mercoledì 10 febbraio 2010

Supervista, grazie a Mozart

La vista migliora ascoltando Mozart. È quanto emerge da uno studio brasiliano condotto dalla ricercatrice di Sao Paulo, Vanessa Macero. La studiosa ha coinvolto 60 persone, suddividendole in due gruppi e sottoponendole a esami della vista tradizionali, prima e dopo aver ascoltato il musicista di Salisburgo. Alla fine ha verificato che il gruppo che aveva ascoltato Mozart per dieci minuti mostrava un'acuità visiva migliore rispetto al primo. Secondo Macero la scoperta potrà giovare agli oculisti di tutto il mondo, che la potranno sfruttare per dare vita a nuove terapie per combattere malattie come il glaucoma, patologia dovuta alla variazione della pressione interna nell’occhio che, se non curata, può portare a gravi casi di ipovisione. È la prima volta che degli scienziati mettono in evidenza la relazione tra musica e vista. In passato alcuni studiosi avevano constatato che, ascoltando la musica classica, è più facile apprendere la matematica. E che per i più piccoli è più semplice assimilare le basi del linguaggio. Ma mai si era sentito parlare di un legame tra attività retinica e cervello. Secondo gli studiosi, in questo caso, la musica va a stimolare aree cerebrali apparentemente indipendenti dalle altre funzioni del cervello. In particolare si sospetta che le note emesse da opere straordinarie come quelle di Mozart, possano potenziare (non si sa ancora come e perché), canali neuronali che collegano la corteccia cerebrale al nervo ottico. Secondo Vanessa Macero il cosiddetto “Effetto Mozart” sarebbe inoltre in grado di migliorare la concezione cerebrale dello spazio e del tempo. Vanessa Macero ha pubblicato le sue conclusioni sulla rivista Journal of Ophtalmology.

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