venerdì 2 maggio 2008

A scuola tra i boschi

Sono sempre di più i bamini che vanno a scuola nei boschi, soprattutto in Svizzera, in Germania e in Finlandia. È un vero e proprio boom dettato dal fatto che secondo molti scienziati il contatto diretto con la natura fa crescere i piccoli più sani, più creativi, più coraggiosi, più sicuri di sé. Ma come è possibile andare all’asilo o a scuola in una foresta? Basta dotare i bambini di tute termiche impermeabili e stivaletti di gomma: in questo modo possono restare all’aria aperta anche con la pioggia e con la neve, dicono gli insegnanti impegnati in questo nuovo tipo di scuola. All’aria aperta si impara a giocare, a stare insieme, si imparano i segreti della natura, e da poche settimane a questa parte anche a fare le addizioni e a studiare l’etologia. Almeno in Svizzera, dove, oltre ai 15 asili nel bosco già esistenti, da poco è nata la prima scuola nei boschi. Per il momento riguarda solo le prime tre classi elementari, ma in futuro c’è già chi pensa di arrivare alle scuole medie. Si tratta di una scuola tutta particolare. Non ci sono i banchi, non ci sono le aule, e quindi non ci sono delle vere e proprie classi. I piccoli imparano a fare le somme e le moltiplicazioni contando le ghiande delle querce, e i segreti degli uccelli o degli insetti osservandoli dal vivo nel pieno delle loro attività. E i libri? I libri sono conservati nell’unico spazio riparato a disposizione degli alunni: una casupola in legno dove, con i testi scolastici, ci sono anche dei lunghi ripiani su cui disegnare e scrivere. Tutto è iniziato nel 1998. Remo Gugolz, un insegnante di 42 anni, ha fondato il primo asilo nei boschi in Svizzera prendendo spunto da realtà analoghe in Germania (dove attualmente ci sono 400 asili nei boschi e in Finlandia). In particolare è a San Gallo, città di quasi 75mila abitanti, nel nord est della Svizzera che è iniziata l’avventura di Gugolz. A lui si sono affiancati Regula Borrer e Marius Tschirky, rispettivamente direttrice e insegnante dell’asilo. L’attività nei boschi inizia alle 9 del mattino con un girotondo o una filastrocca e prosegue fino alle quattro del pomeriggio. Si cucina, si mangia, si fanno le attività più diverse costantemente immersi nella natura. I bimbi hanno a disposizione piccoli coltellini, piccole seghe e altri attrezzi con cui portare a termine lavoretti di ogni genere: “Di pericoli non ce ne sono – spiegano i promotori della scuola nei boschi -. In otto anni di esperienza non è mai accaduto niente di male a nessun bambino”. Ma a cosa è dovuto il successo degli asili e delle scuole nei boschi? Secondo i pedagogisti l’intimo contatto con la natura è benefico per tre aspetti. Punto uno. Al centro della crescita del bambino viene messo il rapporto sensoriale con la natura: vista e udito vengono stimolati dal canto degli uccelli e dal fragore della pioggia che cade. Il bosco diviene presto un luogo familiare dove fretta e nervosismo non hanno motivo di esistere. Punto due. I piccoli, in questo ambiente, non trovando tutto pronto come a casa, sono portati ad aguzzare l’ingegno: il pranzo devono prepararlo da soli (aiutati naturalmente dai maestri) e i giochi li devono inventare o costruire dal nulla. Punto tre. L’autoapprendimento. I bimbi imparano da soli a gestirsi vivendo in prima persona le difficoltà del vivere sempre all’aria aperta, e i maestri li lasciano fare dando loro dei suggerimenti solo quando è strettamente necessario. E in Italia? In Italia non ci sono ancora scuole o asili nei boschi. Tuttavia ci sono posti dove il contatto con la natura viene assicurato ai più piccoli tramite spazi limitrofi agli edifici scolastici dedicati alla coltivazione dell’orto e all’allevamento di oche e galline.

(Pubblicato su Libero il 13 dicemre 06)

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