lunedì 3 dicembre 2012

Le case anfibio, un'idea per contrastare le alluvioni

Le case anfibio? Una proposta avveniristica per fronteggiare le alluvioni. Ne parlo oggi su Lettera43: http://www.lettera43.it/ambiente/alluvioni-case-anfibie-in-uk_4367574864.htm




Pubblicato su Lettera43: 

Colpa dell'effetto serra e degli eventi estremi a esso collegati. Solo così, per molti scienziati, si possono spiegare le intense piogge avvenute nelle ultime settimane in Toscana, ma anche in altre parti del mondo come, per esempio, in Inghilterra, dove molte famiglie (un migliaio circa) sono state fatte evacuare a causa degli allagamenti. E proprio dalla Gran Bretagna arriva la proposta di vincere definitivamente il pericolo alluvionale, tramite la costruzione di dimore in grado di superare il problema e battezzate, non a caso, "case anfibio". I primi test condotti dagli esperti dell'Architects BACA, supervisionati dall'Agenzia per l'ambiente, stanno avvenendo nel Buckinghamshire, a una decina di metri dalle rive del fiume Tamigi.
Come funziona una casa anfibio? Durante il periodo di secca, l'abitazione poggia regolarmente su un substrato cementizio, ma in caso d'innalzamento delle acque, è in grado di sollevarsi sfuggendo all'inondazione: le fondamenta combaciano, infatti, con il perimetro di una darsena, una sorta di bacino acqueo artificiale, suscettibile alle bizzarrie delle acque. Prima dell'alluvione vera e propria, la disposizione strategica di giardini a terrazze, consente di calcolare l'intensità delle precipitazioni e quindi stimare la portata del rischio di allagamento. La casa anfibio misura 225 metri quadrati, si sviluppa su tre piani e può comodamente ospitare una famiglia di quattro persone. Costa il 20% in più rispetto alle abitazioni tradizionali, ma un buon risparmio è garantito dall'utilizzo di fonti naturali per la produzione di energia. I tecnici del BACA dicono che le case anfibio prenderanno sempre più piede in Inghilterra, anche perché "le spese derivanti dai problemi legati alle alluvioni stanno incidendo sempre di più sul bilancio pubblico".
La proposta è vivamente accarezzata anche da Tony Andryszewski, dal 2007 al soldo dell'Environment Agency, luminare nel campo dell'ingegneria delle costruzioni, per ciò che riguarda i contesti legati ai disastri naturali. Le sue disamine considerano anche realtà "ingegneristiche" di spessore antropologico, riguardanti, per esempio, gli abitanti della Thailandia e del Bangladesh, che da sempre convivono con il problema delle alluvioni e da tempo immemore edificano palafitte capaci di sfidare anche gli eventi più disastrosi. Non è l'unico a guardare al genio di queste etnie che conservano stratagemmi efficaci per vincere la furia delle acque: anche la Site Specific and Prefab Laboratory, un istituto di ricerca con sede a Bangkok, è convinta che sia possibile costruire "case anfibio" affidandosi agli esempi offerti dalle popolazioni autoctone del sud-est asiatico.
Si pensa, in questo caso, alla realizzazione di case che poggino con una piattaforma prefabbricata, in singole depressioni del terreno che, quando si riempiono di acqua, spingono l'abitazione verso l'alto. I parametri ecosostenibili sono assicurati dal collaudo d'impianti solari ed eolici di ultima generazione, in grado di fornire agli abitanti delle case anfibio, l'energia necessaria al proprio sostentamento. In Thailandia si stanno già progettando mini-comunità basate su questo tipo di costruzione, pensate anche per far sì che, i singoli proprietari, possano prestarsi vicendevolmente assistenza. 

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