sabato 28 febbraio 2015

Cyborg, nuova frontiera evolutiva


Un bacino in titanio costruito in laboratorio e sostituito a quello malato, dà modo di comprendere il livello medico chirurgico raggiunto negli ultimi anni. E lascia presagire che fra non molto sarà possibile intervenire sempre più spesso in questo modo, sradicando completamente una malattia, tramite l'innesto di porzioni anatomiche costruite daccapo. Fa scalpore il risultato ottenuto al Cto di Torino, ma è già da un po’ i centri medici più avanzati adottano questa soluzione, al punto che qualcuno ha avanzato l'ipotesi che l'uomo bionico - tante volte accarezzato nei romanzi di fantascienza - sarà presto realtà. In che modo? Con la meccanica, da una parte, con le staminali, dall'altra. La realtà cibernetica è, dunque, il futuro. Il film Robocop, girato nel 1987, fu illuminante in questo senso. Il protagonista muore e "risorge" con braccia meccaniche e un rivestimento in titanio e kevlar, fibra cinque volte più resistente dell'acciaio. Tre giorni fa l'ennesima prova che le narrazioni cinematografiche parafrasano frequentemente la cronaca. Easton LaChappelle è un diciannovenne americano che ha ideato un braccio artificiale azionato dal pensiero, più leggero di un arto umano normale, ma con le stesse potenzialità. Non è sfuggito alla Nasa che l'ha già scritturato battezzandolo il nuovo Steve Jobs. Luke è un altro braccio robotico azionato dai segnali elettrici prodotti da elettrodi collegati ai muscoli del paziente. E' già stato approvato dalla Food and Drug Administration e il riferimento a Luke Skywalker della saga Guerre Stellari non è casuale. Ma la storia degli innesti meccanici non finisce qui. E non riguarda solo gli arti. Da tempo si impiegano le protesi valvolari per curare i cuori malati. Le valvole possono contenere silicone, leghe a base di cromo e nichel, teflon. L'apparato cardiocircolatorio può contare anche sulle arterie artificiali, approntate di recente in Inghilterra, per andare incontro a chi dovrà subire, per esempio, un intervento di bypass, ma non possiede vene sostitutive per irrorare correttamente il muscolo cardiaco. Il futuro è più affascinante e praticamente riguarderà ogni distretto anatomico, tranne forse il cervello (dato che alcuni suoi aspetti fisiologici non sono ancora stati compresi). L'anno scorso a Zurigo hanno presentato un robot che funziona come un essere umano. Significa che prelevandogli un tendine, o qualunque altra parte "anatomica", si può potenzialmente intervenire su ogni tessuto. Gli organi artificiali sono, in parte, già realtà. Nei meeting di bioingegneria si parla sempre più spesso di rene bioartificiale, bioingegneria dei tessuti, plastiche e resine indistruttibili, perfettamente compatibili con i materiali organici. In Inghilterra, Martin Wickham, del Leatherhead Food Institute, ha ideato un sistema meccanico che imita lo stomaco umano; in Usa, Shuvo Roy, dell'University of California, ha messo a punto un prototipo di rene artificiale grande come una tazzina di caffè. E sempre negli Stati Uniti è stato disegnato al computer un orecchio e stampato in 3d, pronto per essere impiantato nei bimbi colpiti da una rara malattia dell'organo uditivo. Insomma, Hollywood a parte, il primo cyborg è già fra noi. 

Via al doping chirurgico

Dell'argomento s'è iniziato a parlare insistentemente dopo la rivelazione di Tiger Woods, campione di golf americano, che afferma di essersi sottoposto a un trattamento chirurgico per potenziare la sua vista. E poter quindi giocare al meglio delle sue capacità. «Così vedo le buche più grandi», spiega. Ma la sua vista era già perfetta e qui sta il punto: sempre più persone, a partire proprio dal campione statunitense, si sottopongono a sedute chirurgiche per migliorare qualche parte del corpo e in questo modo ottenere i risultati migliori in ambito sportivo, professionale, intellettuale. In gergo si parla di "doping chirurgico"; un vero e proprio boom da metà degli anni Duemila a oggi. Sono centinaia i giocatori di golf che hanno subito l'intervento, una tecnica più che consolidata battezzata Lasik. Consiste nel rimodellamento della cornea tramite laser, pochi minuti di pazienza e il gioco e fatto. I primi interventi risalgono al 1989 e a oggi ne hanno beneficiato anche militari e astronauti. Così è possibile sviluppare un potenziale visivo di quindici decimi, contro i tradizionali dieci decimi di chi vede normalmente e non ha alcun problema di miopia, ipermetropia o astigmatismo. Significa poter vedere una mosca a nove metri di distanza, rispetto a chi la vede a sei metri. Una rivoluzione che porta, di fatto, allo sviluppo di una supervista; e può, dunque, interessare anche altri distretti anatomici, coinvolgendo figure che nulla hanno a che vedere con il golf. Un altro esempio giunge dal mondo della corsa, del calcio e del ciclismo. E il riferimento, in questo caso, è al modellamento del setto nasale per consentire una migliore respirazione e quindi un'ossigenazione più importante delle aree polmonari, strettamente legate alle potenzialità muscolari. Sono interventi chirurgici che fino a oggi venivano effettuati su pazienti colpiti da malanni come sinusiti o deviazione naturali dei setti nasali. Un'alternativa vincente all'impiego dei pericolosi anabolizzanti? I pareri sono discordanti. E comunque la storia del doping chirurgico non finisce qui. Interventi invasivi per migliorare le prestazioni atletiche sono stati compiuti anche sui giocatori di baseball, per incrementare l'efficacia dei muscoli del braccio. Il lavoro dei medici si concentra sul legamento collaterale ulnare, all'altezza del gomito, che viene ricostruito per renderlo più efficiente, e non solo per guarirlo da qualche trauma. Parte dal presupposto che i giocatori di oggi puntano tutto sulla velocità della palla, a discapito della finezza del lancio, ma così facendo sottopongono gli arti a sforzi eccessivi, che alla fine accompagnano tutti allo stesso destino: la chirurgia. Che ora diviene, appunto, doping chirurgico. Anche i polpacci, i bicipiti e i tricipiti vengono "aiutati" con iniezioni di Synthol, sostanza controversa, che migliora la prestanza muscolare, ma parrebbe appannaggio soprattutto dell'estetica. Ne fanno uso i culturisti, dando vita, spesso, a corporature innaturali e sproporzionate rispetto ad altri contesti anatomici. Lo sportivo si sottopone a iniezioni intramuscolari che possono proseguire per settimane, fino all'ottenimento del risultato desiderato. Ma si può andare incontro a problemi, infezioni, ascessi e indebolimento dei nervi. Infine il futuro non può che guardare al cervello, che comanda ogni nostro minimo gesto e naturalmente ogni azione muscolare, e alla genetica. Si parla di stimolazione transcranica elettrica o magnetica, di medicine da usare "consapevolmente" per migliorare le prestazioni cognitive, e futuristicamente di strumenti che potrebbero addirittura essere innestati nel cervello per aumentare le sue potenzialità. E c'è il doping genetico, che intende intervenire sul Dna per "ordinare" all'organismo di sviluppare determinati organi o particolari muscoli utili a specifiche discipline sportive.