Boom di separazioni e divorzi in tutto il mondo. Ormai non è più una novità. Ma c'è ancora chi crede nel matrimonio e soprattutto nella possibilità di salvaguardarlo, seguendo nuove regole sociali. Per esempio vivere in letti separati o, addirittura, in case separate. A quanto pare funziona. Nell'uno e nell'altro caso, infatti, le coppie rimangono cementate per più tempo, allontanando il rischio di dirsi per sempre addio. Sull'argomento è tornato oggi il quotidiano inglese Daily Mail, raccontando la storia di Jan e Gabrielle Henning. Sono due insegnanti d'arte sposatesi nel 1973, convinti che il loro amore si sia preservato, grazie alla decisione presa da entrambi, di vivere sotto tetti diversi, a pochi metri l'uno dall'altro. La loro storia inizia nel 1970. Sono due studenti d'arte. Si incontrano e si fidanzano. Dopo tre anni decidono di sposarsi. I primi tempi sono idilliaci. Frequentano mostre d'arte, incontrano amici, lavorano nel mondo della pittura e della scultura. Pare tutto una favola, finché non scoprono di non potere avere figli e lui finisce col perdere il lavoro. Il loro rapporto s'incrina. Jan, in particolare, perde lo smalto di un tempo, si chiude in se stesso, affoga nell'alcol i dispiaceri, rincasa sempre più tardi: "Alla fine mi sono sentita uno zerbino", rivela Gabrielle, "fra noi s'era perso tutto il romanticismo di una volta, così un giorno mi son decisa a cacciarlo di casa". Jan si sistema in un nuovo appartamento, a una decina di miglia dalla moglie che intanto avvia le pratiche per il divorzio. È il 1997. Sembrano non esserci vie d'uscita. Gabrielle è un'altra donna. Torna a riassaporare la vita da single. Esce con gli amici. Invita in casa i colleghi. È finalmente libera di appendere alle pareti qualunque cosa le passi per la mente, circostanza che indisponeva parecchio il marito, attratto da arredamenti e architetture più minimalisti. Jan, nel frattempo, ritrova il lavoro, ma non il sorriso. "Nonostante l'allontanamento non riuscivo a staccarmi da mia moglie. Sentivo di amarla come sempre, ma non sapevo in che modo riconquistarla". Passano i mesi e anche Gabrielle inizia a sentirsi sola. Ricorda con nostalgia le volte in cui col marito andava a spasso per il sud della Francia, o a visitare qualche nuovo allestimento. I suoi "terribili" difetti assumono sfaccettature differenti. È il 1999, quando scoprono che di fianco all'abitazione in cui avevano vissuto insieme per anni, dove ancora risiede Gabrielle, vendono casa. La coppia, dunque, blocca all'improvviso le pratiche del divorzio e decide di acquistare l'immobile. Contro ogni previsione, tornano così vivere come un tempo… ma separati da uno spesso muro in cemento armato e da un recinto esterno. Da quel giorno sono passati più di dieci anni e oggi Jan e Gabrielle possono dirsi una coppia felicissima di sé e del proprio matrimonio che ormai dura da ben 37 anni. Jan può tranquillamente fumare in casa senza infastidire la moglie, e la moglie può riempire l'appartamento con tutti gli oggetti più kitsch che trova in giro senza dare sui nervi al marito. Due piccoli esempi del loro quotidiano tran tran. Ognuno in casa propria fa ciò che vuole, per il resto sono tornati a compiere insieme tutto quello che facevano prima: escono a pranzo il sabato, vanno in giro a braccetto a fare shopping, visitano nuove mostre d'arte. "Sono convinta che molte altre donne abbraccerebbero questa soluzione", dice Gabrielle, "il problema è che molte di loro non hanno il coraggio". Se quindi non si riesce ad arrivare a un accordo simile, c'è sempre una via di mezzo per salvaguardare il matrimonio: dormire in letti separati. Questo espediente sembrerebbe essere già messo in pratica da moltissime coppie, anche dello star system, a partire dagli statunitensi Kate Holmes e Tom Cruise e dagli italianissimi Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. In questo modo si evitano rotture derivanti, per esempio, dall'impossibilità di tollerare il partner che russa, scalcia, tiene la luce accesa per leggere. A questo proposito intervengono anche gli scienziati dicendo che il miglioramento del rapporto matrimoniale, conseguente la divisione dei letti, ha un presupposto scientifico. Alla base ci sarebbe, infatti, l’assuefazione sempre allo stesso odore della pelle del partner, più precisamente ai suoi ormoni sessuali (feroromoni), da parte del cosiddetto organo vomeronasale, direttamente collegato alla zona del cervello che regola l'eccitazione sessuale. Oggi - secondo un sondaggio della National Sleep Foundation - il 23% delle coppie sposate statunitensi dormono in letti o camere separate. Domani saranno sempre di più. In particolare si stima che entro il 2015 il 60% delle nuove case avrà sdoppiato la camera matrimoniale.
(Pubblicato su Libero il 15 febbraio 10)
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