Lo scrittore
nipponico che si firma con lo pseudonimo Jamais Jamais ritiene che ogni gruppo
sanguigno sia riconducibile a un certo di tipo di carattere; e che quindi in
base alla firma ematica che differenzia ognuno di noi sia possibile stabilire
con chi andremmo più d'accordo. Una guida sull'argomento è letteralmente andata
a ruba. In Italia siamo lontani da questo tipo di "teorie", tuttavia
anche da noi sta facendosi largo l'affascinante ipotesi che il gruppo sanguigno
possa suggerire il tipo di dieta più idonea per il nostro benessere e la nostra
salute. Seguendola potremmo tenere a bada obesità, allergie e sindromi
metaboliche. Solo per citare alcune delle tante disfunzioni legate
all'alimentazione. Si chiama "emodieta" e, piano piano,
contemporaneamente al diniego di molti specialisti, sta coinvolgendo sempre più
italiani. Di che cosa si tratta?
Il riferimento è
a una serie di alimenti altamente consigliati (o sconsigliati) per specifici
gruppi sanguigni e a un particolare gruppo di proteine, le lectine, che
reagirebbero con il sangue in modo diverso provocando, per esempio, incompatibilità
alimentari. Peter J. D'Adamo, il naturopata americano che per primo ha
sviluppato l'emodieta dice che ogni gruppo sanguigno è relazionabile a un
preciso status sociale che rimanda alla preistoria. Il gruppo zero, il più
antico, discenderebbe dai primi uomini che vivevano di caccia e raccolta; il
gruppo A dai primi agricoltori che cambiarono anche stile di vita divenendo
sedentari; il gruppo B sarebbe rappresentato dal DNA tipico dei pastori
asiatici e si sarebbe differenziato circa 10mila anni fa, fra le popolazioni
mongole e caucasiche; il gruppo AB, infine, sarebbe il più recente, il più
diversificato e includerebbe un po’ delle caratteristiche di tutti gli altri. Sulla
base, dunque, di un preciso gruppo sanguigno sarebbe possibile formulare diete
peculiari, rimandando a usi e costumi nutrizionali che affondano le loro radici
agli albori della civiltà.
Gli appartenenti
al gruppo zero, per via dell'attitudine a correre e a cacciare dei propri avi, possiedono
un metabolismo veloce, figlio di progenitori che si nutrivano di carne e
vegetali spontanei. Oggi dovrebbero stare lontani dai cereali, "sconosciuti"
ai loro stomaci, e fare qualcosa per migliorare il proprio sistema immunitario,
più fragile e delicato rispetto agli altri. Gli individui del gruppo A sono predisposti
per consumare abbondantemente alimenti vegetali, come accadeva ai propri antenati,
dediti esclusivamente all'attività agricola. Gli appartenenti al gruppo B, i
nomadi, avevano una dieta diversificata; mangiavano un po’ di tutto, con una
predilezione particolare per carne e latticini. L'AB è il più complesso e recente,
riguarda una piccola fetta dell'umanità, compresa fra il 2 e il 5%; si sarebbe
formato dalla "fusione" fra il gruppo A e B ed è riconducibile a
individui che possono nutrirsi un po’ di tutto, ma con moderazione.
Nonostante la curiosità suscitata in molti italiani dall'emodieta (anche grazie a figure come il dottor Piero Mozzi, autore di vari libri sull'alimentazione), l'intellighenzia scientifica insorge, ritenendola poco attendibile per non dire del tutto sconclusionata. Seguendola, infatti, ci sarebbe il rischio di nutrirsi malamente, finendo per andare incontro a patologie anche serie. Gli appartenenti al gruppo 0, per esempio, potrebbero accusare problemi articolari; quelli del gruppo A, ammalarsi di anemia e disturbi epatici; il gruppo B potrebbe essere suscettibile al diabete e l'AB a disfunzioni cardiache. Spara a zero sull'emodieta anche l'American Journal of Clinical Nutrition, prestigiosa rivista statunitense, secondo la quale non esiste prova scientifica in grado di avvalorare la sua attendibilità.
Nonostante la curiosità suscitata in molti italiani dall'emodieta (anche grazie a figure come il dottor Piero Mozzi, autore di vari libri sull'alimentazione), l'intellighenzia scientifica insorge, ritenendola poco attendibile per non dire del tutto sconclusionata. Seguendola, infatti, ci sarebbe il rischio di nutrirsi malamente, finendo per andare incontro a patologie anche serie. Gli appartenenti al gruppo 0, per esempio, potrebbero accusare problemi articolari; quelli del gruppo A, ammalarsi di anemia e disturbi epatici; il gruppo B potrebbe essere suscettibile al diabete e l'AB a disfunzioni cardiache. Spara a zero sull'emodieta anche l'American Journal of Clinical Nutrition, prestigiosa rivista statunitense, secondo la quale non esiste prova scientifica in grado di avvalorare la sua attendibilità.