giovedì 5 giugno 2008

Papà over 45? Figli più vulnerabili a epilessia e autismo

Si è soliti pensare all’età della madre come a un fattore determinante per la salute del nascituro. È infatti provato che, più la madre è avanti con l’età, maggiori sono i rischi di concepire un bimbo affetto da problemi genetici come per esempio la sindrome di Down. Ora però, uno studio condotto dal Centro epidemiologico danese pubblicato e diffuso dalla rivista European Journal of Epidemiology, dice che anche i padri di una certa età rischiano di avere, con maggiori probabilità, figli con dei problemi. In particolare, secondo Jin Lian Zhu, a capo delle ricerche, i figli di papà over 45 hanno una probabilità del 50 percento in più di morire prima dell’età adulta dei nati da padri più giovani. Stando alle ricerche compiute i figli di padri vecchi soffrono più facilmente di difetti congeniti e sono più vulnerabili a patologie come autismo, schizofrenia e epilessia. Secondo gli scienziati la qualità genetica dello sperma degli uomini peggiora con l’età, così come la qualità delle cellule uovo. Studiosi della University of Washington a Seattle hanno recentemente esaminato 66 uomini dai 20 ai 57 anni ed hanno osservato che, al crescere dell’età la percentuale di sperma con Dna altamente danneggiato diventava sempre più alta. In particolare si è visto che, da un punto di vista fisiologico, nelle persone più anziane, con maggiori difficoltà lo sperma va incontro ad apoptosi, un processo naturale di morte cellulare programmata, che serve a eliminare le cellule inutili. In ogni caso è quasi certo che non solo l’età avanzata predispone a nascituri con problemi di salute. Sicuramente giocano un ruolo fondamentale anche l’ambiente, il fumo, i prodotti chimici con cui si viene a contatto. La ricerca indica che i casi come quello di Charlie Chaplin - diventato per l’undicesima volta padre a 73 anni - sono rari, ma non per questo da prendere come esempio.

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