martedì 13 maggio 2008
Dimmi cosa mangi e ti dirò cosa rischi
La cattiva alimentazione fa male alla salute in termini di chili di troppo, colesterolo, ipertensione e via dicendo. Così si è sempre pensato. Ma ora uno studio condotto in Inghilterra ci rivela che il cosiddetto “cibo spazzatura” può avere gravi ripercussioni anche sul carattere. In particolare gli scienziati dell’università di Oxford hanno evidenziato che, il consumo di alimenti come hot dog, brioche, patatine è direttamente proporzionale al livello di aggressività e di violenza di una persona. Dunque tanto peggio uno mangia, tanto più rischia di diventare un criminale. Per giungere a questi interessanti conclusioni gli studiosi hanno verificato da vicino il comportamento di mille giovanissimi fra i 16 e i 21 anni ospiti di tre riformatori inglesi. Una parte di essi è stata indotta a nutrirsi con alimenti scadenti, l’altra con cibi salutari. Alla fine si è visto che nei giovani del secondo gruppo il livello di aggressività diminuiva di circa un terzo - rispetto ai test psicologici fatti prima della dieta sperimentale - mentre negli altri rimaneva stabile. Questa è la prova che l’aggressività aumenta mangiando cibi di scarsa qualità. Ma in che modo il cibo può influenzare in negativo l’atteggiamento di una persona? Secondo gli studiosi di Oxford il cibo spazzatura diminuisce drasticamente il livello degli acidi grassi omega 3 nell’organismo, la cui presenza è determinante per la buona salute del cervello. Allo stesso modo l’assunzione di cibi poco salutari provoca un abbassamento del livello di vitamine e minerali che, anche in questo caso, concorrono a destabilizzare la salute mentale. “I risultati di questo studio non sono poi così sorprendenti e inattesi – ci racconta Massimo Masserini, direttore della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione dell’università Bicocca (Mi) -. Esistono numerosi studi che mettono in relazione l’alimentazione con l’umore, l’ansia, l’aggressività. Dei ricercatori sostengono addirittura che possa esistere un confine indefinito tra nutrizione e psico-farmacologia; alcuni alimenti potrebbero infatti influenzare la psiche quasi come medicinali. Non commettiamo però l’errore di pensare che l’alimentazione possa costituire una cura contro l’aggressività: può essere un fattore da prendere in considerazione, ma ne esistono certamente altri (sociali, comportamentali, psicologici), che sono più importanti e hanno un peso maggiore nel determinare questo comportamento”. Ora gli studiosi di Oxford procederanno comunque cercando di diffondere la dieta battezzata “anticrimine” anche al di fuori dei riformatori. In particolare lo scopo attuale dei ricercatori è quello di curare con il cibo sano gli individui classificati come “Asbo” (Anti-Social Behaviour Order), con comportamenti antisociali.
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