Sulla base del presupposto che la superficie terrestre è coperta per il 70 percento da acqua, degli studiosi appartenenti ai più importanti centri scientifici mondiali, intendono setacciare i mari e gli oceani del pianeta, alla ricerca di nuove sostanze in grado di combattere alcune delle più gravi malattie dell’uomo. Per ora esiste solo un farmaco in commercio derivante da un organismo marino: è un antivirale che serve per ostacolare il fuoco di sant’Antonio. Iniziamo con le ascidie. Sono invertebrati sessili riconducibili ai tunicati. Questi ultimi sono caratterizzati da una sostanza che a quanto pare è in grado di contrastare l’evoluzione del sarcoma, tumore del tessuto connettivo. A questo scopo stanno lavorando scienziati italiani dell’Istituto Mario Negri di Milano. Sempre in ambito oncologico pare che possano giovare anche le diatomee, alghe unicellulari caratterizzate da un rivestimento siliceo molto duro e resistente. Questi vegetali avrebbero il potere di interferire con i vasi sanguigni di cui si servono le masse neoplastiche per colonizzare l’intero organismo. Altrettanto efficace sarebbe l’azione di principi attivi contenuti in animali noti come il cavalluccio marino e il pesce pagliaccio. Nel primo caso si è visto che la polvere derivante dall’essiccamento di un ippocampo è in grado di attenuare i disagi arrecati dalla gotta, malattia concernente un accumulo abnorme di acido urico nel sangue, e dall’artrite ad essa spesso legata. Dal pesce pagliaccio invece dei ricercatori israeliani stanno pensando di estrarre un farmaco potenzialmente capace di proteggerci dalle ustioni. Addirittura dagli squali si possono ricavare sostanze preziose per l’uomo: il riferimento è in questo caso alla squalamina, molecola antitumorale. Sul fronte delle sostanze prodotte da microrganismi in grado di impedire la crescita di altri microrganismi o di distruggerli, studiosi dello Scripps institution of oceanography sono convinti di poter ottenere dagli attinomiceti, esseri viventi a metà strada tra un batterio e un fungo, dei medicamenti molto più efficaci dei comuni antibiotici. Infine, al vaglio di specialisti americani, ci sono oltre 500 specie di molluschi, da cui sono già stati ricavati più di mille principi attivi utili contro la epilessia e il dolore cronico.
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