La nuova influenza non è poi così pericolosa. Dopo gli allarmi lanciati da più parti, ora le autorità ci dicono che non è il caso di farsi prendere dal panico. Anche il vice ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, proprio ieri ha detto che «la malattia è più leggera del previsto» e che «in Italia alla fine della pandemia di casi gravi ce ne potranno essere un paio di centinaia». Mentre il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha ribadito che «le lezioni partiranno regolarmente». Per gli studenti, poi sono stati “confezionati” alcuni consigli: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone e contare fino a 20 prima di smettere; coprirsi la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce o starnutisce e poi gettare subito il fazzoletto nel cestino; non scambiare oggetti o cibo con gli altri studenti; non toccarsi occhi, naso o bocca con le mani non lavate. Rassicurazioni, viene da dire, valide per qualunque influenza. E comunque la psicosi del contagio ormai è scattata, non solo in Italia. In Gran Bretagna la strategia di difesa dal virus era iniziata già questa estate con i cosiddetti “Flu-party”: feste mirate a diffondere il contagio fra i bambini, con lo scopo di immunizzarli prima dei picchi di influenza previsti per i mesi freddi dell’anno. L’idea è venuta ad alcune mamme che da anni organizzano “le feste della varicella”, per far ammalare prima i propri figli così da rinforzare il loro sistema immunitario. La proposta ha avuto successo, ed è stata adottata anche in Usa e in Francia, nonostante lo scetticismo dei medici. Secondo Richard Besser, direttore dei centri di controllo e prevenzione delle malattie Usa «è un grave errore far prendere dei rischi agli individui, soprattutto ai bambini». In Francia si è andati oltre: Helene Tanguy, sindaco di Le Guilvenec, ha ordinato ai ragazzi che inizieranno fra pochi giorni le scuole, di non baciarsi e abbracciarsi per qualche mese. Meglio il saluto indiano (braccio alzato verticalmente col palmo steso) o la composizione di frasi affettuose da inserire in una apposita “scatola dei baci”. Tanguy ha preso questa decisione dopo la morte di un giovane di Brest a causa del virus. Stessa linea in una scuola americana del Long Island: niente baci. Anzi, meglio evitare anche di stringersi le mani. Non si sa mai. Baci banditi anche in Italia, presso il liceo romano Newton. Il preside Mario Rusconi ha imposto “con le buone” ai ragazzi di non baciarsi nelle aule e nei corridoi dell’istituto: «Non voglio punire gli studenti» ha detto «ma solo sensibilizzarli al problema». Astinenza dai baci, dunque. Ma non solo. È sconsigliato anche bere dallo stesso bicchiere, passarsi la sigaretta o la brioche mangiucchiata. E la paura del contagio tramite la saliva incombe pure sui rituali festeggiamenti napoletani di San Gennaro (previsti il 19 settembre). Al termine di un incontro tra i rappresenti della Cappella del Tesoro e quelli della Deputazione di San Gennaro si è stabilito infatti di non far baciare ai fedeli la teca con il sangue del santo per evitare, appunto, la diffusione del morbo. E le “follie” scoppiate a causa della nuova influenza non finiscono qui. Oltre ai “Flu-party” e alle campagne “No Kiss”, da segnalare è l’acquisto compulsivo di mascherine e disinfettanti, al di là di ogni ragionevole necessità. Il fenomeno riguarda anche il nostro Paese dove, in questi giorni, numerose farmacie sono state prese d’assalto. Le mascherine, poi, stanno diventando addirittura una moda, tanto che le aziende che le producono hanno riunito i loro designer per forgiare prodotti sempre più fashion, con incise facce di animali dai colori più sgargianti. Il Belgio è uno dei Paesi dove questi articoli stanno riscuotendo particolare successo: il ministro della Difesa Pietre de Crem ha mobilitato l’esercito per consentire la distribuzione su tutto il territorio di circa 900mila mascherine (oltre a 90mila dosi di antivirale). Per quanto riguarda infine le singolari ipotesi di contrastare il virus H1N1 tramite l’alimentazione, valgono su tutte le proposte dei due luminari della medicina: Robert Gallo e Luc Montagnier, scopritori nel 1983 del virus dell’Aids. Gallo dice che il modo migliore per evitare queste malattie è diventare vegetariani, partendo dal presupposto che «la trasmissione di virus dagli animali all’uomo è iniziata quando quest’ultimo ha cominciato a cacciare e addomesticare le sue prede». Montaigner, invece, suggerisce di farsi delle belle scorpacciate di papaia fermentata. Il riferimento è a un prodotto chiamato “Immun’Age” (da “Nutraceutical strategy in Aging”), un integratore alimentare che aiuta a controllare i radicali liberi potenziando l’azione del sistema immunitario.
(Pubblicato su Libero il 10 settembre 09)
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