Una ricerca
condotta a Oxford qualche anno fa mostrava, da un punto di vista anatomico, le
differenze riscontrabili fra il cervello maschile e quello femminile. Nella
donna è più sviluppata l'area del linguaggio e dell'intuizione, nell'uomo
quella concernente l'attività motoria. Il cervello maschile possiede il maggior
numero di sinapsi (aree di collegamento fra le cellule del cervello) e uno
spessore più marcato della corteccia; ma nella donna il "cablaggio"
neuronale funziona meglio, mettendo più facilmente in contatto i due emisferi.
Altre differenze sono state evidenziate dal punto di vista fisiologico, con
ripercussioni su carattere, umore ed evoluzione di patologie legate all'ansia e
alla depressione (nelle femmine molto più frequenti). Uomini e donne vivono
dunque su pianeti distinti e un'ulteriore conferma si ha oggi da uno studio
condotto presso l'Università di Montreal, in Canada, dal quale emerge che sesso
forte e debole sognano anche in modo diverso.
572 persone
coinvolte nel test e invitate a redigere un diario quotidiano, hanno permesso
ai ricercatori di mettere in luce i temi ricorrenti dei sogni nei due sessi,
con un occhio di riguardo per gli episodi più "terrificanti". E'
emerso che quando l'uomo è vittima di un "brutto sogno" ha soprattutto
a che fare con terremoti, inondazioni, conflitti a fuoco; la donna con problemi
interpersonali, litigi, e incomprensioni. E' un retaggio evolutivo. Dalla notte
dei tempi, infatti, l'uomo ha il compito di valere soprattutto dal punto di
vista fisico, dimostrando di sapere proteggere il nucleo familiare da calamità
naturali e scontri con altri individui, la donna da quello
"sentimentale". «Senza dubbio vi possono essere differenze fra i sogni
maschili e quelli femminili», racconta Luca Ambrogio, primario neurologo dell'Ospedale
di Cuneo, «partendo dal presupposto che i sogni hanno un elevato contenuto
emotivo, e che la sensibilità femminile è più spiccata di quella
maschile». L'uomo inoltre sogna di volare, raggiungere mondi fantastici e
irreali, la donna di essere attaccata da un animale feroce o pedinata. Entrambi
fanno sogni a sfondo sessuale - compreso quello di ritrovarsi a vestire i panni
di un individuo dell'altro sesso - ma nell'uomo sono più frequenti.
Ma quanto reali e attendibili possono essere considerati i risultati ottenuti dall'equipe canadese? «La verità è che abbiamo una conoscenza formale e non sostanziale dell'attività onirica, di fatto allucinatoria e caotica», continua Ambrogio. «In genere si ricorre a un diario per annotare i sogni, tuttavia quello che ricordiamo è solo l'ultimo o quello sviluppatesi in concomitanza con il risveglio. Comporta un limite qualitativo e quantitativo dell'esperienza maturata nel sonno, per cui si rischia di valutare solo in parte il reale contenuto onirico». Ecco perché, ancora una volta, è lo stesso Freud (capostipite delle ricerche sui sogni) a vacillare. «Anche la teoria freudiana, infatti, rischia di cadere di fronte a queste indicazioni della scienza moderna», prosegue Ambrogio. «Di fatto lo scienziato austriaco aveva basato i suoi studi sui classici ricordi onirici, che però possono essere fuorvianti e limitati». La ricerca di Montreal ha anche permesso di valutare la differenza fra un incubo vero e proprio e un "brutto sogno". Solo nel primo caso, infatti, si possono avere gravi ripercussioni sulla quotidianità, con compromissione definitiva del sonno e uno stato di allerta costante che si ripercuote sulla salute generale.
Ma quanto reali e attendibili possono essere considerati i risultati ottenuti dall'equipe canadese? «La verità è che abbiamo una conoscenza formale e non sostanziale dell'attività onirica, di fatto allucinatoria e caotica», continua Ambrogio. «In genere si ricorre a un diario per annotare i sogni, tuttavia quello che ricordiamo è solo l'ultimo o quello sviluppatesi in concomitanza con il risveglio. Comporta un limite qualitativo e quantitativo dell'esperienza maturata nel sonno, per cui si rischia di valutare solo in parte il reale contenuto onirico». Ecco perché, ancora una volta, è lo stesso Freud (capostipite delle ricerche sui sogni) a vacillare. «Anche la teoria freudiana, infatti, rischia di cadere di fronte a queste indicazioni della scienza moderna», prosegue Ambrogio. «Di fatto lo scienziato austriaco aveva basato i suoi studi sui classici ricordi onirici, che però possono essere fuorvianti e limitati». La ricerca di Montreal ha anche permesso di valutare la differenza fra un incubo vero e proprio e un "brutto sogno". Solo nel primo caso, infatti, si possono avere gravi ripercussioni sulla quotidianità, con compromissione definitiva del sonno e uno stato di allerta costante che si ripercuote sulla salute generale.