Non è un gatto come tutti gli altri. Pesa infatti più del normale micio domestico, fino a 15 chili, ama giocare con l’acqua, e compie salti altissimi grazie alle sue lunghe gambe affusolate. Non per niente molti veterinari lo definiscono il “supergatto” per antonomasia. Stiamo parlando del savannah, razza felina che si sta diffondendo sempre di più nelle case degli europei. In Inghilterra, dove di questi esemplari se ne contano circa 300, ci sono liste di attesa lunghe sei mesi per averne uno, nonostante il non proprio abbordabile prezzo di 6mila sterline a esemplare. Il savannah è in pratica un ibrido derivante dall’incrocio fra un servalo, felino delle savane africane (che può arrivare ai 18 chilogrammi di peso per un metro di lunghezza), e un comune gatto domestico. Judee Frank, allevatore statunitense, ha ottenuto il primo esemplare nel 1980. In trent’anni, quindi, il savannah ha avuto un grande successo e ora molte famiglie desiderano averne uno in casa. Secondo gli allevatori la sua prerogativa è quella di assomigliare morfologicamente al servalo, e caratterialmente al micio domestico; del primo conserverebbe il tipico colore maculato della pelliccia, del secondo l’affettuosità, la voglia di giocare, la tendenza a legarsi molto al padrone. Ma il savannah non è l’unico nuovo “gattone” che sta iniziando a diffondersi nelle case degli occidentali. Gli fa buona compagnia anche il safari cat. Quest’ultimo deriva dall’incrocio fra un felino selvatico del Sudamerica - il South American Geoffroy’s (caratterizzato da 36 cromosomi) - e il gatto comune (con 38 cromosomi). I primi ibridi, selezionati con grandi difficoltà nei primi anni Settanta, venivano utilizzati in campo medico. Il safari cat pesa fino a 12 chilogrammi, ha le orecchie più sviluppate del micio europeo e il pelo grigio a chiazze. Secondo alcuni veterinari assomiglia all’ocelot (o gattopardo), altro felino selvatico del Sudamerica. È inoltre estremamente affettuoso e molto intelligente. Il suo prezzo varia fra i 5mila e gli 8mila dollari. Il caracat, infine, non è ancora in commercio. È un felino derivante dal caracal, specie di lince che arriva a pesare fra i 14 e i 18 chilogrammi. È stato selezionato nel 2007. «In Italia non c’è ancora nulla di ufficiale relativo a queste razze» spiega Vittoria Duchi, presidente dell’Associazione Felina Italiana. «Si tratta di animali di grosse dimensioni che non sono ancora stati accettati come “animali domestici”. Tuttavia io non posso escludere che ve ne siano magari in qualche famiglia che li ha acquistati all’estero. Diverso invece il caso di razze collaudate da tempo come il bengala o il toyger». Dello stesso parere Sandra Ferrini, dell’Anfi, Associazione Nazionale Felini Italiana la quale aggiunge che «seppure bellissimi, non sono riconosciuti come razza dal Ministero delle politiche agricole forestali e quindi nessuno dei nostri soci ne possiede uno». In Inghilterra, invece, queste razze stanno prepotentemente prendendo piede, anche se c’è chi comincia a preoccuparsi dell’impatto che potrebbero avere sulla fauna locale e soprattutto sulla salute dei bambini: «Io non sarei tanto tranquilla di sapere che c’è un piccolo in casa con un savannah», dice Peter Neville, del Feline Advisory Bureau, alludendo alle dimensioni del supergatto e ai notevoli danni che può fare in una casa. Ma il Savannah Cat Club britannico ribatte dicendo che l’importante è evitare di lasciare solo in un’abitazione un savannah con un bambino di età inferiore ai cinque anni: «Lo raccomandiamo costantemente, per il bene dei piccoli e degli animali».
(Pubblicato su Libero il 22 settembre 09)
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