martedì 16 febbraio 2010

Gonne corte e moine. Così la vittima di una violenza si trasforma in colpevole

Ballare scompostamente, vestire abiti succinti, flirtare in modo provocatorio. Sarebbero queste le condizioni che indurrebbero molti uomini a violentare una donna. Lo rivela un discutibilissimo studio inglese condotto dagli esperti della Whitechapel Haven, secondo il quale, in caso di stupro, spesso è colpevole anche la vittima. Mille gli individui coinvolti nel test. Una donna su due ritiene colpevole l'atteggiamento un po’ troppo 'spinto' di una appartenente al gentil sesso; un uomo su tre crede che fare sesso con la propria partner quando lei non è d'accordo non sia da considerarsi reato; il 13% degli uomini rivela di aver provato a fare sesso con partner troppo brille per capire cosa stesse succedendo. Corrono maggiori rischi soprattutto le ragazze di età compresa fra i 18 e i 24 anni, più sprovvedute e volenterose di conoscere gente nuova. "L'argomento è molto complesso", spiega a Libero Paola Vinciguerra, psicologa e presidente di Eurodap, "in ogni caso credo che la violenza sia imputabile quasi sempre all'uomo. La donna può provocare, ma l'uomo non ha mai alcun diritto di avventarsi su una donna che non è consenziente". La ricerca è stata effettuata per spronare le scuole a introdurre corsi speciali di educazione sessuale, tali da sradicare atteggiamenti che potrebbero portare a casi di violenze. "Le donne, di fronte ad un caso di stupro che finisce in tribunale, pensano che la vittima fosse ubriaca o poco vestita", spiega Elizabeth Harrison, a capo dello studio, "Perciò è necessario sensibilizzare i giovani al problema". Dallo studio è anche emerso che solo una donna stuprata su cinque denuncia alla polizia la violenza subita. Inoltre solo uno stupro su 14 si conclude con una condanna. L'argomento è stato recentemente trattato anche da Amnesty International. Il 28% degli intervistati ritiene in parte colpevole la donna che ha subito violenza; il 6% considera responsabile solo la vittima.

(Pubblicato su Libero il 15 febbraio 10)

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