venerdì 27 maggio 2011

Il Cerchio di Annibale: intervista all'astrofisico Guido Cossard


Quarantasei massi allungati e appuntiti, disposti ellitticamente, nel cuore del Piccolo San Bernardo, in Val d'Aosta, a 2188 m di quota, illuminati da un sottile e miracoloso raggio di sole: ecco lo straordinario scenario che la sera del 21 giugno, in coincidenza con il solstizio d'estate, segnerà il passaggio dalla primavera all'estate. Parliamo del cosiddetto "Cerchio di Annibale", il più importante complesso megalitico italiano, così soprannominato in onore del famoso condottiero cartaginese che, pare, proprio dal Colle del Piccolo San Bernardo, passò per fronteggiare il nemico romano. Un appuntamento da non perdere, per tutti gli amanti dell'astronomia e dell'archeologia, ma anche per coloro che, pur non essendo degli accademici, desiderano vivere una interessante esperienza. Per l'occasione Spigolature Scientifiche ha pensato di intervistare il massimo esperto italiano in materia, il Prof. Guido Cossard, insegnante di fisica e presidente dell'Associazione ricerche e studi di Archeoastronomia valdostana.
Il cosiddetto "Cerchio di Annibale" è ufficialmente riconosciuto come il più importante complesso megalitico esistente in Italia. Oggi possiamo finalmente sapere quale è la sua età, e chi furono i suoi costruttori?
Purtroppo non abbiamo ancora effettuato uno scavo completo del sito, indispensabile per riconoscere l'età precisa del substrato cronologico su cui poggia. Alcuni archeologi ritengono che risalga all'età del ferro, altri all'età eneolitica. Data la totale mancanza di resti antropologici, dei suoi costruttori  non possiamo dire ancora nulla.
È l'eterno dilemma dei cerchi megalitici d'Europa: luoghi di culto o osservatori astronomici? Anche per il "Cerchio di Annibale", dopo venti anni di studi, le teorie si sprecano. Potrebbe aver rappresentato entrambe le cose?
Sicuramente sì: come per tutti gli altri complessi megalitici che si conoscono in Europa. In un  primo tempo il "Cerchio di Annibale" venne utilizzato come osservatorio astronomico; più tardi si trasformò in un luogo di culto, dove venivano celebrati i riti religiosi.
Nell'uno o nell'altro caso, per quanti anni è stato utilizzato? All'epoca del passaggio di Annibale era già stato abbandonato?
Chiariamo subito un fatto: né la storia, né l'archeologia, ci hanno ancora dato modo di provare che Annibale sia effettivamente passato dal Colle del Piccolo San Bernardo. Certamente attraversò le Alpi, ma sostenere che passò proprio dal cerchio megalitico è un po' azzardato. Quel che è certo è che il sito venne utilizzato per parecchi secoli, forse addirittura per un millennio. Prove a suffragio di tale ipotesi ve ne sono in abbondanza: prima fra tutte la presenza di un tempietto gallico di epoca pre-romana.
Lei e Giuliano Romano, docente di "Storia dell'Astronomia" dell'Università di Padova, siete giunti a un'interessante conclusione: il "Cerchio di Annibale", data la particolare disposizione di una roccia principale filtrata dagli ultimi raggi del sole, permetterebbe di evidenziare con esattezza il solstizio del 21 giugno, ovvero il passaggio dalla primavera all'estate. Può spiegare bene ciò che accade?
Con Giuliano Romano ci siamo occupati del fenomeno del megalitismo su scala generale. Lo studio del "Cromlech" del Piccolo San Bernardo l'ho affrontato individualmente. Il 21 giugno, giorno del solstizio d'estate, il sole tramonta dietro una sella montuosa posta vicino alla vetta del monte Lancebranlette, in direzione nord ovest: il fascio luminoso che si propaga, investe il cerchio di pietre lasciando completamente all'oscuro le aree adiacenti. 
Ci sono similitudini architettoniche evidenti tra il "Cromlech" valdostano e i megaliti bretoni, irlandesi, di Carnac e Stonehenge?
Tutte le principali strutture megalitiche d'Europa sono state concepite e dunque realizzate in modo simile. Ma affermare che il "Cerchio di Annibale" è più simile a Stonehenge, piuttosto che a Carnac, o a qualche altro esempio di megalitismo isolato nord europeo, è ridicolo. Per il momento, abbiamo appurato che esistono delle analogie tra il megalitismo valdostano e quello anatolico.
In Italia settentrionale le prime tracce di una realtà antropologico-sociale si sono avute in corrispondenza delle Culture celtiche transalpine: non spiegheremmo altrimenti la solidità gerarchica "Golasecchiana" e l'affermazione della Cultura "Lateniana" a partire da 3000 anni fa; è basandosi su questo presupposto che alcuni studiosi affermano a spada tratta che il "Cerchio di Annibale" sia di origine celtica?
In passato è stata forte la tendenza di attribuire ogni aspetto del megalitismo al popolo celtico. Ora sappiamo con certezza che non è così. I Celti, intesi come i discendenti della stirpe bellovesiana (VI secolo a.C.), quando arrivarono in Italia, trovarono il "Cerchio di Annibale" già fatto.  
Un' ultima domanda: che cosa possiamo aspettarci visitando il Colle del Piccolo San Bernardo la sera del 21 giugno (nuvole permettendo)?
Uno spettacolo insolito, con alcuni momenti di grande emozione. A disposizione del pubblico c'è una guida e la possibilità di assistere a una conferenza, a cura dell'Associazione Ricerche e Studi di Archeoastronomia Valdostana; (per informazioni 0165 258119, oppure www.archeoastronomia.net).

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