lunedì 26 aprile 2010

L'inquinamento rimpicciolisce l'organo riproduttivo maschile

0,8. Sono i centimetri in meno di lunghezza del pene dei maschi italiani rispetto a 60 anni fa. Lo rivela uno studio diffuso dagli scienziati dell'Università di Padova. Secondo i ricercatori del Belpaese la lunghezza media dell'organo riproduttivo maschile è passata dai 9,7 centimetri del 1948,
agli 8,9 centimetri dei giorni nostri. La causa? L'inquinamento e in particolare gli estrogeni diffusi in larga quantità nei materiali e nell'ambiente. Sotto accusa anche i principi attivi contenuti nei pesticidi, additivi, metalli pesanti che avrebbero il potere di alterare il normale equilibrio ormonale di un organismo. A causa delle alte concentrazioni di estrogeni a livello ambientale, un bambino su tre nasce con anomalie all'apparato genitale. Inoltre i maschi si sviluppano sempre più tardi, mentre le femmine raggiungono prima l'età adulta. In generale la qualità (e la quantità) dello sperma è andata deteriorandosi nel tempo. E questo spiega il motivo per cui i casi di infertilità maschile sono sempre più numerosi e così le coppie che si sottopongono a fecondazione assistita. Un uomo sano e normale dovrebbe produrre ogni giorno 300milioni di spermatozoi.

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