Il video girato il 24 febbraio 2011 dal NASA’s Solar Dynamics Observatory...
lunedì 28 febbraio 2011
giovedì 24 febbraio 2011
Niente sesso, siamo astronauti
Gli uomini che andranno su Marte non potranno fare sesso. In questo modo si eviteranno scene di gelosia, tradimenti, e tutto ciò che potrebbe creare scompiglio all’interno della astronave. È l’argomento su cui stanno dibattendo i tecnici della NASA. Soprattutto in virtù delle conclusioni alle quali è giunto dopo cinque anni di studi Douglas Powell, professore di Harvard: “Gli uomini che andranno su Marte sono ragazzi sani e come è ovvio saranno sessualmente attivi e naturalmente inclini a un coinvolgimento personale reciproco. Quali meccanismi emotivi si metterebbero in moto nel caso questo dovesse accadere nello spazio è un problema che va necessariamente affrontato”. Si sta in sostanza cercando di individuare il metodo più idoneo per impedire agli astronauti di avere rapporti, consci del fatto che una semplice raccomandazione non servirebbe a nulla. Tra le varie ipotesi c’è anche quella più radicale: ossia puntare addirittura sulla sterilizzazione chimica per rendere (si spera solo temporaneamente) gli astronauti totalmente incapaci di fare l'amore. Sono le notizie che trapelano dal Centro Spaziale Johnson (Houston): dove l’agenzia spaziale americana si sta ufficialmente impegnando su tutti i fronti per creare i presupposti indispensabili alla missione che vedrebbe l’uomo sbarcare per la prima volta sul pianeta rosso entro il 2030. Fino a oggi (se si escludono le divertenti vignette pubblicate qua e là che illustrano le ipotetiche posizioni di kamasutra in assenza di gravità) di sesso in orbita non si è mai parlato. E si spiega immediatamente il perché: non è mai stato necessario. Partendo dal presupposto che la storia spaziale dell’uomo attuale non è che il risultato di qualche allunaggio e di sperimentali permanenze umane a bordo di stazioni orbitali, e che in tali circostanze la necessità di accoppiarsi si sarà evidentemente potuta controllare con altri stratagemmi. Ora però le cose sono destinate a cambiare. E Marte potrebbe essere solo l’inizio. Gli esperti cominciano dunque a interrogarsi su quello che si prospetta essere un viaggio che durerà tre anni, avente come destinazione appunto il pianeta rosso: 180 giorni per andare, 180 per tornare e 500 per esplorare e vivere il suolo marziano. Un arco di tempo in cui è fisiologicamente possibile fare ogni cosa: innamorarsi, lasciarsi, (farsi le corna) e naturalmente mettere al mondo dei figli. Si chiedono soprattutto le ripercussioni che si avrebbero sull’equipaggio se si verificasse anche solo una di queste ultime cose, (ricordiamoci che siamo a 56 milioni di chilometri mila chilometri di distanza dalla Terra), e se in tal caso il rischio non possa essere addirittura quello di mandare a monte la missione. Ad aiutarci nella comprensione di un’eventualità del genere, e a stimare quindi l’importanza della questione, sono le poche testimonianze di chi nello spazio per tanti giorni c’è stato davvero (vari cosmonauti russi per esempio), e che afferma che “mettere insieme contemporaneamente per mesi e mesi poche persone in un ambiente molto piccolo, significa ottenere le condizioni di base per un omicidio”. Non sappiamo niente infine di sesso in orbita (e della sua eventuale impossibilità a svolgerlo), ma almeno conosciamo la natura dei principali disagi fisici che si instaurerebbero in seguito a una prolungata permanenza nello spazio: sono i dati ricavati dalle missioni a bordo dello shuttle e della stazione spaziale MIR. Il corpo umano subirebbe soprattutto modificazioni a carico dei sistemi cardiocircolatorio, muscolare e scheletrico: la mancanza di gravità infatti fa sì che il cuore pompi più sangue verso la testa che verso le estremità, e i tratti del viso si gonfiano. I muscoli non sarebbero più sottoposti a sforzo e si assottiglierebbero, mentre le ossa tenderebbero a decalcificarsi.
martedì 22 febbraio 2011
I SETTE CIBI PIU' DISGUSTOSI
1. Uova di gallina fecondate e bollite poco prima della schiusa (Cambogia e Filippine). Solo così si otterrebbero ossa tenere e prelibate.
2. Uova di formiche giganti (Messico). Come mangiare la ricotta.
3. Formaggio marcio (Sardegna, Italia). Ottenuto dall'azione della Phiophila casei, mosca casearia.
4. Baccalà vichingo (Norvegia). Pesce lasciato per giorni a macerare nella soda caustica.
5. Topi sotto spirito (Corea). Viene considerato un tonico per l'organismo.
6. Testa di pecora (Iraq). Conterrebbe enzimi che fanno molto bene al metabolismo.
lunedì 21 febbraio 2011
Centinaia di volte più veloci di un battito di ciglia
Siamo soliti pensare alle piante come a esseri viventi praticamente immobili. In realtà ci sono specie carnivore in grado di catturare animaletti con movimenti rapidissimi. È il risultato ottenuto da scienziati dell'Università di Grenoble, autori di un video molto interessante. Quest'ultimo (sotto) ha come protagonista un esemplare di bladderworts, vegetale appartenente a un gruppo di 227 specie di piante acquatiche carnivore presenti in tutto il mondo, che ha elaborato uno stratagemma per uccidere minuscoli animaletti, da cui trarre il sostentamento. È così veloce nella sua azione che un occhio umano non è in grado di seguirne l'evoluzione. Secondo gli studiosi francesi questi vegetali agiscono con una rapidità centinaia di volte superiore a un battito di ciglia e cento volte maggiore di quella che contraddistingue un'altra velocissima pianta carnivora, la Venus acchiappamosche.
Lo scioglimento del permafrost influenza l'effetto serra
La quantità di carbonio che verrà liberata dal permafrost da qui al 2200 |
A causa dell'effetto serra si ha un costante scioglimento del permafrost, strato di ghiaccio che riveste il terreno alle alte latitudini, a sua volta responsabile di emissioni di anidride carbonica e metano. I dati, però, fin qui accumulati, sottostimerebbero il problema. Secondo i ricercatori del National Snow and Ice Data Center (NDSIC), in Colorado, entro il 2200 il permafrost perderà almeno due terzi della sua superficie, rilasciando nell'aria circa 190 miliardi di tonnellate di carbonio. Con ciò andrebbero rivisti i protocolli per la riduzione delle emissioni di CO2. Kevin Schaefer, a capo della ricerca, dice che alla base del fenomeno c'è il ritorno alla luce di quantità enormi di materiale organico immagazzinate da millenni (almeno 12mila anni): piante e animali del passato che, in seguito alla fermentazione e alla putrefazione, rilascerebbero nell'aria ingenti quantità di CO2. Risultati simili sono stati ottenuti anche dai ricercatori dell'Università della Florida. Ma non tutti convergono a queste conclusioni. Ci sono anche molti esperti convinti del fatto che la natura sarà in grado di autoregolarsi. In pratica la sovrabbondanza di carbonio nell'aria sarà compensata da una grande proliferazione vegetale, tale da riassorbire gran parte della CO2 dispersa nell'atmosfera. Ai posteri l'ardua sentenza.
BRIVIDI D'AMORE
Spingere se stessi e il proprio partner a provare emozioni forti come una discesa dalle montagne russe o un lancio da una base di jumping è una buona garanzia per assicurarsi un’intensa e soddisfacente vita sessuale. È questo il parere di un team di scienziati dell’Università del Texas, guidati da Cindy Meston e Penny Frohlich. Essi hanno scoperto che sentimenti come la paura, la rabbia e i brividi di gioia (ma anche quelli che scaturiscono da violenti litigi), fanno molto bene all’amore, in quanto liberano quantità notevoli di adrenalina, ormone ritenuto fondamentale per avere successo tra le lenzuola. Meston e Frohlich hanno trovato conferma delle loro teorie sottoponendo un campione di uomini e donne a un giro sull’ottovolante: tenendo presente che sulle montagne russe l’organismo subisce una vera e propria tempesta ormonale che si ripercuote soprattutto sulle funzioni cerebrali. Alla fine dell’esperimento a ognuno dei partecipanti è stato chiesto il parere relativo all’attrazione provata per un individuo ritratto in fotografia (di sesso femminile per i maschi e maschile per le femmine): sono emersi interessanti giudizi e in generale per entrambi i gruppi la persona in foto non solo è risultata più attraente della norma, ma addirittura degna di un rapporto immediato. Tutto ciò anche se da un punto di vista fisiologico la sessualità femminile è profondamente differente da quella dell’uomo: per un maschio è infatti molto più facile eccitarsi visivamente, di quanto non lo sia per una donna che mette quasi sempre in primo piano la mente e le emozioni. Per gli individui di sesso femminile, in particolare, si è visto che l’intero processo sessuale dipende strettamente dalla produzione di adrenalina. Il tutto inizia nel cervello, descritto da molti scienziati come “l’organo sessuale” più importante. Il sistema nervoso trasmette gli impulsi alla zona pelvica femminile rendendola più sensibile; in seguito la massa neuronale induce le ghiandole surrenali a secernere l’adrenalina che fa aumentare il battito cardiaco e la respirazione al fine di assumere più ossigeno, dando così il via alla produzione di ormoni sessuali che portano al piacere vero e proprio.
domenica 20 febbraio 2011
Tutte le strade portano a Trebisonda e a... Scarlett Johansoon
L'attrice Scarlett Johansoon |
venerdì 18 febbraio 2011
Coca Cola's Magic Mystery
Sulla ricetta che consente alla Coca Cola di produrre una bevanda unica e inimitabile nel mondo regna da sempre il segreto più assoluto. Si dice infatti che la ricetta originale sia sorvegliata 24 ore su 24 in un posto segreto di una banca americana di Atlanta: solo due persone ne conoscono il reale contenuto. Ma in questi giorni molti organi di stampa hanno diffuso la notizia che la famosa ricetta è oggi stata resa pubblica dal sito americano Thisamericanlife: il sito avrebbe spulciato un vecchio articolo di giornale (di 32 anni fa) riportante la lista degli ingredienti e le dosi da selezionare per preparare una Coca Cola doc. I seguenti: fluido estratto da 3 dramme di Coca dei farmacisti americani; 3 once di acido citrico; 1 oncia di caffeina; 30 di zucchero (dal testo non è chiaro quale sia la quantità richiesta); 2,5 galloni di acqua; 2 pinte e un quarto di succo di lime; 1 oncia di vaniglia; 1,5 once (o di più) di caramello come colorante; aromi 7X (utilizzare 2 once di aromi ogni 5 galloni di sciroppo); 8 once di alcol; 20 gocce di olio d'arancia; 30 gocce di olio di limone; 10 gocce di olio di noce moscata; 5 gocce di coriandolo; 10 gocce di neroli; 10 gocce di cannella. In realtà vanno fatte delle precisazioni di dovere. La ricetta è sì quella giusta, ma c'è un piccolo quanto mai fondamentale parametro che non coincide con la ricetta del 1979 ed è proprio questo a tenere in piedi l'intera “formula magica”. Il riferimento è a 7X, un insieme di oli essenziali, fondamentale per conferire il tipico aroma alla Coca Cola, che in quest'ultima “versione” è quattro volte superiore a quella resa nota 32 anni fa. L'impressione è quindi che si debba rifare tutto daccapo e che ogni scusa sia buona per pubblicizzare ulteriormente uno dei marchi più storici dell'umanità. La ricetta originale risale al 1886. Protagonista dell'invenzione della Coca Cola, John Pemberton, un farmacista di Atlanta. Inizialmente venne pensata come rimedio per il mal di testa: l'idea arriva da una miscela di vino e foglie di coca molto utilizzata in Europa. In Italia la Coca Cola arriva nel 1927. La prima lattina è del 1960. Il famoso logo nasce in concomitanza con l'invenzione della Coca Cola: viene ideato da Frank Mason Robinson, contabile dell'azienda produttrice della bevanda. Da tempo si discute sugli effetti della Coca Cola sulla salute. Sotto accusa soprattutto caffeina e zucchero, responsabili dell'alto grado di calorie fornite e dell'eccitazione che provoca. La Coca Cola inoltre contiene acido fosforico, in una concentrazione di 325 mg/l che le conferisce la caratteristica corrosività, ancora oggetto di accesi dibattiti fra nutrizionisti: il suo pH è circa 2,4. In un articolo del Guardian si fa riferimento, invece, alle presunte elevate quantità di bromato di potassio, altamente nocivo. Qui però il discorso riguarderebbe solo le Coca Cola del Regno Unito, che deriverebbero dalle acque del Tamigi, tramite un processo di osmosi inversa. Sul discorso non è ancora stata fatta chiarezza. Probabilmente l'argomento va preso con le pinze, quel che però si può dire per certo è che anche con l'assunzione di Coca Cola è meglio non esagerare. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Practice, consumare cronicamente la bevanda USA può causare seria ipopotassemia, con conseguente paralisi degli arti. Ma si tratta di bere da due a dieci litri di Coca Cola al giorno... non una cosa di tutti i giorni.
mercoledì 16 febbraio 2011
Al di là di Nettuno
Gli oggetti trans-nettuniani sono corpi celesti appartenenti al sistema solare la cui orbita si trova al di là di quella di Nettuno. Spesso si fa riferimento ad essi parlando della fascia di Kuiper o della nube di Oort. Vengono ipotizzati agli inizi del Ventesimo secolo in seguito a vari studi sulla attrazione gravitazionale. Il più famoso è Plutone facile da trovare perché possiede una particolare magnitudine che lo rende ben visibile e perché appare più vicino alla linea dell'eclittica. Il 31 maggio 2008 è stato scoperto il primo oggetto trans-nettuniano che percorre un orbita retrograda. Nel 2010, invece, con Hubble è stato possibile dare il nome ad altri 14 oggetti cosmici trans-nettuniani, con diametri compresi fra 40 e 100 chilometri. «Gli oggetti trans-nettuniani ci interessano perché sono le rocce avanzate dai tempi della formazione del Sistema Solare» ha dichiarato l’autore della ricerca, Cesar Fuentes.
I principali oggetti trans-nettuniani |
martedì 15 febbraio 2011
La Bibbia di Martin Lutero
Il testo originale risalente al 1670 |
Una Bibbia di 340 anni fa è stata trovata in una chiesa del Wisconsin. Protagonista della scoperta Debra Corte, insegnante di una scuola luterana che stava rovistando fra vari documenti in cerca di un registro battesimale da mostrare agli allievi. La Bibbia risale al 1670 ed è una copia autentica di quella tradotta da Martin Lutero. Il libro di 1.500 pagine rivestito di pelle di cinghiale è in ottime condizioni e verrà presto donato a una biblioteca dello Stato USA.
Un disegno presente nell'antica Bibbia |
lunedì 14 febbraio 2011
Il meglio del peggio (di Youtube)
Video caricati da mesi su Youtube che nessuno ha mai visto. Si chiama Zeroviews.biz ed è un nuovo sito americano interamente dedicato a questo tipo di prodotti. Il suo scopo? Dare risalto a video come quelli di Anthony, giovane sudamericano che dopo pochi giorni dalla pubblicazione del suo lavoro su Zeroviews.biz ha già ricevuto più di 300 visite.
venerdì 11 febbraio 2011
Quando l'eroina curava la tosse
L'eroina è riconosciuta oggi come una fra le droghe più pericolose e devastanti. Ma non sempre è stato così. Un tempo, infatti, l'eroina veniva somministrata per curare comuni malattie come la tosse. Il prodotto viene sintetizzato per la prima volta nel 1874 dal ricercatore inglese Alder Wright, presso l'ospedale Saint Mary di Londra. Cade nel dimenticatoio, ma viene ripresa da Felix Hoffman nel 1897, un chimico tedesco che lavora al soldo della Bayer, già scopritore dell'aspirina. Cominciano i primi test sui dipendenti della stessa Bayer. La medicina fa sentire “eroici”. Dal 1899 viene utilizzata regolarmente per curare patologie neurologiche, ginecologiche, o semplici dolori. Si utilizza anche contro la polmonite e la tubercolosi: rallentando la respirazione consente ai pazienti di dormire sonni tranquilli. L'idea dell'assuefazione è ancora lontana. Dopo pochi anni l'eroina diviene uno dei farmaci più utilizzati in assoluto. Nel 1899 la Bayer produce una tonnellata all'anno di eroina e la esporta in 23 paesi sotto forma di caramelle e sciroppi. Nel 1905 solo a New York si consumano circa due tonnellate di eroina all'anno. In Egitto nel 1930 vi sono 500mila eroinomani, su una popolazione complessiva di 14 milioni di abitanti. Il resto è storia recente. Il bando si ha negli anni Trenta quando ormai, però, il prodotto s'è diffuso in ogni angolo del pianeta. Tra il 1965 e il 1970, durante la guerra del Vietnam, molti soldati statunitensi vengono in contatto con il prodotto di Hoffman. Nel 1971 un militare su dieci dipende morbosamente dall'eroina. Tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta l’eroina iniettata si diffonde enormemente anche in Italia, creando gravi problemi soprattutto nella popolazione giovane. Oggi il consumo di eroina è in risalita, dopo anni di calo dovuto al sopraggiungere di nuove droghe, ecstasy in primis. L'Osservatorio europeo delle droghe e delle dipendenze stima che nell'Unione Europea vi siano da 1,2 a 1,5 milioni di consumatori “problematici di oppiacei”, la maggioranza dei quali è costituita da consumatori di eroina. Dal 1977 l’eroina è presente nella tabella delle sostanze cosiddette "pesanti". I principali paesi produttori e rifornitori del mercato illegale dell’eroina sono nel Sud Est e Ovest Asiatico: il Triangolo d'oro (Laos, ex Birmania, Tailandia) e la Mezzaluna d'oro (Iran, Pakistan, Afghanistan).
LA (RIN)CORSA DI LUCY
Due giorni fa parlavamo dell'abilità di un gorilla in grado di camminare bipede come un uomo. Oggi, invece, abbiamo la conferma che anche le forme australopitecine vissute milioni di anni fa possedevano la capacità di muoversi come l'Homo sapiens. La conferma arriva da uno studio pubblicato dalla rivista Science. Gli esperti dell'Università del Minnesota hanno concentrato le loro attenzioni sull'osso di un piede di un ominide appartenente al gruppo degli Australopithecus afarensis e hanno così potuto constatare che probabilmente gli antenati dell'Homo sapiens cominciarono a camminare un milione di anni prima di quanto ritenuto finora. I ricercatori hanno analizzato un piccolo osso di metatarso, la struttura che collega le dita alla base del piede: il reperto scheletrico, in ottime condizioni, è stato scoperto in Etiopia, ad Hadar, la località battezzata anche ''il sito della prima famiglia'' perché ospita la più ricca concentrazione di fossili di Australopithecus afarensis, con almeno 250 campioni riconducibili ad almeno 17 individui. Lucy, il famoso reperto fossile, risalente a 3,2 milioni di anni fa, era quindi in grado di correre e saltare come un uomo moderno: «Sapere che Lucy e i suoi parenti avevano i piedi arcuati cambia molte delle cose che sappiamo su di loro, per esempio dove vivevano, come mangiavano e come evitavano i predatori», ha rivelato la coordinatrice della ricerca, l'anatomista Carol Ward, dell'Università del Missouri. «Lo sviluppo di piedi arcuati è stato un cambiamento fondamentale e dimostra che i nostri antenati avevano definitivamente abbandonato la vita sugli alberi». I paleontologi affermano che ora la transizione dalla vita arboricola a quella terrestre è da ricondurre all'ominide più antico, l'ardipiteco vissuto circa quattro milioni di anni fa.
giovedì 10 febbraio 2011
GALASSIA AGLI INFRAROSSI
Questa immagine è stata scattata dal telescopio spaziale Hubble e raffigura la galassia a spirale M51, soprannominata Whirlpool, distante dalla Terra 37 milioni di anni luce. I bracci a spirale della galassia sono resi visibili dalle nubi di gas e polveri, opache nella radiazione visibile. Le macchie luminose indicano il punto in cui la formazione stellare è più intensa. L'immagine è stata presentata nel corso del 217esimo meeting dell'American Astronomical Society ed è stata ottenuta dal Near Infrared camera and Multi-Object Spectrometer (NICMOS). La scoperta della galassia M51 risale al 13 ottobre 1773. È una delle galassie più grandi e brillanti del cielo, con un ampiezza da 50mila a 100mila anni luce.
Prevedere il futuro? Si può, parola di scienziato
Quando in ambito scientifico si parla di precognizione e premonizione si comincia a ridere. “Prevedere il futuro”, infatti, è ritenuto dalla scienza materia per ciarlatani e chiromanti. Ora, però, le cose stanno cambiando. Uno studio rigorosamente scientifico (“Feeling the Future: Experimental Evidence for Anomalous Retroactive Influences on Cognition and Affect”) condotto da Daryl Bem della Cornell University di Itacha, nello stato di New York, dice, infatti, che entrambi i fenomeni potrebbero rappresentare una realtà umana verosimile e del tutto inesplorata. Lo studioso è giunto a queste conclusioni dopo una ricerca durata otto anni, concentrata sul cosiddetto fattore “psi”. Il riferimento è a quei processi anomali di trasferimento di energie e informazioni mentali non spiegabili o previsti da un punto di vista fisico e biologico. In un esperimento, Daryl Bem, ha approfondito il fenomeno psicologico chiamato “priming affettivo”. Si mostra su uno schermo una parola a un soggetto, e subito dopo gli si fa giudicare un'immagine. Se la parola che viene mostrata prima dell'immagine ha un significato opposto rispetto a quest'ultima (per esempio se al termine “bello” fa seguito una figura orripilante) i soggetti impiegano più tempo a rispondere. Qui, però, l’esperimento è avvenuto al contrario: i partecipanti al test vedevano l'immagine e poi dovevano esprimere un giudizio su una parola che non avevano ancora visto. Curiosamente quando parola e immagine erano opposti, i soggetti impiegavano più tempo per rispondere, come se (inconsciamente) sapessero già la parola che sarebbe arrivata. Nello studio sono riportati altri otto esperimenti con diverse varianti per valutare se informazioni presentate casualmente (e quindi non prevedibili) dopo un evento, riuscivano ad influenzarne le risposte: per esempio si doveva prevedere se una immagine era piacevole o spiacevole simulando potenziali fonti di pericolo. Questa, secondo Bem, è la dimostrazione che è possibile prevedere il futuro. I ricercatori che studiano questi fenomeni spiegano che il fattore “psi” non solo è reale, ma è anche fondamentale per il prosieguo della specie umana. In pratica sapendo “predire” il futuro si ha anche la capacità di fronteggiare meglio eventuali pericoli. Il fattore “psi” si sarebbe evoluto di pari passo con lo sviluppo dei primi ominidi e l'acquisizione di nuovi requisiti cognitivi e sociali. Naturalmente la notizia ha sollevato un vespaio di polemiche, a partire dai ricercatori della Brown University che giudicano questo lavoro “ridicolo”. Inoltre rispolverano un vecchio lavoro di Ben, risalente al 1994, incentrato su particolari percezioni extrasensoriali (telepatia nelle cosiddette condizioni di Ganzfeld) sottolineandone l'assurdità. Il riferimento è a un protocollo sperimentale in cui un soggetto – con cuffie sulle orecchie e palline da ping-pong sugli occhi - viene sottoposto a deprivazione sensoriale per verificare le sue presunte capacità di percezione extrasensoriale. Ma cosa si intende per precognizione? La parola deriva dal latino e significa “conoscere prima”. Definisce la capacità di una persona di prevedere eventi futuri, sulla base di una percezione extrasensoriale. La premonizione è dunque la sensazione vissuta da un individuo quando “intuisce” quel qualcosa in più, che alle persone comuni è precluso. Si parla di soggetti dotati di una “seconda vista”, persone che non vedono solo con gli occhi ma anche con la mente. Nella mitologia e in ambito biblico sono molti i riferimenti a personaggi dotati di questi poteri. Molti profeti avevano il dono della precognizione, da Mosé a Maometto. Studi sull'argomento ne sono stati fatti un centinaio, seguendo le tradizionali procedure condivise dalla ricerca sperimentale. Il più famoso è quello condotto dal parapsicologo americano William Cox. La ricerca è stata effettuata su 1956 passeggeri di treni. Cox, tramite un'indagine statistica, ha verificato che “il numero dei viaggiatori su una data linea tende a diminuire con l'approssimarsi di un disastro ferroviario su quella linea stessa, come se parte di coloro che avrebbero dovuto prendere un dato treno destinato alla disgrazia ne fossero stati dissuasi da un oscuro presentimento”. Altri studi analoghi hanno provato che quando si verifica qualche grave incidente (su treni, aerei, navi), c'è meno gente coinvolta di quanto ci si aspetti. In questi casi gli scienziati parlano di 'precognizione inconscia', che si differenzia da quella 'consapevole', tipica di chi dichiara perentoriamente di prevedere fatti o situazioni che si verificheranno nel futuro. In pratica queste 'precognizioni inconsce' spingerebbero le persone a 'sentire' l'approssimarsi di una situazione negativa, portandoli a evitarla. Per stare al passo coi tempi c'è molta gente che dice di aver previsto l'abbattimento delle Torri Gemelle, in sogno o attraverso strane visioni. Così accadde con l'affondamento del Titanic nel 1912. Ma molti scienziati, quando sentono parlare di 'prevedere il futuro', continuano a storcere il naso. In Italia sono stati effettuati studi sull'argomento da Patrizio Tressoldi, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova. Anche lui, come Ben, sta studiando la mente umana per capire se è realmente associabile alle cosiddette proprietà “non locali”, che sembrano violare i limiti di spazio e tempo imposti ai nostri organi di senso: «In una recente sintesi di tutti gli studi che utilizzavano il protocollo sperimentale del Ganzfeld, pubblicati dal 1974 al 2008, 108 per la precisione, pubblicata sulla prestigiosa rivista Psychological Bulletin», racconta Tressoldi, «è stato verificato che in media si ottiene una percentuale di risposte corrette di circa il 7% superiore al caso in diversi compiti di percezione extrasensoriale comunemente conosciuti come telepatia, chiaroveggenza e precognizione». Attualmente Tressoldi sta studiando l’accuratezza della previsione di eventi futuri di alcuni apparati del nostro sistema nervoso autonomo, verificando aspetti fisiologici come la dilatazione pupillare e la frequenza cardiaca. Ma perché l'intellighenzia scientifica continua a sottovalutare questi studi? «Le perplessità su questo filone di ricerca sono riconducibili soprattutto a una non conoscenza delle evidenze sperimentali a disposizione», chiude Tressoldi, «e a un pregiudizio sul fatto che si possano scoprire proprietà nuove della mente umana che sembrano violare le comuni conoscenze sul suo funzionamento».
POTERI PARANORMALI
Telepatia
Indica la capacità di comunicare con la mente. Il termine viene introdotto per la prima volta nel 1882 da Frederic William Henry Myers. Studi fondamentali vennero compiuti da Joseph Rhine della Duke University di Durham (Carolina del Nord). Mise in luce l'esperienza dello studente Hubert Pearce, in grado di “risolvere” con successo più di trecento esperimenti telepatici.
Psicocinesi
Abilità della mente di influenzare la materia, il tempo o l'energia. È nota anche col termine di telecinesi. Con la psicocinesi si ritiene sia possibile manipolare oggetti inanimati e spostare oggetti con il pensiero. Nell'argomento rientrano anche levitazione, psicofonia, poltergeist e bilocazione.
Chiaroveggenza
Rappresenta la capacità di acquisire conoscenze di eventi, luoghi o oggetti, che possono essere lontani nel tempo e nello spazio. La parola deriva dal francese “clairvoyance, 'visione chiara'. Alcuni parapsicologi ritengono che chiaroveggenza, telepatia e precognizione siano manifestazioni diverse di uno stesso fenomeno.
mercoledì 9 febbraio 2011
Gorilla australiano cammina come un uomo
Che fra uomo e gorilla ci fosse un legame molto spiccato, lo si sapeva da tempo. Quel che però non era noto è che anche i nostri cugini sono in grado di camminare proprio come noi. La prova arriva da un video girato in uno zoo australiano, il Taronga Zoo di Sidney. Qui, un gorilla maschio di due anni e mezzo, Mahale, s'è alzato sulle sue gambe e ha cominciato a muoversi come un uomo normalissimo. «Siamo rimasti molto sorpresi da questo evento», spiegano i curatori dello zoo, «e quel che stupisce di più è che il gorilla sembra camminare con una disinvoltura incredibile, come se fosse per lui la cosa più scontata del mondo».
Gli islandesi? Figli di una pellerossa
Scienziati americani avanzano l'ennesima prova a favore della scoperta dell'America da parte dei vichinghi: nel DNA di alcuni islandesi sono state, infatti, rinvenute tracce genetiche riconducibili agli indiani pellerossa. Secondo lo studio diffuso dalle pagine dell'American Journal Physical Anthropology, sarebbe questo il risultato di un incrocio avvenuto cinquecento anni prima dell'arrivo di Colombo nelle Americhe, fra una donna pellerossa e un vichingo. Gli esperti sono giunti a queste conclusioni analizzando il DNA mitocondriale degli islandesi, che si eredita solo dagli antenati femminili. Dell'arrivo dei vichinghi in America vi sono documentazioni scritte confermate da testimonianze archeologiche provenienti da scavi effettuati dal 1961 a Anse-aux-Meadows, sulla costa nordoccidentale di Terranova. Due manoscritti scandinavi del XIII secolo parlano di cinque diverse spedizioni dalla Groenlandia a Vinland (“Terra delle viti”). Probabilmente il primo vichingo a sbarcare in America fu Leif Eriksson, figlio di Erik il Rosso. Secondo le ricostruzioni l'incontro fra indigeni e vichinghi fu tutt'altro che pacifico e procurò la morte di nove persone (otto indigeni e l'altro figlio di Erik il Rosso, Thorvald).
Il tragitto affrontato dai vichinghi |
martedì 8 febbraio 2011
GRATTACIELI ALIENI
Inizieranno nel 2012 i lavori per la costruzione della Taiwan Tower, la prima eco-torre del pianeta, in grado di ottenere energia dal vento. Il grattacielo eolico sarà alto circa 300 metri e consterà di sottilissime lamelle in metallo che permetteranno alla struttura di interagire con l'ambiente circostante. A capo del progetto c'è l'architetto rumeno Stefan Dorin, che ha già vinto il primo premio al concorso Taiwan Conceptual Tower. La torre disporrà di un ristorante, di un ponte di osservazione, e di un museo. Rifletterà la luce di giorno, mentre la sera si trasformerà in un enorme monitor LCD da 2 milioni di pixel, consentendo la riproduzione di immagini digitali.
Antartide sottovento
Da tempo si è a conoscenza del fatto che alcune zone dell'Antartico si stanno sciogliendo, ma non è ancora noto è il meccanismo alla base del fenomeno. Ora, però, una ricerca diffusa dalla NASA, incentrata su dati provenienti dall'indagine satellitare, svela che un ruolo chiave in questi processi glacio-dinamici è rappresentato dai venti. Le analisi satellitari hanno, infatti, messo in luce che lo scioglimento dei ghiacci dell'Antartide è direttamente proporzionale all'intensità dei venti circumpolari: tanto maggiore è la loro azione, tanto maggiore sarà la perdita glaciale. In particolare, quando i venti sono intensi e spirano dall'oceano meridionale, viene sollevata acqua calda sulla piattaforma continentale, favorendo lo scioglimento dei ghiacciai. «Abbiamo scoperto che le calotte glaciali sono influenzate dal comportamento dei venti», rivela Bob Bindschadler, glaciologo della NASA. «Più i venti circumpolari antartici continueranno ad aumentare, più le piattaforme di ghiaccio rischieranno lo scioglimento». E i venti circumpolari dipendono anch'essi dall'andamento climatico su scala globale. L'effetto serra, dunque, influisce anche in questo senso. Nuove importanti informazioni sull'argomento si potranno avere dalla missione ICESat-2 prevista per il 2016; intanto i satelliti ci danno prova dello scioglimento dell'Antartico per via del periodico distaccamento dal continente di blocchi di ghiaccio di eccezionali dimensioni. Recentemente gli esperti hanno dato notizia del distaccamento di un iceberg di 41 chilometri di lunghezza e 2,5 chilometri di larghezza (più o meno il doppio dell'Isola d'Elba). Il fenomeno è avvenuto in corrispondenza della banchisa di Wilkins Ice Shelf.
lunedì 7 febbraio 2011
Creme di bellezza... radioattive
La pubblicità di una crema per viso a base di radio, elemento radioattivo scoperto nel 1898 da Marie e Pierre Curie. Nel 1933 – anno in cui venne distribuito questo prodotto 'di bellezza' – gli elementi radioattivi erano considerati benefici per la salute.
sabato 5 febbraio 2011
Nella mente di un serial killer
Oggi il profilo di un criminale si delinea anche attraverso le neuroscienze, che possono arrivare a determinare il risultato finale di un processo. Una tecnologia che apre scenari affascinanti e imprevedibili. Tecniche come il neuroimaging possono consegnare ai tribunali certezze inoppugnabili. Le basi di questo tipo di analisi risalgano a ben 150 anni fa (e nascono in Italia).
venerdì 4 febbraio 2011
Cinquant'anni con gli scimpanzé
Jane Goodall è un'etologa e antropologa inglese, nata a Londra nel 1934. Studia da 50 anni gli scimpanzé e si occupa della protezione dei primati in varie località mondiali. Dirige l'organizzazione Jane Goodall Institute, da lei fondata nel 1977. Nel 2010 ha ricevuto da Rita Levi Montalcini il Colombe d'Oro, premio giornalistico per la pace.
Dicembre 10, unito.it
HA RICEVUTO MOLTE ONORIFICENZE FRA CUI IL PREMIO GANDHI KING PER LA NON VIOLENZA. IN CHE MODO LA TUTELA DELL'AMBIENTE E LA SALVAGUARDIA DEGLI ANIMALI PROMUOVE LA PACE?
Se si continua a sfruttare inadeguatamente la natura, arriveremo ad avere pochissimi spazi idonei al soddisfacimento delle nostre necessità. Ci ritroveremo quindi a lottare per l'ultima goccia di acqua o per l'ultimo fazzoletto di terra, innescando continui conflitti.
GLI SCIMPANZÈ SONO PIÙ UMANI DI NOI?
Gli scimpanzé non sono più umani di noi, ma sono come noi. Il momento più scioccante è stato rendermi conto che anch'essi presentano tratti aggressivi e comportamenti violenti. Allo stesso modo, però, come l'uomo, danno grande importanza alle cure parentali che proseguono fino all'età adulta.
COSA È CAMBIATO IN MEZZO SECOLO NEL RAPPORTO FRA UOMO E NATURA?
Abbiamo capito che non siamo noi gli unici a provare emozioni, sensazioni e piaceri. Con ciò è cresciuta la consapevolezza della necessità di rispettare ambiente e animali.
LE CAUSE PRINCIPALI DEL RISCHIO ESTINZIONE DEGLI SCIMPANZÈ.
Riscaldamento globale e commercio della carne.
Luglio 09, Fetchdog.com
GLI SCIMPANZÈ HANNO AVUTO UN RUOLO IMPORTANTE NELLA SUA VITA, MA COSA PUÒ DIRE DEI CANI, LA SPECIE CHE CONVIVE PIÙ DA VICINO CON L'UOMO?
Ci deve essere stata una relazione simbiotica tra i lupi, da cui discendono tutti i cani, e i nostri primi antenati. Gli esseri umani andavano a caccia, i lupi ricevevano del cibo e in cambio proteggevano l’uomo da altri predatori, per esempio dagli orsi. Ci sono sempre più prove dello stretto legame che esisteva un tempo tra lupi e i nativi d’America, ma anche con i primi abitanti della nazione. A quanto pare questa relazione si è tramandata.
QUAL È IL PRIMO CANE DI CUI HA RICORDO?
I miei genitori avevano Peggy, un bull terrier bianco. L’adoravo. Il postino invece no. Ne era terrorizzato. Gli mordeva i pantaloni – probabilmente per proteggermi - e la mamma doveva ricomprargliene di nuovi. Alla fine l’abbiamo data via ed è divenuta la mascotte viziata e adorata di un reggimento britannico.
Novembre 10, New York Times
A LUGLIO FESTEGGERÀ IL CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DEL SUO ARRIVO ALLA RISERVA. QUANDO È STATA QUI PER LA PRIMA VOLTA, NEL 1960, POTEVA IMMAGINARE QUELLO CHE SAREBBE SUCCESSO?
Certamente no. Ero una normale ragazza inglese, senza particolari titoli e Louis Leakey mi concesse la meravigliosa opportunità di vivere con gli animali che più ci assomigliano. Allora non esistevano studi a lungo termine condotti sulle grandi scimmie. Quello più lungo era di George Schaller che aveva studiato i gorilla di montagna per un anno.
LOUIS LEAKEY PENSAVA CHE LA VOSTRA RICERCA DOVESSE DURARE ALMENO DIECI ANNI.
All'inizio ero inesperta e ritenevo che tre anni sarebbero stati sufficienti. Ma più cose imparavo sugli scimpanzé e più mi accorgevo che c’era molto altro da imparare, fino a che non ho più potuto fermarmi.
ALL'EPOCA DELLA SUA SCOPERTA SULL'USO DI STRUMENTI IL DOTTOR LEAKEY DICHIARÒ : «DOBBIAMO RIDEFINIRE IL CONCETTO DI UOMO, QUELLO DI STRUMENTO, O ACCETTARE GLI SCIMPANZÈ COME ESSERI UMANI». È MAI ACCADUTO?
No, non è mai accaduto. Ogni volta che qualcuno ha dimostrato che lo scimpanzé era in possesso di caratteristiche che si ritengono un’esclusiva peculiarità umana è saltato fuori uno scienziato o un religioso che diceva che era impossibile.
È UNA QUESTIONE ILLOGICA.
Per anni gli scimpanzé sono stati utilizzati nell’ambito della ricerca medica a causa della loro somiglianza con gli esseri umani. La scienza si è servita di loro non solo per studiare le malattie del corpo ma anche quelle della mente, come la depressione. Tuttavia una parte della scienza è ancora riluttante ad ammettere somiglianze mentali.
giovedì 3 febbraio 2011
Marcel Dicke, il professore in difesa degli insetti
Da tabù a ultima spiaggia del cibo sostenibile. Nel 2020 gli insetti rappresenteranno il nostro pane quotidiano. Parola dell'ONU (e di Wired)
mercoledì 2 febbraio 2011
Catlin Arctic Survey: pronti alla partenza
Catlin Arctic Survey è un ente che si occupa di studiare l'acidificazione degli oceani. Quest'anno, a marzo, manderà quattro suoi uomini al Polo Nord, per verificare di persona i cambiamenti ambientali in atto, partendo dal presupposto che l'Artico può essere considerato un vero e proprio barometro del surriscaldamento globale. Gli uomini della Catlin Arctic Survey partiranno dal Polo Nord geografico e raggiungeranno dieci settimane dopo la Groenlandia. Analizzeranno lo strato sottile di acqua che si trova sotto il ghiaccio galleggiante, per capire se il flusso della Corrente del Golfo è variato, e potrà arrestarsi provocando temperature più basse in gran parte dell'Europa Nord Occidentale. Misure verranno prese anche per ciò che riguarda la temperatura dell'acqua, la salinità, e la velocità di scioglimento dei ghiacci. Il pericolo di una nuova “era glaciale” potrebbe essere, dunque, dietro l'angolo. Ne parla Gregory D. Foster, scienziato statunitense, sulle pagine del World Watch Institute Magazine. «I disastri ambientali provocati dai cambiamenti climatici minacciano il futuro dell'umanità in misura enormemente più grave rispetto al terrorismo», rivela Foster. Il vero rischio? «Un mondo futuro di Stati in guerra fra loro per la sopravvivenza». Un dato su tutti: dal 1968 a oggi il terrorismo ha ucciso 24mila persone, contro le 240mila sterminate ogni anno dalle catastrofi ambientali.
Il video:
martedì 1 febbraio 2011
I primi istanti di vita
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