Martin Wickham e il suo team. Sullo sfondo il prototipo di stomaco artificiale |
Scienziati inglesi dell’Institute of Food Research (IFR) sviluppano il primo organo digestivo artificiale: uno strumento che imita in tutto e per tutto l’azione dell’apparato digerente dell’uomo e che potrebbe avere grande successo nelle industrie farmaceutiche e alimentari. Il suo scopo è in particolare quello di testare nuovi farmaci e nuovi cibi senza utilizzare cavie umane. “Il modello dell’IFR è un sistema in vitro che per la prima volta simula la digestione da una vera prospettiva fisiologica – ha reso noto Martin Wickham, responsabile del progetto -. I modelli di sistemi digestivi realizzati finora si limitano a replicare la biochimica e la chimica dello stomaco, e spesso non effettuano l’espulsione dei prodotti: questi modelli semplificati servono solo per trattare minerali isolati o cibi semplici. C’è invece bisogno di modelli dinamici come il nostro, che cioè riproducano tutti gli aspetti fondamentali della digestione, così da consentire lo studio della trasformazione reale dei pasti”. Lo strumento è rappresentato da una parte superiore riconducibile allo stomaco, e una inferiore, l’intestino. Nella prima porzione sono attive strutture simili ai muscoli che servono a decomporre il “bolo alimentare” proveniente dai “piani alti” dell’organo digestivo. Nella seconda invece si sviluppano per attrito forze simili a quelle che si generano nell’intestino e che portano alla scomposizione definitiva del farmaco o dell’alimento: per far fronte all’azione fortemente corrosiva degli acidi digestivi gli studiosi hanno rivestito gli strati interni dello stomaco artificiale con plastiche e metalli speciali di nuova generazione. Infine la corsa del nuovo medicinale o del nuovo prodotto alimentare si conclude nella parte basale del congegno made in Gran Bretagna, assimilabile al duodeno, al digiuno e all’ileo dell’intestino tenue. “La nostra conoscenza di quello che realmente accade nello stomaco - ammette Wickham - è ancora molto scarna, ma speriamo con questo modello di stomaco artificiale di colmare più lacune possibili”. Con i test relativi all’efficacia delle medicine e alla ‘commestibilità’ dei cibi lo stomaco artificiale servirà agli studiosi anche per comprendere i tanti misteri che ancora circondano la fisiologia dell’apparato digerente. In particolare si cercherà di far luce sull’azione degli enzimi e sulla presenza costante di batteri nello stomaco: si stima che il nostro sistema digestivo contenga più di 400 specie batteriche. Secondo Wickham la nascita del primo stomaco artificiale da laboratorio consentirà infine di combattere al meglio le principali patologie digestive. In primis malattie come la dissenteria, la costipazione, la nausea. Poi malattie più gravi come le gastriti, le ulcere, e i tumori.
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