mercoledì 7 maggio 2008
La cefalea? Ci evita Parkinson e Alzheimer
Gli scienziati ancora non spiegano con esattezza il perchè, tuttavia pare proprio che i malati di emicrania si ammalino meno degli altri di patologie neuro degenerative. È il resoconto di uno studio pubblicato da Nature e condotto da esperti del Maryland. L’emicrania è un disturbo cronico che indispone enormemente le sue vittime: si va dal tipico dolore pulsante in una regione precisa della testa, a disturbi visivi, ipersensibilità alla luce, nausea e vomito. Si manifesta nel 10-15 percento della popolazione: sono colpite più le donne degli uomini. Interessa un 2-4 percento dei bambini, e generalmente inizia dopo la pubertà, per avere la massima incidenza tra i 35 e i 45 anni. Ora gli studiosi suggeriscono che - benché le crisi di emicrania siano più o meno coinvolte in leggere perdite della memoria - per gli individui soggetti alla malattia, con il passare del tempo, il rischio di ammalarsi concretamente di patologie come l’Alzheimer, è minore rispetto a chi non soffre di mal di testa. Secondo Amanda Kalaydjian del National Institute of Mental Health a Bethesda, in Maryland, gli studiosi si sono trovati davanti a un autentico enigma: “Noi all’inizio dello studio ipotizzavamo che l’emicrania potesse peggiorare le capacità cognitive a breve e lungo termine – spiega la ricercatrice – è dunque stata una grossa sorpresa verificare che invece avviene esattamente il contrario”. Più di 28 milioni di persone negli Usa soffrono di emicrania. La causa della malattia è ancora sconosciuta, sebbene si siano avanzate molte ipotesi tra cui un cattivo funzionamento del sistema nervoso e dei vasi sanguigni cerebrali. Lo studio degli americani è iniziato nei primi anni Novanta. Vengono coinvolte 1448 persone di cui 204 sofferenti di emicrania cronica. Lo scopo: quello di verificare le capacità mnemoniche dei malati e dei sani e l’evoluzione delle potenzialità cognitive nel tempo. I primi test hanno luogo tra il 1993 e il 1996. Gli ultimi nel 2005. Il risultato, infine, è sorprendente. Nei primi test i malati dimostrano capacità cognitive inferiori a chi sta bene, viceversa, a distanza di 12 anni, si assiste al fenomeno opposto: chi è stato colpito da emicrania perde la memoria più lentamente di chi non ha problemi di questo tipo. Ma come può l’emicrania tenere lontano l’insorgenza di malattie come l’Alzheimer? Esattamente non si sa, ammettono i ricercatori. Possiamo per ora avanzare solo qualche ipotesi. Una di queste, per esempio, concerne il differente stile di vita che contraddistingue chi è malato di emicrania e chi no. In particolare i malati di emicrania assumono, durante le crisi, degli antinfiammatori non steroidei i quali, secondo alcuni studi, avrebbero il potere di a proteggere il declino cognitivo.
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