E' dalla metà
degli anni novanta che cerchiamo pianeti al di fuori del sistema solare. Da
allora ne abbiamo scoperti migliaia. Ieri però, per la prima volta, è stata
ufficializzata l'individuazione di un corpo celeste delle dimensioni della
Terra ubicato nella cosiddetta "habitable zone". Di cosa si tratta?
Di un'area ben precisa occupata da un certo pianeta in rotazione attorno a una
stella, dove possono sussistere le condizioni climatiche per lo sviluppo della
vita. Dove non c'è troppo freddo, n'è troppo caldo; dove l'acqua può scorrere
liberamente creando i presupposti per la formazione di quei mattoncini della
vita chiamati amminoacidi e l'atmosfera imprigionare gli elementi necessari a
processi naturali come la fotosintesi. La notizia è stata diramata dalla Nasa
ieri sera alle 18.00, auspicando la seria possibilità di identificare un mondo
in tutto e per tutto simile alla Terra.
«E' una cosa che
le persone hanno sognato per migliaia di anni», rivelano i tecnici dell'ente
spaziale statunitense. Vari disegnatori si sono già messi all'opera cercando di
immaginare quali possano essere le potenziali caratteristiche della Terra bis.
Sembra di vedere un fumetto di fantascienza degli anni sessanta, ma questa
volta non è solo frutto della fantasia umana, bensì di dati certi, recuperati
grazie al lavoro di Kepler, un super telescopio lanciato nel 2009 per fare luce
sui misteri degli esopianeti. Nelle grafiche compaiono montagne caratterizzate
da affascinanti cime e torrenti che scorrono alle loro pendici, creando meandri
e canyon. La verità è che non è ancora possibile affermare con sicurezza che si
tratti di un pianeta roccioso, tuttavia le prime analisi propendono per questa
tesi; fondamentale per sperare nella presenza della vita. Per arrivare a questa
certezza sarà necessario valorizzare massa e densità dell'oggetto celeste.
Il nuovo pianeta
è stato battezzato Kepler 452b. E' un corpo situato a 1.440 anni luce dal
nostro sistema solare, nella costellazione del Cigno. La stella da cui dipende
è un po’ più luminosa del sole, ma le sue dimensioni sono molto simili a quelle
terrestri. E' anche un po’ più "maturo" del nostro pianeta. Si stima
che abbia sei miliardi di anni, contro i 4,5 miliardi della Terra. Può
significare molte cose. In primis che la vita possa essersi sviluppata
prendendosi tutto il tempo necessario. «Ha trascorso miliardi di anni intorno
alla sua stella», dice Jon Jenkins, che coordina i dati provenienti da Kepler, «potrebbe
avere ospitato la vita in passato, e ospitarla tuttora». Altri dati riguardano
il periodo di rivoluzione del pianeta, il tempo che impiega a girare intorno al
corpo madre: 385 giorni, contro i 365 giorni terrestri. E c'è poi la distanza
fra i due corpi che è pressoché identica a quella che separa il sole dalla
Terra, vale a dire 150 milioni di chilometri. Significa che potrebbe esistere
un perfetto bilancio energetico fra le due realtà cosmiche, altro parametro
chiave a favore dello sviluppo delle molecole organiche.Dunque
l'avventura di Kepler prosegue per conoscere nel dettaglio le altre
caratteristiche di Kepler 452b, forte del fatto che il pianeta individuato non
è l'unico ad avere certe caratteristiche. La scrematura dei dati provenienti da
uno dei più potenti telescopi mai progettati dall'uomo, rivela l'esistenza di
altri undici corpi a cui dare un nome e un significato. Non è escluso che ce ne
possa essere qualcun altro simile a Kepler 452b, se non addirittura qualcosa di
ancora più vicino alla Terra. Già quattro anni fa Kepler fece sobbalzare gli
esperti della Nasa, dopo aver tradotto i segnali provenienti da Kepler 22b.
Altro pianeta interessante, sempre nella costellazione del Cigno, ma con
caratteristiche intermedie fra un pianeta roccioso e un gigante gassoso. Le
analisi hanno evidenziato una realtà cosmica molto più grande della Terra, ma
con una temperatura superficiale prevedibilmente compresa fra -11 gradi e 22
gradi centigradi; né più né meno il divario termico stagionale riscontrabile in
moltissime località terrestri.
Kepler 452b, dieci
domande per saperne di più, con la collaborazione di Isabella Pagano,
ricercatrice di astrofisica dell'Osservatorio di Catania e coordinatrice
nazionale per l'Italia del progetto Plato dell'Esa.
1. Davvero Kepler 452b è un'altra Terra?
E' un paragone forzato, ma rende bene l'idea. La certezza è che il
telescopio Kepler ha "fotografato" un pianeta caratterizzato da
dimensioni molto simili a quelle terrestri. Per poter parlare di una Terra bis
è però necessario conoscere la massa del corpo e poi risalire alla sua
consistenza, che può essere rocciosa o gassosa. In questo momento non esistono
ancora i mezzi per farlo, per via dell'eccessiva distanza.
2. Cosa distingue Kepler 452b da tutti gli
altri pianeti scoperti finora?
Orbita
intorno a una stella molto simile al sole e la distanza che lo separa da essa è
uguale a quella che ci distanzia dalla nostra. E' dunque situato in quella che
viene chiamata "habitable zone", una zona abitabile, ma non
necessariamente abitata. Anche Venere e Marte risiedono in una zona simile ma,
per quelle che sono attualmente le nostre conoscenze, non presentano tracce di
vita.
3. Quali sono le possibilità che sul pianeta appena
scoperto ci sia vita?
La
vita è più probabile lì che in altre parti del cosmo, ma non si hanno certezze.
Ci sono aspetti che possono indurre all'ottimismo. Il fatto che l'irraggiamento
e il calore possano essere simili a quelli terrestri, sono prove a conforto
della vita. E in sei miliardi di anni avrebbe avuto tutto il tempo per
svilupparsi.
4. Come potremmo immaginarci gli abitanti di Kepler
452b?
Forse
sono simili a noi. Se avessimo numeri relativi alla massa e alla gravità
potremmo azzardare di più. Così è difficile entrare nei dettagli, anche usando
l'immaginazione. Magari hanno dieci occhi o venti gambe. Potrebbe anche essere
un mondo abitato esclusivamente da microrganismi o specie che non riusciamo
nemmeno a ipotizzare.
5. E' immaginabile che nell'universo esista una
civiltà superiore alla nostra?
Le
statistiche dicono di sì. Solo nella nostra galassia ci sono cento miliardi di
stelle e moltissime come il sole. Se consideriamo che praticamente ogni stella
ha dei pianeti, le probabilità sono elevatissime. Esiste un calcolo
probabilistico che stima la possibilità
di 600mila civiltà tecnologiche.
6. Cosa
significa 1.440 anni luce di distanza?
Significa
che la luce ha lasciato Kepler 452b 1.440 anni fa. Quando da noi stava finendo
l'epopea dell'impero romano. Se l'uomo
volesse dunque raggiungere Kepler 452b impiegherebbe 1.440 anni
viaggiando alla velocità della luce, cosa per ora impossibile, se non in
qualche episodio di Star Trek.
7. Come
si fa a capire che ha sei miliardi di anni?
Si
utilizzano metodi diversi. Si studia per esempio la rotazione di una stella su
se stessa. Una stella giovane ruota molto velocemente. E' più lenta se è
vecchia. Il sole ruota su se stesso in trenta giorni, e infatti è una stella a
metà del suo cammino. Alcune giovani impiegano due o tre giorni. Si studiano
anche le cosiddette righe del litio, un elemento strettamente connesso ad astri
appena formati.
8. Come si svolge la ricerca di nuovi pianeti?
Ci
sono vari sistemi. Il più usato analizza il percorso di un pianeta che transita
davanti a una stella, determinando un indebolimento della luce dell'astro. Così
si è fatto con il telescopio Kepler.
9. Qual è il futuro
dell'esoplanetologia?
In
questo momento facciamo già molte più cose rispetto al passato. Siamo in grado
di verificare la massa di alcuni pianeti, di studiarne la composizione
atmosferica e addirittura di predire la colorazione del cielo. E' accaduto, per
esempio, con GJ3470, un altro esopianeta, molto più vicino di Kepler 452b, a
soli 100 anni luce da noi.
10. Quanto c'è ancora da scoprire sull'universo?
In
realtà sappiamo poco o niente di materia oscura, energia oscura, teoria delle
stringhe, multiversi. L'uomo deve ancora comprendere i meccanismi di formazione
dei sistemi planetari, cosa determini la loro evoluzione e le condizioni perché
la vita possa svilupparsi.