martedì 20 maggio 2008
Gli Usa si fanno l'ecografia per scovare mari di petrolio
Scienziati del Mit di Boston stanno pensando di utilizzare gli ultrasuoni per scrutare le profondità della Terra e individuare nuovi giacimenti di gas e petrolio. Sorprende il particolare dell’utilizzo degli ultrasuoni che vengono essenzialmente impiegati in campo medico, soprattutto per seguire l’andamento di una gravidanza: è la classica ecografia. Secondo gli studiosi americani in tutto il mondo esistono delle aree geologiche dette “sweet spot” all’interno delle quali risiedono ingenti quantità di gas e petrolio. Individuarle tramite “ecografia” significherebbe renderle utilizzabili in misura tale da contribuire sostanzialmente al fabbisogno energetico degli Stati Uniti. “Un’innovazione potenzialmente in grado di rivoluzionare il panorama energetico del paese – ha detto Daniel R. Burns, scienziato del Department of Earth, Atmospheric and Planetary Sciences del Mit. Da tempo ci si chiede quanti anni ancora abbiamo davanti prima che il combustibile fossile esaurisca completamente. C’è chi sostiene che questa data corrispondi al 2070. Tuttavia quasi nessuno sa che all’interno degli “sweet spot”, solo negli Usa, possono nascondersi qualcosa come 8miliardi di metri cubi di gas. Intenzione degli studiosi del MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston è dunque quella di passare al setaccio tutti gli Usa per capire dove si trovano i principali “sweet spot”, e poi cominciare a scavare. Finora sono stati compiuti solo dei test nello stato del Wyoming. Test che hanno avuto esito positivo. Che fare quindi quando si individua un nuovo “sweet spot”? Secondo gli scienziati, una volta localizzato un giacimento di gas o petrolio - all’interno di queste strutture geologiche particolari - si potrà far affidamento sulla cosiddetta tecnica della “fratturazione idraulica”. Si tratta di una tecnica ben collaudata in ambito industriale ma che non è mai stata applicata all’estrazione del petrolio e del gas. La “fatturazione idraulica” consiste nello spingere l’acqua nei letti di roccia attraverso dei pozzi profondi per creare delle fratture che fungano da vie tramite le quali gas e petrolio possano raggiungere la superficie. Alcuni enti, come l’EnCana di Alberta, sono in particolare predisposti per seguire l’evoluzione di tali fratture con dei sofisticati sistemi tridimensionali di monitoraggio sismico. La nuova tecnologia per mappare la Terra è stata battezzata “profilo sismico verticale a intervallo temporale” o Vsp. “La mole di dati da considerare è enorme, ma come concetto è assai simile a una visita a una donna in gravidanza – hanno concluso i ricercatori.
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