lunedì 13 aprile 2009

Sarà l'estate più torrida

L’estate del 2009? Ce la ricorderemo perché sarà decisamente più calda della norma. Questo il dato principale riguardante l’Italia, diffuso nei giorni scorsi dall’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University (Iri) e ripreso sul numero di aprile della rivista Focus. Secondo gli scienziati americani – dopo un inverno eccezionalmente lungo, freddo e nevoso – ora dovremo aspettarci un’estate molto calda, soprattutto nell’Italia meridionale. Oltre ad analizzare i dati raccolti a livello planetario da satelliti e altri dispositivi, gli studiosi hanno tenuto conto di diverse considerazioni in linea con l’ipotesi di un’estate particolarmente calda: il trend trentennale di aumento delle temperature dovute all’effetto serra che sembra destinato a continuare; le temperature delle acque del Mediterraneo che, nonostante l’inverno rigido, restano più alte della norma; la superficie complessiva dei ghiacci a livello mondiale che di anno in anno diminuisce: i ghiacci, infatti, riflettono i raggi solari e limitano l’assorbimento di calore. Secondo gli scienziati tenendo conto di questi aspetti il caldo si farà sentire soprattutto fra giugno e agosto. Le temperature più elevate sono previste in Sicilia, e guardando al Mediterraneo, in nord Africa e nei Paesi del Medio Oriente, fra cui Siria e Israele. I metodi di calcolo adoperati dal’Iri sono di tipo probabilistico; in altre parole le loro previsioni riguardano la probabilità che, in un certo mese dell’anno, le temperature superino le medie degli anni precedenti. Probabilità molto elevate, visto che, stando all’istituto Usa, nelle regioni meridionali già a maggio (e fine a settembre) ci sono circa 45 possibilità su cento che la media venga superata. “In Italia prevediamo ondate di calore che si abbatteranno soprattutto sui grossi centri urbani – ha rivelato Tony Barnstone, direttore del Dipartimento previsioni climatiche dell’Iri. Per ciò che riguarda, invece, le precipitazioni, non ci saranno grandi differenze rispetto all’anno scorso: “Le giornate di brutto tempo e le piogge rimarranno, infatti. più o meno sui livelli del 2008 – ha precisato lo studioso statunitense. In parte contrario a queste previsioni è Alessio Grosso, responsabile del quotidiano meteorologico online Meteolive, che sottolinea l’impossibilità di fare previsioni attendibili con così largo in anticipo: “Può succedere di tutto da qui all’estate – dice Grosso -. Peraltro dobbiamo tenere presente che molti aspetti che influiscono sul clima estivo non sono ancora analizzabili dagli strumenti che abbiamo a disposizione”. Fra questi c’è per esempio quello relativo al Nino e alla Nina, due fenomeni climatici che – derivano dall’interazione fra atmosfera e oceano e consistono nella variazione periodica della temperatura dell’Oceano Pacifico orientale – che hanno il potere di alterare fortemente il clima di molte regioni. C’è poi il discorso del sole: “Quest’anno infatti l’irraggiamento solare sarà più debole del solito – continua Grosso - poiché non ci sarà la presenza di macchie solari. Questo dato è addirittura in controtendenza rispetto alle previsioni fatte dagli statunitensi”. In ogni caso gli esperti americani hanno stilato una mappa mondiale nella quale segnalano le località dove ci sarà più caldo del solito e altre dove invece farà più freddo. Fra le prime ci sono per esempio l’Italia, l’Egitto, il SudAfrica, il Marocco, la Francia. Fra le seconde il nord dell’India, la zona dei Grandi Laghi americani, alcune aree della Russia e della Cina. Infine alcuni scienziati ritengono che questa estate il clima potrebbe essere sconvolto dal risveglio simultaneo di alcuni vulcani che – da qualche mese – danno segni di irrequietezza. Si tratta di due vulcani situati in Alaska e cinque nella penisola Kamchatka. Secondo gli studiosi potrebbero eruttare presto e influenzare notevolmente il clima dell’emisfero nord per qualche anno. Senza andare troppo in là nel tempo, qualcosa del genere è già successo nel 1991, quando eruttò il vulcano Pinatubo, nelle Filippine. In quell’occasione la temperatura media dell’emisfero boreale scese di circa 1 grado centigrado e tale rimase per ben due anni.

(Pubblicato su Libero il 12 aprile 09. Ha collaborato Roberto Manzocco)

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