sabato 29 agosto 2009
A caccia dell'assassino... con l'entomologia forense
Risalire all’ora precisa del delitto, al fatto che ci sia stato o meno consumo di droga da parte della vittima e perfino all’identità del cadavere. E quindi spianare la strada all’individuazione dell’assassino. È lo scopo dell’entomologia forense, scienza da poco riconosciuta come disciplina a se stante presso l’università di Bari. Secondo gli esperti, riunitesi recentemente nella città pugliese, gli insetti possono rappresentare la chiave di lettura di omicidi, grazie all’evoluzione delle larve e alla loro colonizzazione dei cadaveri. Uno dei primi gruppi di insetti che giunge su un vertebrato morto è quello dei mosconi verdi (Diptera: Calliphoridae). Di solito la femmina vi depone le uova nel giro di due giorni dopo il decesso. Il ciclo vitale del moscone verde è dunque il seguente: uovo, larva, prepupa, pupa, imago. Se si conosce quanto tempo ci vuole all’insetto per raggiungere i diversi stadi della sua vita, si è anche in grado di calcolare il momento della deposizione dell’uovo e di conseguenza il momento della morte del vertebrato. Numerosi indizi, quindi, possono aiutare i medici legali e gli investigatori a capire come sono andate effettivamente le cose, relativamente a un determinato fatto di sangue, degenerato con la morte di qualcuno. Ecco un esempio pratico. Immaginiamo un delitto che si è consumato in piena campagna. Il corpo della vittima viene attaccato da larve di insetti che lo colonizzano ricavandone sostentamento. In breve diviene irriconoscibile. I medici legali accorrono sul luogo del delitto e - recuperando le larve di insetto - stabiliscono l’ora precisa del decesso, oltre a verificare se la vittima ha assunto o è stata indotta ad assumere sostanze stupefacenti. Non solo. Insetti e larve possono suggerire agli specialisti molti altri dettagli di rilevanza medico–legale: informazioni geografiche, prove a favore di abusi su minori, molestie sessuali, manomissione di tracce. Ma l’aspetto più importante è senz’altro quello concernente la possibilità di risalire al Dna della vittima. Come? Lo stanno testando in questo momento un team di scienziati internazionale: sezionando l’insetto, in pratica, si recupera il suo succo gastrico e dalle analisi si può risalire alla “carta d’identità” della vittima.
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