mercoledì 1 giugno 2011

Cioccolato, uova e popcorn. E il forno a microonde fa il boom


Anni Quaranta, Stati Uniti. Percy Spencer è un comune impiegato della Raytheon, fra le maggiori aziende produttrici di oggetti elettronici. L'uomo si occupa di magnetron per apparati radar, valvole termoioniche ad alta potenza, utilizzate per la produzione di microonde. Per caso, un giorno, mentre traffica con un nuovo strumento che potrebbe tornare utile all'industria militare, dimentica acceso un radar. In seguito si accorge che la tavoletta di cioccolato che ha in tasca s'è completamente liquefatta. Cos'è accaduto? Spencer non impiega molto a capirlo: il calore sprigionato dalle microonde ha sciolto l'alimento, rendendolo immangiabile. Immediatamente comprende il valore della scoperta, ma occorrono altri test per provare la reale efficacia delle microonde, nell'ambito della preparazione alimentare. Conduce i successivi esperimenti sui popcorn verificando che, in effetti, è questa la strada giusta per dar vita a un'oggetto rivoluzionario che consenta di preparare qualcosa da mangiare in pochi minuti. Convoca i colleghi e procede con le dimostrazioni, questa volta utilizzando le uova. Salta tutto per aria, impiastrando le facce dei presenti, ma ottiene così la prova definitiva dell'efficienza della sua fortuita trovata: il forno a microonde. Il vantaggio, rispetto agli altri metodi di cottura, è notevole: in una manciata di minuti, infatti, si possono scongelare cibi surgelati e cuocerli all'istante. Nel 1946, grazie alla scoperta casuale di Spencer, la Raytheon brevetta il processo di cottura tramite microonde e l'anno successivo sviluppa ufficialmente il primo forno per il mercato. Lo battezzano Radarange. Ha ben poco a che vedere con i prodotti odierni, tuttavia è in grado di assolvere benissimo il suo dovere, e soprattutto stuzzicare l'interesse dell'opinione pubblica. Alto quasi due metri e pesante 340 chilogrammi, basa la sua azione su un sistema di raffreddamento ad acqua, producendo una potenza di 3kW, il triplo di quella mediamente prodotta dai forni di oggi. La Raytheon si arricchisce di colpo e arriva ad acquisire la Amana, azienda dell'Iowa specializzata nella produzione di elettrodomestici. Da qui parte il raffinamento del prodotto, che diviene sempre più piccolo e maneggevole. La Litton Industries acquista da Studebaker gli spazi Franklin Manufactering per la produzione in grossa scala di forni a microonde, prendendo spunto dal Radarange: è il prototipo del forno moderno, analogo a quello che oggi quasi tutti ospitiamo nelle nostre case. Esposto per la prima volta a una fiera di Chicago, l'elettrodomestico diviene uno strumento indispensabile in tutte le case degli americani. Negli anni Settanta il boom definitivo con la diffusione capillare del forno a microonde resa possibile dal calo sensibile dei prezzi, dovuto a un ridimensionamento dei materiali impiegati per la sua fabbricazione. In Italia giunge negli anni Ottanta, un po' in ritardo rispetto agli altri paesi europei, per via di alcune prese di posizioni riguardo la sua potenziale pericolosità per la salute: ancora oggi si sente parlare dei rischi che corre chi si nutre regolarmente con piatti scaldati al microonde, anche se non hanno ancora avuto conferme ufficiali.

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