sabato 5 aprile 2014

L'intelligenza dei corvi (o di un bimbo di 7 anni)


Gli manca solo la parola. E' la classica frase che accompagna il commento su un cane che vive insieme al suo padrone da anni, in un rapporto simbiotico che sembra non presentare differenze con quello che si instaura, per esempio, con un coniuge o un figlio. E non è del tutto errata se è vero che, di norma, l'intelligenza di un quattro zampe è riconducibile a quella di un bimbo di due anni; piccolo, certo, ma già in grado di provare sentimenti e riconoscere fatti e persone. In realtà, c'è un animale ancora più intelligente, che di rado coinvolge il nostro immaginario: il corvo della Nuova Calidonia (Corvus moneduloides), già noto per essere l'unica specie non appartenente ai primati in grado di utilizzare strumenti e oggetti per ottenere benefici. La ricerca pubblicata pochi giorni fa su PLOS ONE dice che l'uccello è in grado di "ragionare" su una serie di cilindri contenenti acqua, sulla cui superficie giacciono larve di insetto, di cui il volatile è ghiotto. Si è, infatti, visto che l'animale intuisce la necessità di dover alzare il livello del liquido per poter giungere a cibarsi della leccornia. E che per compiere l'operazione non sceglie a caso fra i vari strumenti che gli sono messi a disposizione, ma utilizza quelli più pesanti, dei sassolini per esempio, capaci di occupare parte del volume del liquido e incrementare, quindi, il livello all'interno del contenitore. Gli esperti ritengono che una simile prerogativa sia assimilabile a quella di un bambino di età compresa fra i 5 e i 7 anni. Sara Jelbert dell'Università di Auckland è convinta dell'arguzia dei corvi della Nuova Caledonia e parla senza mezzi termini di "risultati sorprendenti". E aggiunge che l'intelletto animale è un mondo ancora tutto da esplorare, e che molto probabilmente fino ad oggi abbiamo sottostimato le potenzialità intellettive delle specie che ci circondano. Comprese quelle con cui, come nel caso del corvo, raramente veniamo in contatto. Anche perché evitiamo appositamente di farlo. Esempio classico, i topi. Ne stiamo vivamente alla larga, eppure posseggono un intelletto sopraffino. Un sistema di comunicazione molto efficiente, appannaggio delle specie più evolute, e una rigida gerarchia, con figure che capeggiano e altre che soccombono alla famiglia. Non mancano casi di mobbing, in cui un esemplare viene volutamente tenuto lontano dalla "comunità", in certi casi fino a farlo perire di stenti. Se c'è da abbuffarsi di un formaggino, sono capaci di tutto: centrare un canestro, contare monetine, e addirittura scivolare su un mini skateboard. Poco conosciute anche le performance del cosiddetto "cervellone degli abissi". Il polpo, al di là della sua innata capacità di cambiare colore per sfuggire ai predatori e di autoripararsi un tentacolo ferito, è in grado di aprire bottiglie e barattoli contenenti gamberetti, trovare la via giusta per uscire da un labirinto, svitare una valvola idraulica (senza però accorgersi che lo svuotamento di una bacino decreterebbe la sua condanna a morte). Lo scettro della massima intelligenza animale, però, spetta ai mammiferi più progrediti, specie come gli elefanti, le scimmie, i delfini. Recentemente s'è visto che i pachidermi sono in grado di provare sentimenti tipicamente umani come l'empatia, la pietà, la solidarietà. Fra le scimmie, scimpanzé e gorilla, sono i più dotati, arrivando a sviluppare un'intelligenza analoga a quella di un bimbo di 4-5 anni, similmente a ciò che accade nei delfini, capaci perfino di esprimersi romanticamente, organizzarsi per il futuro, e aiutare persone in difficoltà. 

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