venerdì 26 marzo 2010
Incubo sifilide. Sotto accusa Facebook
La sifilide torna a far paura. In alcune zone della Gran Bretagna i casi sono addirittura quadruplicati rispetto a poco tempo fa. Il problema potrebbe essere riconducibile anche a Facebook. Secondo gli scienziati, infatti, il popolare social network faciliterebbe i contatti fra sconosciuti e quindi predisporrebbe a maggiori esperienze sessuali, alla base della diffusione del pericoloso morbo. L'allarme è stato lanciato da Peter Kelly, direttore della sanità pubblica nella regione di Teeside, nel nord-est dell'Inghilterra. Il fenomeno riguarda soprattutto giovani donne di età compresa fra 20 e 24 anni, e uomini fra 25 e 30 anni. Entrambe le categorie fanno largo uso di Facebook e altri social network. "Ho visto che molte delle persone colpite dalla malattia hanno incontrato i loro partner attraverso internet", dice Kelly. Grazie ai contraccettivi i casi di sifilide erano calati negli anni Ottanta e Novanta, ma ora starebbero riprendendo quota, un po’ in tutti i paesi civilizzati, Italia compresa. Nel Belpaese, in cinque anni, c'è stato un aumento del 400%. "È riesplosa la sifilide in Italia", dicono gli esperti dello Spallanzoni e della Asl di Roma, "i casi raddoppiano di anno in anno, gli indici più alti sono a Roma e a Milano". A Milano la situazione è grave per tutte le malattie sessualmente trasmissibili. I malati sono aumentati del 25% negli ultimi 3 anni. "Vediamo praticamente un nuovo caso di sifilide ogni giorno", raccontano gli specialisti del Policlinico di Milano. "In lieve aumento anche i nuovi casi di Hiv, 10% in più del previsto rispetto al 2008 e 25% in più rispetto al 2006". La sifilide, definita un tempo "mal francese" o "morbo gallico", è provocata da un batterio, il Treponema pallidum (che al microscopio si presenta come un piccolo filamento a forma di spirale) e si sviluppa in tre stadi successivi. Il primo si verifica entro 90 giorni dal contagio. Di solito è messo in luce da un'ulcera non dolorosa che compare a livello genitale, in bocca o in gola. Nel secondo stadio, che si manifesta fra i due e i sei mesi dopo il contagio, compaiono macchie rossastre sulla pelle, accompagnate da febbre, disturbi della vista, dolori alle articolazioni. Infine il terzo stadio, che può manifestarsi anche 30 anni dopo il contagio, può portare a gravissimi problemi cardiaci, ossei e cerebrali, compresa la demenza. "È una malattia devastante", dice Kelly, "chiunque abbia rapporti sessuali non protetti con partner occasionali è ad altissimo rischio".
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