lunedì 16 giugno 2008
Sei ore al giorno con il cellulare. La nuova malattia dei ragazzini
Per la prima volta due giovanissimi sono stati ricoverati in un ospedale psichiatrico per essere sottoposti a un trattamento speciale per risolvere la dipendenza da telefonino. È quanto emerge da un articolo apparso ieri sul Daily Telegraph. I due bimbi – uno di 12 e l’altro di 13 anni – non riuscivano più a staccarsi dal cellulare e a condurre una vita normale. A scuola il rendimento era pessimo, e così le relazioni sociali. Quando i genitori si sono accorti che qualcosa non andava – i bambini erano diventati nervosi, scontrosi e insofferenti - si sono rivolti a una clinica specializzata, che ha consigliato loro il ricovero dei figli, per un trattamento speciale, finalizzato appunto al recupero e al reinserimento nella società dei bimbi. I medici hanno seguito i tre giovanissimi per tre mesi, impedendo loro di usare il cellulare; e alla fine, i due pazienti, hanno imparato di nuovo ad affrontare la realtà senza dover ricorrere necessariamente al telefonino. Gli specialisti dicono che i due piccoli erano come drogati, completamente assuefatti e dipendenti dal cellulare. Con esso passavano più di sei ore della loro giornata parlando, spedendo messaggi e giocando. (Secondo gli esperti si parla di “cellularomania” quando il traffico telefonico quotidiano di un individuo, costituito da chiamate e messaggi sia in entrata che in uscita, ammonta a circa 300 contatti). Riuscivano a estorcere denaro ai genitori per pagare la ricarica con le scuse più banali; e quando i genitori non assecondavano queste loro richieste i piccoli si rivolgevano ai nonni o ad altri parenti, riuscendo comunque ad avere il cellulare sempre carico. Adesso è necessario tenere sotto controllo i due bambini per far sì che non ricadano nel vizio. Il primo trattamento per vincere la “mobile phone addiction” (la dipendenza da cellulare) è avvenuto a Lleida, nel nord-est della Spagna, presso il Child and Youth Mental Health Centre: “È la prima volta che ci capita di doverci occupare di individui totalmente dipendenti dal cellulare – ammette Maite Utges, responsabile della clinica -. Per questi bambini il cellulare era diventato una vera e propria droga. Mostravano seri disturbi comportamentali che si ripercuotevano sul rendimento scolastico e le relazioni sociali. Quando li abbiamo presi in cura era da un anno e mezzo che avevano a che fare con il telefonino. Il nostro consiglio è dunque quello di proibire l’uso del cellulare prima del compimento del sedicesimo anno d’età”. Altri casi di “mobile phone addiction” sono stati recentemente riscontrati anche in Gran Bretagna, sebbene non si sia ancora parlato di ricoveri veri e propri. Alcuni giovanissimi inglesi lamenterebbero crisi ansioso-depressive quando calano le chiamate o la ricezione di messaggi. E in Italia? Benché nel Belpaese situazioni limite di questo tipo non siano ancora emerse, c’è il serio sospetto che anche da noi molti giovanissimi siano a rischio dipendenza da cellulare. Tra i 14 e i 29 anni posseggono il cellulare il 97 percento delle persone; l’84 percento dei giovanissimi fra gli 8 e i 15 anni. Il primo cellulare arriva di solito a 10 anni (nel 28,2 percento dei casi). Pochi genitori aspettano che il figlio arrivi in prima media per regalarlo (19,9 per cento). Alcuni, addirittura, acquistano un telefonino per il figlio poco dopo la nascita: lo 0,2 percento delle persone intervistate dal Movimento Difesa del Cittadino per l’indagine “Baby Consumers e Nuove Tecnologie”.
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