giovedì 11 giugno 2009
La voglia di studiare? Arriva digiunando
A un ragazzo che non ha voglia di studiare basta fargli saltare qualche pranzo o cena. Gli esperti hanno infatti visto che l’ormone della fame è lo stesso che migliora le prestazioni mnemoniche: tanto più, quindi, una persona desidera mangiare, tanto più è predisposta a memorizzare regole e informazioni. È ciò che emerge da un recente studio condotto da scienziati statunitensi e pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience. Si è giunti a questo risultato conducendo un esperimento sui topi. Si è in particolare tenuto presente l’azione della grelina, l’ormone della fame, corrispondente a una proteina molto piccola che, rilasciata dall’apparato digerente, agisce a livello ipotalamico, area cerebrale fondamentale per l’apprendimento. Questa sostanza viene secreta dall’organismo poco prima di un pasto e segnala la necessità di alimentarsi; non per niente è nei soggetti affamati o a dieta che il suo livello aumenta: “La grelina è prodotta dallo stomaco - commenta Michael Cowley, ricercatore del dipartimento di neuroscienze della Oregon Health Science University di Portland - ed è coinvolta nel processo dell’appetito. Sappiamo che il livello di questa sostanza cresce quando si perde peso o si mangia poco. Al contrario, diminuisce quando si è ben nutriti o dopo un buon pasto. In altre parole l’ormone è parte del meccanismo naturale dell’organismo che segnala al cervello quando è ora di sedersi a tavola”. Gli studiosi guidati da Tamas Horvath dell’Università di Yale hanno verificato che le cavie geneticamente private della grelina avevano il 25% in meno di sinapsi nell’ippocampo. Somministrando invece ai topi (normali) dosi extra di grelina si è riscontrato un aumento delle sinapsi, con relativo miglioramento delle prestazioni di apprendimento e memorizzazione. Recentemente della grelina si è anche parlato in qualità di sostanza in grado di proteggere le arterie e quindi tenere lontani processi patologici come l’arteriosclerosi. In un articolo apparso su Circulation è emerso che l’ormone è in grado di ripristinare una normale funzione endoteliale negli individui affetti da sindrome metabolica, condizione clinica caratterizzata da dislipidemia, iperglicemia, ipertensione arteriosa. Si è visto in particolare che la grelina aumenta la disponibilità di NO nelle arterie dei pazienti con sindrome metabolica. Questo fenomeno è assai importante in quanto l’ossido di azoto è un potente vasodilatatore e serve a far muovere con maggiore facilità il sangue nell’organismo.
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