Qualcuno
ci sta già riprovando a ribadire che la fine del mondo è vicina.
L'uragano Sandy ne è l'ennesima dimostrazione. In realtà ci
troviamo di fronte a un fenomeno naturale assai facile da spiegare,
benché caratterizzato da prerogative molto particolari. La più
importante riguarda le sue dimensioni. La supertempesta ha un
diametro di 289 chilometri ed è attraversata da venti che spirano a
144 chilometri all'ora. Secondo gli esperti è la più grande
tempesta mai avvenuta – a memoria d'uomo – nel punto segnalato
dell'oceano Atlantico. Viene classificato come un uragano di
categoria 1. Ma il dato che stupisce di più, appunto, è la sua
traiettoria: è infatti rarissimo che un uragano che nasce
nell'oceano si spinga direttamente contro la città di New York.
Sembrerebbe un'azione davvero premeditata da misteriose forze
climatiche. Il punto è che si sta verificando un fenomeno
atmosferico diverso dal solito, con l'innesco di una corrente di aria
fredda da nord, e le bizzarrie delle correnti a getto provenienti da
ovest. Mark Saunders, del Dipartimento di Fisica dello Spazio e del
Clima presso l'University College di Londra ha chiaramente ammesso
che “non esistono nei registri degli uragani riferimenti a fenomeni
di questo tipo alle latitudini analizzate”. E i dati riguardano un
ampio range temporale, andando fino al 1851. Sicché la tempesta
potrebbe coinvolgere anche zone del tutto impreparate all'azione
degli uragani, come quelle che circondano i Grandi Laghi. Gli ultimi
bollettini diramati dagli USA parlano di milioni di persone, lungo la
costa orientale degli Stati Uniti, del tutto impotenti di fronte alla
furia della supertempesta. Con essa sono, infatti, arrivati piogge
fortissime, inondazioni ed è caduta la neve negli stati a nord-est.
Nel Queens, quartiere di New York, sono scoppiati vari incendi che
hanno distrutto completamente delle abitazioni. Sette milioni di
persone sono rimaste senza elettricità. Ancora adesso sono in azione
duecento vigili del fuoco. Durante il suo cammino Sandy ha già
ucciso diciassette persone in sette stati e rovinato pesantemente sei
milioni di case. (Mentre una settimana fa ha fatto sessantasei
vittime nei Caraibi). 5.700 i voli annullati: LaGuardia, Newark e
John F. Kennedy dovrebbero riprendere la loro regolare funzione da
domani pomeriggio. Per alcuni scienziati è, comunque, una situazione
figlia dell'effetto serra e dei fenomeni ad esso legati. Il
riferimento è a eventi atmosferici sempre più estremi che non
risparmierebbero anche il nostro paese. Il ministro dell’Ambiente,
Corrado
Clini, intervistato dai microfoni di Tgcom24 ha rivelato che “negli
ultimi
venti anni dobbiamo
purtroppo prendere atto che si stanno manifestando eventi descritti
dai climatologi come conseguenze dei cambiamenti climatici. Bisogna
considerare che dal 1980 i climatologi dicono che è in atto un
cambiamento con l’intensificazione di fenomeni estremi, che non
erano nella memoria, nelle zone temperate, anche in Italia”.
Video: New York invasa dalle acque
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