Lo scienziato in posa presso il Lawrence Berkeley National Laboratory |
Saul Perlmutter è un fisico americano, vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 2011, insieme a Brian P. Schmidt e Adam Riess, per la scoperta riguardante l'accelerazione dell'universo.
Ottobre 11, New
York Times
Qual è il senso del premio Nobel
che le hanno conferito?
Probabilmente ora avrò
meno difficoltà a trovare parcheggio! Molte persone, quando qualcuno
vince il Nobel, pensano seriamente che questo sia il primo vantaggio.
In effetti, fra i migliori risultati che si possano ottenere da un
successo di questa portata, è quello di ritrovarsi uno spazio
riservato nel campus.
In effetti presso la
Berkley University i parcheggi sono assai scarsi: a fronte dei 50mila
studenti che frequentano l'istituto, non sono più di 7mila gli spazi
auto.
Stavo scherzando,
naturalmente. Ma i parcheggi sono invidiati da tutti. Nemmeno il
rettore ha un posto riservato tutto per sé.
Novembre 11,
npr.org
Venendo ai motivi del Nobel, come possiamo spiegare l'universo in espansione?
Possiamo aiutarci immaginando di lanciare in aria una mela, che anziché ritornare nelle nostre mani, si muove esattamente dalla parte opposta, vincendo la forza di gravità. Così funziona l'universo in espansione: dovrebbe a un certo punto fare dietrofront e invece continua nella sua folle corsa.
Venendo ai motivi del Nobel, come possiamo spiegare l'universo in espansione?
Possiamo aiutarci immaginando di lanciare in aria una mela, che anziché ritornare nelle nostre mani, si muove esattamente dalla parte opposta, vincendo la forza di gravità. Così funziona l'universo in espansione: dovrebbe a un certo punto fare dietrofront e invece continua nella sua folle corsa.
I
risultati suggeriscono che lo spazio vuoto nell'universo non sia
realmente vuoto, ma potrebbe essere caratterizzato da ciò che gli
scienziati chiamano energia oscura.
Presumibilmente la maggior parte dell'universo è costituito da questa energia oscura, con cui l'uomo non si è mai confrontato ufficialmente. Sembra un paradosso, visto che rappresenterebbe quasi i tre quarti dell'universo.
Presumibilmente la maggior parte dell'universo è costituito da questa energia oscura, con cui l'uomo non si è mai confrontato ufficialmente. Sembra un paradosso, visto che rappresenterebbe quasi i tre quarti dell'universo.
Qual è
l'aspetto più eccitante di queste ricerche?
Ci
affascina il fatto di aver scoperto qualcosa di veramente
fondamentale. È un'idea che ci porta a rivedere tutte le teorie fin
qui avanzate, con lo scopo di verificare e studiare l'universo sotto
un nuovo punto di vista. È in pratica un nuovo modo di intendere la
fisica.
Febbraio 10, discovermagazine.com
Febbraio 10, discovermagazine.com
Quali
domande si è posto per formulare il concetto di energia oscura?
L'universo
continuerà a espandersi? O potrebbe terminare la sua espansione
collassando su se stesso? L'universo durerà per sempre? Ecco alcune
domande clou.
Come ci si
avvicina a un problema così complesso come la storia dell'espansione
dell'universo?
L'idea di base
è che quando si osserva lo spazio a grandi distanze, si sta guardando
sempre più indietro nel tempo. L'argomento è stato ripreso con successo negli anni Ottanta.
Perché è
così importante sapere che l'universo si sta espandendo sempre più
velocemente?
Ciò suggerisce che l'universo non è quello che abbiamo creduto fino a oggi. Probabilmente c'è dell'altro, qualcosa che per il momento non possiamo nemmeno immaginare.
Ciò suggerisce che l'universo non è quello che abbiamo creduto fino a oggi. Probabilmente c'è dell'altro, qualcosa che per il momento non possiamo nemmeno immaginare.
L'espansione dopo il Big Bang |
L'ipotesi dell'inflazione cosmica suggerisce che tra 10
alla -35 e 10 alla -34 secondi (un lasso di tempo infinitesimale) dopo
il Big Bang l’espansione dell’universo era di tipo esponenziale, cioè
estremamente rapida. Secondo i fisici, a fornire l’energia necessaria a
questa improvvisa voglia di crescere dell’universo sarebbe stata una
particolare particella, chiamata inflatone. Fluttuazioni quantistiche
(temporanei cambi di energia in un punto dello spazio) stimolarono
questa particella ipotetica a rilasciare in maniera estremamente rapida
la sua energia potenziale sotto forma di materia e radiazione. Lo spazio
si espanse così dalle dimensioni miliardi di volte più piccole di un
protone a quelle di una grossa biglia. In proporzione, come se una
goccia d’acqua diventasse, in un solo attimo, un oceano.
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