Le case anfibio? Una proposta avveniristica per
fronteggiare le alluvioni. Ne parlo oggi su Lettera43: http://www.lettera43.it/ambiente/alluvioni-case-anfibie-in-uk_4367574864.htm
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Colpa
dell'effetto serra e degli eventi estremi a esso collegati. Solo così, per
molti scienziati, si possono spiegare le intense piogge avvenute nelle ultime
settimane in Toscana, ma anche in altre parti del mondo come, per esempio, in Inghilterra,
dove molte famiglie (un migliaio circa) sono state fatte evacuare a causa degli
allagamenti. E proprio dalla Gran Bretagna arriva la proposta di vincere
definitivamente il pericolo alluvionale, tramite la costruzione di dimore in
grado di superare il problema e battezzate, non a caso, "case
anfibio". I primi test condotti dagli esperti dell'Architects BACA,
supervisionati dall'Agenzia per l'ambiente, stanno avvenendo nel
Buckinghamshire, a una decina di metri dalle rive del fiume Tamigi.
Come funziona
una casa anfibio? Durante il periodo di secca, l'abitazione poggia regolarmente
su un substrato cementizio, ma in caso d'innalzamento delle acque, è in grado
di sollevarsi sfuggendo all'inondazione: le fondamenta combaciano, infatti, con
il perimetro di una darsena, una sorta di bacino acqueo artificiale,
suscettibile alle bizzarrie delle acque. Prima dell'alluvione vera e propria,
la disposizione strategica di giardini a terrazze, consente di calcolare l'intensità
delle precipitazioni e quindi stimare la portata del rischio di allagamento. La
casa anfibio misura 225 metri quadrati, si sviluppa su tre piani e può
comodamente ospitare una famiglia di quattro persone. Costa il 20% in più
rispetto alle abitazioni tradizionali, ma un buon risparmio è garantito dall'utilizzo
di fonti naturali per la produzione di energia. I tecnici del BACA dicono che
le case anfibio prenderanno sempre più piede in Inghilterra, anche perché
"le spese derivanti dai problemi legati alle alluvioni stanno incidendo
sempre di più sul bilancio pubblico".
La proposta è
vivamente accarezzata anche da Tony Andryszewski, dal 2007 al soldo
dell'Environment Agency, luminare nel campo dell'ingegneria delle costruzioni, per
ciò che riguarda i contesti legati ai disastri naturali. Le sue disamine
considerano anche realtà "ingegneristiche" di spessore antropologico,
riguardanti, per esempio, gli abitanti della Thailandia e del Bangladesh, che
da sempre convivono con il problema delle alluvioni e da tempo immemore edificano
palafitte capaci di sfidare anche gli eventi più disastrosi. Non è l'unico a
guardare al genio di queste etnie che conservano stratagemmi efficaci per
vincere la furia delle acque: anche la Site Specific and Prefab Laboratory, un istituto
di ricerca con sede a Bangkok, è convinta che sia possibile costruire
"case anfibio" affidandosi agli esempi offerti dalle popolazioni
autoctone del sud-est asiatico.
Si pensa, in
questo caso, alla realizzazione di case che poggino con una piattaforma
prefabbricata, in singole depressioni del terreno che, quando si riempiono di
acqua, spingono l'abitazione verso l'alto. I parametri ecosostenibili sono
assicurati dal collaudo d'impianti solari ed eolici di ultima generazione, in
grado di fornire agli abitanti delle case anfibio, l'energia necessaria al
proprio sostentamento. In Thailandia si stanno già progettando mini-comunità
basate su questo tipo di costruzione, pensate anche per far sì che, i singoli proprietari,
possano prestarsi vicendevolmente assistenza.
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