che ci ha resi umani, grazie alle proteine
che contribuiscono allo sviluppo del nostro cervello», rivela
Charles Musiba, dell'Università del Colorado. «Il nostro lavoro di
ricerca mostra che 1,5 milioni di anni fa non eravamo dei carnivori
opportunisti: ci siamo dedicati attivamente alla caccia per mangiare
carne». Una prova è fornita dal fatto che agli scimpanzé, a noi
fileticamente simili, manca il nostro livello di intelligenza proprio
perché la loro dieta non è mai cambiata. «Questo ci distingue dai
nostri lontani cugini», prosegue Muisba. «Il punto è: che cosa ha
innescato il nostro consumo di carne? Un cambiamento ambientale?
L'espansione del cervello stesso? In realtà, non lo sappiamo». Su
PLOS ONE si legge che la necessità di cacciare prede di grosse
dimensioni stimolò l'aggregazione tra famiglie ed individui diversi,
lo sviluppo di strumenti complessi e di tattiche (e metodi di
comunicazione) sofisticati. Tutti gli elementi che porteranno poi
alla nascita della società in senso moderno. Ora però le cose
sembrerebbero cambiate. L'uomo ha evoluto anche una coscienza e
sentimenti di natura etica. Ad essi si appellano soprattutto i vegetariani,
convinti che la dieta carnivora non sia una prerogativa umana.
Secondo varie ricerche - compresa una recente effettuata dagli
esperti della Majo Foundation For Medical Education and Research,
Minnesota, USA - gli alimenti carnei sono ricchi di fenilalanina e di
tirosina e stimolano due neurotrasmettitori, la dopamina e la
norepinefrina; entrambi provocherebbero il comportamento aggressivo e
violento e la propensione alla lotta, tipico degli animali predatori.
D'altra parte, invece, i vegetali possiedono grandi quantità di
amido e fibra che influenzano la concentrazione di triptofano nel
cervello, aumentandone la disponibilità ad essere trasformato in
serotonina, che ingenera nel comportamento umano tendenza alla
serenità, alla socialità, al gioco. È il caso di tornare alle
usanze dei nostri antichi predecessori?
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Il reperto proveniente dalla Gola di Olduvai |
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