sabato 14 marzo 2009

Concepito per curare il fratellino. A 5 mesi lo guarisce dall'anemia

L’idea di far nascere un bambino ‘su misura’ per salvare il fratello ha avuto successo. La storia dei due fratellini spagnoli Andres e Javier inizia cinque mesi fa quando viene alla luce Javier in una clinica spagnola. Il secondogenito nasce con uno scopo ben preciso: salvare la vita al fratellino malato di beta-talassemia, l’anemia mediterranea (patologia ereditaria), tramite la selezione genetica pre-impianto (tecnica vietata in Italia dalla legge 40). I medici intervengono quando il bimbo non è ancora nato – e non è nemmeno nella pancia della mamma - modificando il suo corredo genetico, così da farlo nascere senza la malattia del fratello e in modo da utilizzare il suo cordone ombelicale per un trapianto di midollo osseo che possa guarire Andres. L’operazione di fecondazione assistita riesce alla perfezione: Javier nasce infatti sano, pesa 3 chili e 400 grammi e non ha alcun problema di salute. È l’ottobre del 2008. Il 23 gennaio del 2009 presso l’Hospital Virgen del Rocio di Siviglia, Javier dona il suo midollo al fratello, fra le speranze dei medici e quelle dei genitori dei due fratellini. Di ieri, infine, la notizia che tutti si aspettavano, diffusa dal quotidiano spagnolo ‘El Mundo’: l’operazione è perfettamente riuscita e Andres è guarito dalla beta-talassemia. Il sangue del cordone ombelicale del fratellino Javier, impiegato per il trapianto di midollo osseo, ha infatti consentito ad Andres di cominciare a produrre globuli rossi normali. “L’intervento si è svolto senza incidenti e non c’è stato bisogno di alcun tipo di trasfusione – fanno sapere i medici spagnoli. Andres ha lasciato l’ospedale il 18 febbraio e dovrà sottoporsi a dei controlli ogni sette giorni. I genitori dei due piccoli, originari di Cadice, sottolineano come – senza il ‘via libera’ della Commissione Nazionale per la Riproduzione Assistita – non avrebbero mai potuto guarire Andres, e in pratica avere due bimbi perfettamente sani. La tecnica medica di cui si sono avvalsi è molto particolare ed è stata utilizzata in Spagna per la prima volta. Grazie ad essa è possibile verificare se un embrione è sano o meno dal punto di vista genetico, prima che di essere trasferito nell’utero materno. Questo tipo di procedimento, rigorosamente vietato in Italia, è potenzialmente eseguibile su tutti gli embrioni ottenuti con la fecondazione ‘in vitro’. Etica a parte, il metodo ha consentito di concepire un bambino sano, ma anche un donatore idoneo per un piccolo di 7 anni altrimenti condannato a sottoporsi a continue trasfusioni, l’unica cura oggi valida per contrastare la malattia. La beta-talassemia, detta anche talassemia intermedia o anche morbo di Cooley, è una malattia genetica che si esprime tramite una sintesi difettosa delle catene beta dell’emoglobina, proteina che trasporta l’ossigeno. A causa della produzione difettosa di catene beta, le catene alfa si uniscono fra loro e formano degli aggregati che danneggiano la membrana del globulo rosso. Ne deriva la distruzione precoce dei precursori dei globuli rossi nel midollo e, in misura minore, la loro distruzione nella milza per il processo noto come emolisi.

(Pubblicato su Libero il 14 marz 09)

Nessun commento: