Plutone e Caronte |
Casi di serendipity, ossia scoperte casuali, in astronomia, sono tutt'altro che rari. Anzi, si può tranquillamente dire che moltissimi oggetti spaziali siano stati individuati fortuitamente, puntando gli occhi verso il cielo, quasi sempre “attrezzati” con un cannocchiale o un telescopio. Una delle ultime scoperte “accidentali” riguarda l'unico satellite di Plutone, Caronte, messo a fuoco per la prima volta nel 1978. Protagonista l'astronomo statunitense James Christy. È il 22 giugno quando lo studioso analizza alcune immagini fortemente ingrandite dell'ultimo pianeta del sistema solare, con lo scopo di dare risalto a nuove caratteristiche di questo misterioso oggetto cosmico, all'estrema periferia del campo gravitazionale della nostra stella. Nel fare ciò, però, si rende conto che le lastre fotografiche sono “sporcate” da una minuscola protuberanza che periodicamente si evidenzia sul bordo del disco planetario. Non è un fenomeno normale. Significa che in quel punto potrebbe esserci un corpo roccioso che gravita attorno al pianeta. Christy esamina altre lastre fotografiche risalenti agli anni Sessanta e, in effetti, si rende conto che imprigionato dalla gravità di Plutone c'è un corpo roccioso che viene battezzato S/1978 P1. La sigla, però, non dura a lungo. Christy, infatti, decide di nominare il satellite Caronte, combinando l'appellativo “Charon”, dal personaggio della mitologia classica, al nome della moglie Charlene, detta “Char”: il nuovo nome verrà accettato ufficialmente dall'Unione Astronomica Internazionale nel 1985. Caronte ruota intorno al pianeta in 6,387 giorni. Il rapporto dimensionale fra i due corpi celesti è di 1 a 9, un'inezia se paragonato ad altre realtà planetarie, compresi Terra e Luna divisi da un rapporto 1 a 81. La sua superficie parrebbe rivestita da uno strato di ghiaccio d'acqua, a differenza di Plutone, contraddistinto da strati di ghiaccio di azoto. Ancora oggi permangono dubbi sulla sua formazione. Secondo le ipotesi più accreditate, Caronte si sarebbe formato in seguito a un impatto fra un corpo proveniente dalla cintura di Kuiper e Plutone. L'evento risalirebbe a 4,5 miliardi di anni fa, e non sarebbe molto dissimile da quello che avrebbe dato origine alla Luna. Un'altra teoria, invece, parla del possibile scontro ad alta velocità fra due protopianeti, che però avrebbero mantenuto le rispettive identità. Questa tesi è avvalorata dal fatto che il satellite presenta un'alta percentuale di materiale roccioso, non riscontrabile nella geologia plutoniana.
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