Dell'argomento
s'è iniziato a parlare insistentemente dopo la rivelazione di Tiger Woods,
campione di golf americano, che afferma di essersi sottoposto a un trattamento
chirurgico per potenziare la sua vista. E poter quindi giocare al meglio delle
sue capacità. «Così vedo le buche più grandi», spiega. Ma la sua vista era già
perfetta e qui sta il punto: sempre più persone, a partire proprio dal campione
statunitense, si sottopongono a sedute chirurgiche per migliorare qualche parte
del corpo e in questo modo ottenere i risultati migliori in ambito sportivo,
professionale, intellettuale. In gergo si parla di "doping
chirurgico"; un vero e proprio boom da metà degli anni Duemila a oggi. Sono
centinaia i giocatori di golf che hanno subito l'intervento, una tecnica più
che consolidata battezzata Lasik. Consiste nel rimodellamento della cornea
tramite laser, pochi minuti di pazienza e il gioco e fatto. I primi interventi
risalgono al 1989 e a oggi ne hanno beneficiato anche militari e astronauti.
Così è possibile sviluppare un potenziale visivo di quindici decimi, contro i
tradizionali dieci decimi di chi vede normalmente e non ha alcun problema di
miopia, ipermetropia o astigmatismo. Significa poter vedere una mosca a nove
metri di distanza, rispetto a chi la vede a sei metri. Una rivoluzione che
porta, di fatto, allo sviluppo di una supervista; e può, dunque, interessare
anche altri distretti anatomici, coinvolgendo figure che nulla hanno a che
vedere con il golf. Un altro esempio giunge dal mondo della corsa, del calcio e
del ciclismo. E il riferimento, in questo caso, è al modellamento del setto
nasale per consentire una migliore respirazione e quindi un'ossigenazione più
importante delle aree polmonari, strettamente legate alle potenzialità
muscolari. Sono interventi chirurgici che fino a oggi venivano effettuati su
pazienti colpiti da malanni come sinusiti o deviazione naturali dei setti
nasali. Un'alternativa vincente all'impiego dei pericolosi anabolizzanti? I
pareri sono discordanti. E comunque la storia del doping chirurgico non finisce
qui. Interventi invasivi per migliorare le prestazioni atletiche sono stati
compiuti anche sui giocatori di baseball, per incrementare l'efficacia dei
muscoli del braccio. Il lavoro dei medici si concentra sul legamento
collaterale ulnare, all'altezza del gomito, che viene ricostruito per renderlo
più efficiente, e non solo per guarirlo da qualche trauma. Parte dal
presupposto che i giocatori di oggi puntano tutto sulla velocità della palla, a
discapito della finezza del lancio, ma così facendo sottopongono gli arti a
sforzi eccessivi, che alla fine accompagnano tutti allo stesso destino: la
chirurgia. Che ora diviene, appunto, doping chirurgico. Anche i polpacci, i
bicipiti e i tricipiti vengono "aiutati" con iniezioni di Synthol, sostanza
controversa, che migliora la prestanza muscolare, ma parrebbe appannaggio
soprattutto dell'estetica. Ne fanno uso i culturisti, dando vita, spesso, a corporature
innaturali e sproporzionate rispetto ad altri contesti anatomici. Lo sportivo
si sottopone a iniezioni intramuscolari che possono proseguire per settimane,
fino all'ottenimento del risultato desiderato. Ma si può andare incontro a problemi,
infezioni, ascessi e indebolimento dei nervi. Infine il futuro non può che
guardare al cervello, che comanda ogni nostro minimo gesto e naturalmente ogni
azione muscolare, e alla genetica. Si parla di stimolazione transcranica
elettrica o magnetica, di medicine da usare "consapevolmente" per
migliorare le prestazioni cognitive, e futuristicamente di strumenti che
potrebbero addirittura essere innestati nel cervello per aumentare le sue
potenzialità. E c'è il doping genetico, che intende intervenire sul Dna per
"ordinare" all'organismo di sviluppare determinati organi o
particolari muscoli utili a specifiche discipline sportive.
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1 commento:
Thanks, great post
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